tag:blogger.com,1999:blog-43123121325856012102024-03-17T10:00:31.365-07:00Munus: Liturgia e dintorniLa liturgia è “l’esercizio della funzione (munus) sacerdotale di Cristo” (SC 7); è anche opera della Chiesa, in cui “ciascuno, svolge il proprio ufficio (munus)” (SC 28). I pastori “esercitano in essa la funzione (munus) di dispensatori dei misteri di Dio” (SC 19). Partecipando alla liturgia il Signore “fa di noi stessi un’offerta (munus) eterna a lui” (SC 12). “Munus” può esprimere bene il mistero liturgico nella sua globalità. M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comBlogger1032125tag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-29899701867785862282024-03-17T10:00:00.000-07:002024-03-17T10:00:00.257-07:00LITURGIA DEL FUTURO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggnzaJQMDqhSxs_LJs7daPLiWwCdMdd49m9hAKROSh0L6pbi3-6MpgXRDDs6iR9Gr8Czd48wlqvVfeu9XtCh0p2lWErG3Ck7WpVBEEn2HfrTnDtFK8aUirSqB8GCnJlSE3sbiu2ws4YqMnutmaWSbSQsErpnTdobnsva9k3IqkQ-aAL-t7bdDS3XXo1Mlv/s800/Liturgia%20del%20futuro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="550" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggnzaJQMDqhSxs_LJs7daPLiWwCdMdd49m9hAKROSh0L6pbi3-6MpgXRDDs6iR9Gr8Czd48wlqvVfeu9XtCh0p2lWErG3Ck7WpVBEEn2HfrTnDtFK8aUirSqB8GCnJlSE3sbiu2ws4YqMnutmaWSbSQsErpnTdobnsva9k3IqkQ-aAL-t7bdDS3XXo1Mlv/s320/Liturgia%20del%20futuro.jpg" width="220" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Rivista <i>Credere oggi</i>,
Anno XLIII, n. 3 maggio – giugno, n. 255: “Liturgia del futuro”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Una liturgia che non parla più
(Franco Garelli)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La relazione tra liturgia e <i>ars
celebrandi </i>(Elena Massimi)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La rubrica come “non verbale”:
una rivoluzione (Andrea Grillo)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La cura della forma rituale
(Loris Della Pietra)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La potenza del simbolo. Il
simbolo e la sua potenza (Maria Cristina Bartolomei)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Ripensare un passato recente:
Casel e Guardini (Cyprian Krause)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Le lingue parlate e l’universalità
complessa (Claudio Ubaldo Cortoni)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La discontinuità intorno alla “partecipazione
attiva” (Donata Horak)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Un piccolo cantiere liturgico
in rete (Ermanno Genre) <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-29347331923451528812024-03-15T22:00:00.000-07:002024-03-15T22:00:00.259-07:00DOMENICA V DI QUARESIMA (B) – 17 Marzo 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjupr48UmcYkmLKacoVY6v81ZfLNQd_vDZm6OWH_Jg8GE0gWwU8pMfbZgV81nwvHkP6WKfroZ2J3WQkTxufhGaxQHRTLRtz0MOVqg_RJW6G5FEUJ4b-ksBQ3UNoGQZm4XcF2JJqWvcJ9SeKtqhCbIGq0skJ8ggt8P9Gp3DpWZ4xA1cYIchIPBph72vveGGs/s4000/Cristo%20nero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2525" height="389" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjupr48UmcYkmLKacoVY6v81ZfLNQd_vDZm6OWH_Jg8GE0gWwU8pMfbZgV81nwvHkP6WKfroZ2J3WQkTxufhGaxQHRTLRtz0MOVqg_RJW6G5FEUJ4b-ksBQ3UNoGQZm4XcF2JJqWvcJ9SeKtqhCbIGq0skJ8ggt8P9Gp3DpWZ4xA1cYIchIPBph72vveGGs/w202-h389/Cristo%20nero.jpg" width="202" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Ger
31,31-34; Sal 50; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Vicini
ormai alla celebrazione della Pasqua, la tematica di questa domenica quaresimale
ci propone il mistero di Cristo che, morendo sulla croce, diventa principio di
salvezza per tutti. È Gesù stesso a rivelare il senso salvifico della sua morte
(cf. vangelo). Alcuni greci venuti a Gerusalemme per la festa della Pasqua
esprimono il desiderio di vedere Gesù. Si tratta di uomini che, pur non appartenendo
al popolo d’Israele, sono timorati di Dio e cercatori sinceri della verità. Il
loro desiderio non è una semplice curiosità, non si esaurisce in un semplice vedere,
ma è un desiderio di conoscere e di credere. Questi greci vengono presentati
dall’evangelista come personaggi emblematici, che rappresentano in qualche modo
tutti coloro che cercano Gesù. Così viene interpretato dallo stesso Gesù che,
vedendo in questi greci il primo frutto della sua passione, si dilunga in un
discorso sulla sua imminente morte concluso con queste parole: “Io quando sarò
innalzato da terra, attirerò tutti a me”. E l’evangelista aggiunge: “Diceva
questo per indicare di quale morte doveva morire”. Per mezzo di Gesù, l’uomo
che si era allontanato da Dio ritorna a lui. All’antica alleanza ristretta al
popolo d’Israele, succede la nuova e definitiva alleanza aperta a tutti i
popoli. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Questa
“alleanza nuova” è annunciata nel secolo VI a.C. dal profeta Geremia in una
pagina che è uno dei vertici dell’Antico Testamento, proposta oggi come prima
lettura. È la sola ed unica volta che una tale espressione ricorre nelle pagine
dell’Antico Testamento. Tre sono i tratti caratteristici di questa nuova alleanza:
l’interiorità (“porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro
cuore”); poi la spontaneità della relazione con Dio (“tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande”). Infine, il perdono del peccato che ha reso
precaria l’antica alleanza (“perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il
loro peccato”). La nuova alleanza è scritta nel cuore. La morte di Gesù in
croce ci insegna che Dio scrive la sua legge nel cuore dell’uomo amandolo fino
all’estremo. L’amore, infatti, si impone non con la minaccia della punizione ma
con la dolcezza del desiderio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Il
breve brano della lettera agli Ebrei, proposto come seconda lettura, illustra
la stessa dottrina riscontrata nelle altre letture bibliche. Il dono della
nuova alleanza è fatto persona in Gesù. Nella solidarietà e fedeltà, vissute
nella forma estrema in un contesto di sofferenza mortale, Cristo diventa “causa
di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”. In altre parole, nel
dono totale di sé al Padre Gesù sancisce la nuova ed eterna alleanza, diventa
quindi il perfetto mediatore tra Dio e gli uomini. La croce ci insegna che
l’efficacia della nostra vita è direttamente proporzionale alla capacità di
dimenticare noi stessi. Nel mistero pasquale di morte e risurrezione si manifesta
l’amore i Dio e si stabilisce l’alleanza nuova, che l’eucaristia continuamente
ripresenta e realizza per noi.<o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-48008717228631454642024-03-10T10:25:00.000-07:002024-03-10T10:25:00.144-07:00L’ALFABETO DI DIO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWlWAxiN_2GNjj86GVyObNJGmke1F5lFltdSEDkSUp4EEEX2HYliTfSPuNO6xf0PvLJ0_4DVONpYmGPtRarYSNgQRAXGhFGLGJsXG71SQE32OTUGyrMmKsPs8LJ3KCsrZJ4-Eq5OVOyo0Emb4jaWQmX6a8RzWl4nkiPb614kSAahwCgHLmq6YgrfV0k9oO/s200/Alfabeto%20di%20Dio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="130" height="311" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWlWAxiN_2GNjj86GVyObNJGmke1F5lFltdSEDkSUp4EEEX2HYliTfSPuNO6xf0PvLJ0_4DVONpYmGPtRarYSNgQRAXGhFGLGJsXG71SQE32OTUGyrMmKsPs8LJ3KCsrZJ4-Eq5OVOyo0Emb4jaWQmX6a8RzWl4nkiPb614kSAahwCgHLmq6YgrfV0k9oO/w202-h311/Alfabeto%20di%20Dio.jpg" width="202" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><br /></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Gianfranco
Ravasi, <i>L’alfabeto di Dio</i>, San Paolo, Cinisello Balsamo 2023. 319 pp. (€
20,00).</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Santa Teresa
di Gesù Bambino confessava: “Se io fosse stata prete, avrei studiato a fondo l’ebraico
e il greco per conoscere il pensiero divino nella forma in cui Dio si è degnato
di esprimerla nel nostro linguaggio umano”.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Il cardinale
Gianfranco Ravasi ci prende per mano e con la consueta maestria ci guida nella
conoscenza meditata e profonda delle parole bibliche su cui si fonda la nostra
fede.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">(Quarta di
copertina)</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"> </span> </p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-69939263619427320642024-03-08T21:00:00.000-08:002024-03-08T21:00:00.144-08:00DOMENICA IV DI QUARESIMA (B) “Laetare”– 10 Marzo 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMCpWB05Py5nY4n5Yx0shR-OBKTgIeZSEV9OXYgDGm_8IjOTiMlWNWFjXH636FzraUkVOgUB7HV7592aPbGueDz8CCy8_3rXGQ2H3c8lRyYEn9y-Jn7YScdqEAeGpWZEuw60DjTo7Sd1P3yb_934YFSFfprhO4MQ2ddmL5NVjlwGWoqJvwbx5zIiUQUgvm/s3264/Focene%202.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="2448" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMCpWB05Py5nY4n5Yx0shR-OBKTgIeZSEV9OXYgDGm_8IjOTiMlWNWFjXH636FzraUkVOgUB7HV7592aPbGueDz8CCy8_3rXGQ2H3c8lRyYEn9y-Jn7YScdqEAeGpWZEuw60DjTo7Sd1P3yb_934YFSFfprhO4MQ2ddmL5NVjlwGWoqJvwbx5zIiUQUgvm/s320/Focene%202.JPG" width="240" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">2Cr
36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Nei
testi biblici di questa domenica si contrappongono il peccato dell’uomo e
l’amore di Dio. Il Sal 136 è una meravigliosa e drammatica preghiera di lamentazione
innalzata dagli ebrei esuli lungo i canali di Babilonia dopo la distruzione di
Gerusalemme alla fine del VI secolo a.C. Questo testo esprime il dramma di
tutto un popolo sradicato dalla sua terra e strappato ai suoi affetti più cari.
La disperazione dell’esilio è controbilanciata dalla speranza del ritorno a Gerusalemme.
Così come Babilonia è la personificazione della potenza del male, Gerusalemme
rappresenta la patria definitiva in cui ogni lacrima sarà asciugata. Quella che
fu esperienza d’Israele diventa drammaticamente esperienza di ciascuno di noi.
Ma Cristo non ci ha abbandonato in balia del nostro peccato; con la sua
vittoria sulla morte ha dato a tutti noi la possibilità di ritrovare il
paradiso perduto. Il ricordo di questo evento è la nostra gioia. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
Pasqua ormai vicina, la Chiesa ci invita alla gioia (cf. antifona d’ingresso).
Infatti, il Figlio dell’uomo è stato innalzato in croce, dice il brano
evangelico, affinché chiunque crede in lui, abbia la vita eterna. Per far capire
che cosa vuol dire credere nel Figlio dell’uomo, l’odierno brano del vangelo di
Giovanni rimanda alla storia del popolo d’Israele che nel cammino del deserto
si era ribellato contro Mosè e contro lo stesso Dio, per cui molti furono
puniti con i morsi di serpenti velenosi e morirono. Avendo però gli israeliti
riconosciuto il loro peccato, Dio promette che chiunque, morso dai serpenti,
guarderà il serpente di rame collocato sopra un’asta, resterà in vita. La
storia di Israele va interpretata come un messaggio profetico nel suo aspetto
di severo giudizio sull’infedeltà del popolo e nel suo aspetto di accorato
invito al pentimento fondato sulla fedeltà incondizionata di Dio. Il serpente
innalzato da Mosè nel deserto è una prefigurazione di Gesù innalzato sulla
croce. Il serpente di rame salvava perché presupponeva la fede nella parola di
Dio che promette la salvezza. In modo analogo Gesù morto in croce è fonte di
salvezza per chiunque vi riconosce la rivelazione dell’amore di Dio che “ha
tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la
vita eterna” (canto al vangelo). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Alla
nostra infedeltà e al nostro peccato si contrappongono la fedeltà e l’amore
misericordioso di Dio. Al peccato che conduce l’uomo alla schiavitù e alla
morte si contrappone l’amore di Dio che dona liberazione e salvezza. La prima lettura
illustra lo stesso concetto: al peccato d’Israele che gli ha meritato la
punizione della deportazione in Babilonia, si contrappone l’amore di Dio che,
fedele alla sua parola, libera il suo popolo dall’oppressione e lo riconduce a
Gerusalemme. La nostra salvezza non è fondata sui nostri meriti, ma
sull’infinita ricchezza della misericordia di Dio. È ciò che ricorda san Paolo
ai primi cristiani di Efeso: la salvezza “non viene da voi, ma è dono di Dio” (cf.
seconda lettura). E tutto ciò, aggiunge l’Apostolo, trova pieno compimento in
Cristo Gesù: “da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con
Cristo”. L’ultima parola di Dio non è la morte ma la vita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Quando
si parla di “colpa” o di peccato si ha a che fare con il compimento o il fallimento
di una esistenza: solo chi ha forte il senso della dignità dell’uomo davanti a
Dio, del suo destino eterno, è capace di percepire quanto grande sia la
tragedia del peccato. Paradossalmente però il peccato rivela chi è Dio: quanto
più profondo è il rifiuto dell’uomo, tanto più grande appare l’abisso
dell’amore divino, che la croce mostra in tutta la sua concretezza e veracità.<o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-84910342717770248922024-03-03T09:00:00.000-08:002024-03-03T09:00:00.246-08:00L’EVOLUZIONE DEL MESSALE ROMANO DI PAOLO VI<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDTojp93muEtLGDedaWNu3K62vb71ZQo8Hq7fP7GDb8VNbqWF1SpsOjg7RFqKbveIlX1lP4AYY10ktmDfGVYgqpRdD0n_AzTym-t1yKicRYUXWgyNFXbpAp2tCm8Yq93b39Tmt_AUvtxSwSfdyxaVn0nK_SBsQUg8MwEnn2uQh0JY3-EGelosGavI3ue4X/s702/Barba%20Messale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="702" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDTojp93muEtLGDedaWNu3K62vb71ZQo8Hq7fP7GDb8VNbqWF1SpsOjg7RFqKbveIlX1lP4AYY10ktmDfGVYgqpRdD0n_AzTym-t1yKicRYUXWgyNFXbpAp2tCm8Yq93b39Tmt_AUvtxSwSfdyxaVn0nK_SBsQUg8MwEnn2uQh0JY3-EGelosGavI3ue4X/s320/Barba%20Messale.jpg" width="228" /></a></div><br /><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Maurizio Barba, <i>Il Messale
Romano. Sviluppi dopo la terza edizione emendata </i>(Theologia Uxentina 11),
Edizioni Viverein, Roma 2023. 412 pp. (€ 20,00).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. I. Il Giubileo d’oro del
Messale Romano di Paolo VI: Da una lettura retrospettiva ad una riflessione in
prospettiva.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. II. La lavanda dei piedi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. III. Santa Maria
Maddalena: prima testimone della risurrezione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. IV. La memoria di Maria
Madre della Chiesa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. V. L’inserimento nel
Calendario romano generale della memoria di santa Faustina Kowalska.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. VI. La celebrazione della
Beata Vergine Maria di Loreto nel culto della Chiesa universale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. VII. La memoria di san
Paolo VI Papa nel ciclo eortologico della Chiesa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. VIII. L’iscrizione di
nuove memorie dei santi Dottori della Chiesa nel Calendario romano.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. IX. La memoria degli <i>Hospites
Domini </i>di Betania nel Calendario romano generale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cap. X. Interazioni tra il
Calendario romano generale e i Calendari propri: quali ambiti di attuazione
delle tradizioni delle Chiese locali?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Indici biblico, dei nomi,
generale.<o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-33963372435264733732024-03-01T21:00:00.000-08:002024-03-01T21:00:00.382-08:00DOMENICA III DI QUARESIMA (B) – 3 Marzo 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbxJw4AwJhBzkco12hNSmxPP1ciGyQzbKqD1LavebDXWX6BOUR-0Tp-tg4vOhDLCcFfxxOoXfYmlWPqz6iMDziJWTP1G9Sfh9HBiiOMKiY021pMVqehv6cTCuW0-LvmU4AYAjQrDRE0tOUlBB1bTUPKJa9Zpvjq8LeqDbPwV699ewBmtEtY0l9QgN9rkHS/s612/Cristo%20volto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="530" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbxJw4AwJhBzkco12hNSmxPP1ciGyQzbKqD1LavebDXWX6BOUR-0Tp-tg4vOhDLCcFfxxOoXfYmlWPqz6iMDziJWTP1G9Sfh9HBiiOMKiY021pMVqehv6cTCuW0-LvmU4AYAjQrDRE0tOUlBB1bTUPKJa9Zpvjq8LeqDbPwV699ewBmtEtY0l9QgN9rkHS/s320/Cristo%20volto.jpg" width="277" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Es
20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
seconda parte del Sal 18, quella ripresa dalla liturgia odierna come salmo
responsoriale, è un elogio della legge divina, fonte di vita e di gioia, di saggezza
e giusto giudizio, di rettitudine, giustizia e purezza, più preziosa e dolce di
ogni altra cosa. Il testo salmico trova compimento in Gesù. Egli stesso è legge
per il nuovo popolo di Dio, indirizzo per la nostra esistenza, consolazione e
conforto per le ore del dubbio. Perciò rinnoviamo a lui la professione di fede
di Pietro: “Signore, tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
liturgia odierna ci invita a rileggere, in chiave cristiana e pasquale, la
pagina biblica dei dieci comandamenti o “dieci parole”, la cui promulgazione è
riportata dalla prima lettura. Notiamo che il racconto non inizia con un
comandamento ma col ricordo dell’opera divina di salvezza: “Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile”.
Il comportamento etico dell’uomo viene proposto dalla Bibbia come risposta a
Dio che si manifesta nella storia come liberatore e salvatore. D’altra parte,
l’opera divina di salvezza ha il suo momento culminante nell’incarnazione,
morte e risurrezione del Figlio Gesù Cristo, che ci ha liberati dalla schiavitù
del peccato. Cristo è quindi colui che dà senso e qualità etica all’agire
cristiano. Ciò viene confermato da san Paolo che nella seconda lettura afferma
che la legge, o meglio la volontà salvifica di Dio non si manifesta né
attraverso l’osservanza legale né attraverso la ricerca della ragione, ma in
Cristo crocifisso: la croce, che testimonia l’amore folle di Dio per tutti gli
uomini senza distinzione, contesta energicamente le idee correnti sul potere e
sulla saggezza. La croce di Cristo, oltre che essere il frutto di una storia di
iniquità e di peccato, è anche e soprattutto la storia di un amore assoluto che
risplende proprio là dove si consuma l’odio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Nel
contesto delle due prime letture, il cui contenuto abbiamo succintamente illustrato,
possiamo capire meglio il messaggio del brano evangelico di questa domenica.
Apparentemente il racconto evangelico parla di tutt’altro argomento: Gesù scaccia
i venditori e cambiamonete dal tempio. Possiamo interpretare questo gesto alla
luce del messaggio dei profeti che avevano annunciato una futura purificazione
del tempio (cf. Zc 14,21; Ml 3,1). Col suo modo di agire, provocato dallo zelo
per la casa del Signore (cf. Sal 69,10), Gesù fa capire che il giorno
annunciato dai profeti è venuto. Il gesto di Gesù che scaccia dal tempio i
mercanti e i cambiamonete è quindi un gesto profetico che rivela l’identità di
Gesù e il ruolo provvisorio del tempio e, in generale, il superamento delle
istituzioni dell’Antico Testamento: “Distruggete questo tempio e in tre giorni
lo farò risorgere”. Con queste parole, Cristo dichiara superata la legge
antica, di cui il tempio è simbolo centrale, e colloca se stesso come punto di
riferimento dei nuovi rapporti dell’uomo con Dio. Cristo è egli stesso la nuova
legge, colui che ha sancito l’alleanza definitiva tra Dio e gli uomini versando
il proprio sangue sulla croce; il corpo di Cristo morto e risorto è il centro
del nuovo culto e il tempio della nuova alleanza, in quanto è il luogo della
presenza definitiva di Dio in mezzo agli uomini. Liberati in virtù di Cristo,
possiamo vivere ormai una comunione profonda con Dio e con i fratelli. Tutto
ciò è frutto della passione, morte e risurrezione di Gesù. È il segno che Gesù
offre all’incredulità manifestata dai suoi interlocutori. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gesù
divenuto il nuovo tempio, inaugura un nuovo culto, il cui culmine è
l’eucaristia, il suo corpo donato e il suo sangue versato per la nostra
salvezza.<o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-64259936736323822592024-02-25T09:00:00.000-08:002024-02-25T09:00:00.157-08:00IL SACRO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57ea3Cyh7AStvIzdawa22YXKkUohdlxG3Y8-B9g5qWmNyoSw-RHKhIwq_7xP7LzM_hEtEkmEJnvgVeHm2jCMzYDfO9Oix6oRn6lodKe9w_xNmQGmI_NU9IvdqH5kaSjSIAqf_Da7VfuP-gGZYHE8CcqymCAVwIGFkIDLzrjLXcKVAxxY_2WU7rGyo-fRc/s179/pietre.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="179" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57ea3Cyh7AStvIzdawa22YXKkUohdlxG3Y8-B9g5qWmNyoSw-RHKhIwq_7xP7LzM_hEtEkmEJnvgVeHm2jCMzYDfO9Oix6oRn6lodKe9w_xNmQGmI_NU9IvdqH5kaSjSIAqf_Da7VfuP-gGZYHE8CcqymCAVwIGFkIDLzrjLXcKVAxxY_2WU7rGyo-fRc/w253-h238/pietre.jpeg" width="253" /></a></div><br /><p></p><div style="border-bottom: solid #A2A9B1 1.0pt; border: none; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-element: para-border-div; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;">
<h1 align="center" style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: center;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></h1>
<h1 align="center" style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: center;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">Ho incontrato il sacro, gli
sono andato incontro, in Bosnia. Erano pietre: di moschee, di chiese cattoliche
e ortodosse, scombinate a terra a mucchio, là dove erano cadute. La materia di
fabbrica spezzata conteneva l’intero, perché il residuo, il rimasuglio assorbe
in sé il perduto. L’odio che abbatte il sacro in fondo lo restaura. Le solenni
architetture che non mi avevano procurato l’accidente dell’incontro, ridotte in
rovina dalle artiglierie, senza più polvere di crollo, lustrate dalle piogge e
dalla neve, diventavano sacre. I sensi di un passante, uno straniero lento alle
chiamate, avvisavano questo: che il sacro è crollo e poi risurrezione, non
permanenza eterna di solidità, stabilità di luoghi e procedure. Abramo doveva
alzare il coltello sulla nuda gola del figlio e Gesù non poteva morire di
vecchiaia. Solo dopo i sensi, che hanno incontrato le macerie dei culti, si fa
nitido il verso del profeta Michea/Micà che scrive: “<i>Ki nafàlti kàmti” </i>(7,8):
“quando sono caduto mi sono alzato”. Dentro il frattempo dei crolli esiste e
resiste il sacro, anche per uno senza credo, e che soltanto legge.<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">Fonte: Erri De Luca, <i>Cercatori
d’acqua </i>(Le perline), Giuntina, Firenze 2023, pp. 70-71.<o:p></o:p></span></h1>
</div>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-24063133834023177962024-02-23T21:00:00.000-08:002024-02-23T21:00:00.138-08:00DOMENICA II DI QUARESIMA (B) – 25 Febbraio 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtX-A3KSZoF0QlpMLIkQXkCQ9HEKllWLE-5MAbS-Hr-nK7OB7-D6zqHkK-67im0iS_6f-Ia_7NgNM5qiwhgDS7kTxiwraHQl-oqvchsXW7poqyI0RnS5RzlGIVXEO6S_HWdGLQ_VFcWtNRpum-YnAchcyVSf6RQr_ieM4aNZVmbx0s_8QGWccJ23v7Nxz7/s345/Trasfigurazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="146" data-original-width="345" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtX-A3KSZoF0QlpMLIkQXkCQ9HEKllWLE-5MAbS-Hr-nK7OB7-D6zqHkK-67im0iS_6f-Ia_7NgNM5qiwhgDS7kTxiwraHQl-oqvchsXW7poqyI0RnS5RzlGIVXEO6S_HWdGLQ_VFcWtNRpum-YnAchcyVSf6RQr_ieM4aNZVmbx0s_8QGWccJ23v7Nxz7/w481-h203/Trasfigurazione.jpg" width="481" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-US" style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: EN-US;">Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc
9,2-10<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span lang="EN-US" style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoBodyTextIndent" style="text-indent: 0cm;"><span lang="ES" style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: ES;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Dio
promette ad Abram una terra e una discendenza numerosa, però egli dovrà
iniziare un cammino di obbedienza: Vattene dal tuo paese verso il paese che io
ti indicherò. Dopo qualche tempo, Dio stesso gli cambierà il nome per indicare
che Dio conferisce ad Abram una nuova personalità: non si chiamerà più Abram,
ma Abramo, che significa “padre di una moltitudine di popoli”. Abramo si è
fidato di Dio ed è partito per una terra sconosciuta. Ma dove l’obbedienza di
Abramo appare in tutta la sua grandezza è quando si dispone, in obbedienza al
comando di Dio, a rinunciare al suo unico figlio Isacco. Il sacrificio del
proprio figlio è profezia del sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo.
Abramo non si ribella a Dio, non si mette a discutere, non dubita, si fida di
Lui. Quando poi sta per immolare il proprio figlio Isacco, la sua mano è
fermata dall’angelo e sente la voce di Dio che gli dice: Ora so che tu temi Dio
e non mi hai rifiutato il tuo unico figlio. Abramo chiamò quel luogo “Il
Signore provvede”. Anche Cristo, obbediente al disegno del Padre, si offre
sulla croce fiducioso che Dio provvede.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
storia di Abramo illumina il racconto del brano evangelico d’oggi, in cui ci
viene raccontato l’episodio della trasfigurazione. San Marco colloca questo
racconto tra due predizioni della passione. È per far capire ai discepoli che
la sua morte e la sua risurrezione costituiscono un mistero unitario, il
mistero della nostra salvezza. Il momento culminante del brano evangelico, il
vertice del racconto della trasfigurazione sono le parole del Padre ascoltate
dai tre discepoli presenti: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Noi,
come Abramo e come Gesù siamo invitati a percorrere un cammino di obbedienza
nella certezza che Dio provvede. Anche se ci viene chiesto talvolta un cammino
di sofferenza e di rinuncia, siamo invitati ad ascoltare la voce del Signore e
ad aver fiducia in colui che ha “parole di vita eterna”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Come
sintesi di questo messaggio che la Parola di Dio oggi ci trasmette, possiamo
ripetere nel nostro cuore più volte durante la giornata il versetto del salmo
responsoriale di questa Messa: “Ho creduto anche quando dicevo: sono troppo
infelice”. L’autore del salmo canta la sua totale fiducia nell’amore divino
anche quando l’infelicità occupa l’orizzonte della sua vita. Ancora all’inizio
della Quaresima, riaffermiamo la volontà di percorrere il nostro cammino
battesimale fatto soprattutto di fede e di umile accettazione del progetto di
Dio su di noi anche quando non riusciamo a comprendere sempre la logica dei
percorsi che ci vengono proposti.<o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-82200392261377714102024-02-18T09:00:00.000-08:002024-02-18T09:00:00.130-08:00LA CHIESA HA BISOGNO DI SACERDOTI?<p> </p><div style="border-bottom: solid #A2A9B1 1.0pt; border: none; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-element: para-border-div; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ-QxG0fUulNEH83YSnXge-2DZ41t3QjR1sAyCIFwhfLVE21kXTESCnSnlOo_zcGqCe66C3F7H6gudDmNpwlC4Ds_sk_MM-4w7z7St28cgvZyz3VEQagPA7DZhXD2MZomKhNgpEHVutp3wuBqd6OYAksO5KQr_oyPazPzV5LaRs2fRUBY2YhZkq2h_u6gp/s660/Ebner.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="426" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ-QxG0fUulNEH83YSnXge-2DZ41t3QjR1sAyCIFwhfLVE21kXTESCnSnlOo_zcGqCe66C3F7H6gudDmNpwlC4Ds_sk_MM-4w7z7St28cgvZyz3VEQagPA7DZhXD2MZomKhNgpEHVutp3wuBqd6OYAksO5KQr_oyPazPzV5LaRs2fRUBY2YhZkq2h_u6gp/s320/Ebner.jpg" width="207" /></a></div><br /><h1 align="center" style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: center;"><br /></h1>
<h1 align="center" style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: center;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">Martin Ebner, <i>La Chiesa
ha bisogno di sacerdoti? </i>(Giornale di Teologia 454), Prefazione all’edizione
italiana di Flavio Dalla Vecchia, Queriniana, Brescia 2023. 124 pp. (€ 15,00).<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">Riproduco in seguito le due
prime pagine (5-6) della lunga prefazione (pp. 5-20).<o:p></o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="border: none; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-border-bottom-alt: solid #A2A9B1 .75pt; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; padding: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">È noto che fin dai primi
secoli è invalso nelle chiese l’utilizzo di un vocabolario sacerdotale per
designare il ministero dei vescovi e dei presbiteri nel senso ben riassunto da <i>Lumen
Gentium </i>28, mentre uno sguardo al Nuovo Testamento prospetta una situazione
assai diversa: in esso la terminologia sacerdotale non è applicata ai ministeri
ecclesiali, ed è riservata invece al solo Gesù Cristo (così la <i>Lettera agli
Ebrei</i>) e al sacerdozio del popolo di Dio (1Pt 2,5.9; Ap 1,6; 5,10; 20,6).
In effetti il vocabolo </span><span style="color: black; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">ἱ</span><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">ερεύς</span><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 16.0pt; font-weight: normal;"> </span><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">occorre 31 volte nel Nuovo Testamento, per designare anzitutto i
sacerdoti ebrei (Mt 8,4; 12,4.5; Mc 1,44; 2,26; Lc 1,5; 5,14; 6,4; 10,31;
17,14; Gv 1,19; At 4,1; 6,7) e in un caso il sacerdote del culto pagano (At
14,13); è inoltre applicato a Cristo (Eb 5,6; 7,1.3.11.14.15.17.20.21.23; 8,4;
9,6; 10,11.21) e al popolo di Dio (Ap 1,6; 5,10; 20,6); risalta infine la
totale assenza del vocabolo nell’epistolario paolino, che pure dedica ampio spazio
all’apostolato e ad altre funzioni esercitate nella chiesa. Si spiega in tal
modo perché i Riformatori, appellandosi all’autorità della <i>sola Scriptura</i>,
abbiano avanzato riserve e contestato la tradizione ecclesiale che attribuiva
al ministero cristiano qualità sacerdotali. In dialogo con quanto Ebner propone
in questa breve disanima non mi propongo di contestare una tradizione, ma di illustrare
le tendenze in atto nei primi tempi della chiesa, per rendere ragione dei
silenzi del Nuovo Testamento.</span><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 16.0pt; font-weight: normal;"><o:p></o:p></span></h1><div><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; font-weight: normal;">.....</span></div>
</div>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-31762279273881045122024-02-16T21:00:00.000-08:002024-02-16T21:00:00.132-08:00DOMENICA I DI QUARESIMA ( B ) – 18 Febbraio 2024<p> </p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI96M6fFFLXElr7arwr9SZZsZ3CouwKGXrIGVICVcWnG83zfjC4G-hpySg2sIVN_OoHPSNE77iPJJ48-DXhVLq2Y0HVB6Yo5hehwjttqjndri1AbjqfS6NFV0paiOJI-b2WNgNxiwO1fhh1HuvkViADpMgQ56WixPps0LeQiXYEVSnNZfPXvztP1ZcT2jC/s310/Tentazioni%20di%20Ges%C3%B9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="163" data-original-width="310" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI96M6fFFLXElr7arwr9SZZsZ3CouwKGXrIGVICVcWnG83zfjC4G-hpySg2sIVN_OoHPSNE77iPJJ48-DXhVLq2Y0HVB6Yo5hehwjttqjndri1AbjqfS6NFV0paiOJI-b2WNgNxiwO1fhh1HuvkViADpMgQ56WixPps0LeQiXYEVSnNZfPXvztP1ZcT2jC/w460-h242/Tentazioni%20di%20Ges%C3%B9.jpg" width="460" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gen
9,8-15; Sal 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Al
brevissimo racconto che fa san Marco dell’episodio delle tentazioni di Gesù nel
deserto, il brano evangelico di questa prima domenica di Quaresima aggiunge il
primo annuncio pubblico del vangelo: “...Gesù andò nella Galilea, proclamando
il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al vangelo»”. Le tentazioni di Gesù nel deserto e il suo
primo annuncio programmatico in Galilea formano un tutto coerente: la vittoria
di Gesù sul tentatore è segno che il tempo messianico della salvezza è
cominciato e il regno di Dio è già un fatto presente. Con Gesù la regalità di
Dio, promessa dai profeti e anticipata negli eventi biblici dell’Antico Testamento,
irrompe nella storia umana. Gli uomini non siamo più costretti a subire il
dominio di satana, la schiavitù del peccato, la paura della morte; possiamo
ormai sottometterci alla forza liberante e consolante di Dio che si manifesta
in modo efficace in Gesù Cristo. “Credere al vangelo” significa rompere con le
paure e le schiavitù del passato e aprirsi con fiducia al nuovo futuro offerto
da Dio in Cristo. San Pietro nella seconda lettura ribadisce la stessa verità
ricordandoci l’ultima vittoria di Gesù su satana nel momento decisivo della
croce: “Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli
ingiusti, per ricondurvi a Dio...” Annuncio efficace e credibile del vangelo,
dunque, fondato sull’obbedienza di Gesù che è diventata vittoria su satana.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Solo
la grazia meritata da Cristo, e comunicata a noi attraverso il sacramento del
battesimo, può operare quella trasformazione interiore che ci rende “uomini e
donne nuovi” in Cristo. Ma, come ricorda san Paolo, questa grazia deve essere
accolta e corrisposta: “Fratelli, vi esortiamo a non accogliere invano la
grazia di Dio...” (Primi Vespri, lettura breve: 2Cor 6,1-4ª). La tradizione
cristiana ha comparato l’acqua del battesimo alle acque del diluvio, di cui parla
la prima lettura: Dio ha purificato l’umanità con il diluvio per ristabilire
l’alleanza con il giusto Noè e la sua famiglia, principio di una nuova umanità.
Così anche il battesimo ci purifica dal peccato e, rinati a una vita nuova, ci
offre la possibilità di ristabilire saldi rapporti di amicizia con Dio. Il
battesimo è quindi il segno visibile dell’alleanza nuova e definitiva che Dio
sancisce con gli uomini nel sangue di suo Figlio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Il
Tempo quaresimale che stiamo iniziando è un periodo propizio per prendere
coscienza della realtà profonda del nostro battesimo e rinsaldare così la
nostra alleanza con il Signore. Dio rinnova nei secoli la sua alleanza con tutte
le generazioni. L’alleanza è la spina dorsale di tutta la storia della salvezza,
tanto nella fase di preparazione che in quella di compimento. Si può dire anzi
che tutti i rapporti fra Dio e l’umanità, fra Dio e la Chiesa e fra Dio e
ciascuno di noi si fondino sull’alleanza. <span style="mso-tab-count: 1;"> </span><o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-10194553047104226242024-02-13T03:00:00.000-08:002024-02-13T03:00:00.244-08:00MERCOLEDI DELLE CENERI – 14 Febbraio 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNDk8uU7hil_8D1KCsgiYR6FitL-N8V3z7DR4PQZzlbj6htLeI3XHK25THVw1P_nnfk2kqPKWq7csjw9c2PacWFKeP44OCE1C_NNuSwESSreh0DBNzfaKfHFk5v5OEzl0DCuGvYLXk-C4rJNLgkAWZkpUKAwAPHXTBDkWNfWAfXhPBaIcNmLhFiECQpgA1/s300/Ceneri%20in%20pandemi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNDk8uU7hil_8D1KCsgiYR6FitL-N8V3z7DR4PQZzlbj6htLeI3XHK25THVw1P_nnfk2kqPKWq7csjw9c2PacWFKeP44OCE1C_NNuSwESSreh0DBNzfaKfHFk5v5OEzl0DCuGvYLXk-C4rJNLgkAWZkpUKAwAPHXTBDkWNfWAfXhPBaIcNmLhFiECQpgA1/w413-h232/Ceneri%20in%20pandemi.jpg" width="413" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gl
2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
Quaresima che oggi iniziamo non propone nulla di straordinario rispetto alle
esigenze fondamentali della vita cristiana. Esse vengono solo richiamate con
insistenza perché ci si sforzi, sul piano personale e comunitario, di
integrarle o reintegrarle meglio nella vita quotidiana. Possiamo dire con san
Paolo che la Quaresima è semplicemente un “momento favorevole” per fare una
verifica attenta della nostra vita e renderla così sempre più conforme alle
esigenze del nostro battesimo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">La
grazia del battesimo non libera la nostra natura dalla sua debolezza, né
dall’inclinazione al peccato che la tradizione chiama “concupiscenza”, la quale
rimane in noi anche dopo il battesimo perché sosteniamo le prove quotidiane nel
combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo. Nelle
invocazioni delle Lodi mattutine di questo Mercoledì delle Ceneri l’itinerario
quaresimale viene presentato come un tempo per “ricuperare pienamente il senso
penitenziale e battesimale della vita cristiana”. Questo itinerario è fatto
d’un “morire” e d’un “risorgere”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Si
tratta di un “cammino di conversione”. “Convertirsi” è una scelta che comporta
un cambiamento radicale del modo di pensare e di vivere, si tratta cioè di
acquisire un modo di pensare e di vivere secondo il vangelo, come ci ricordano
le parole con cui viene imposta su ciascuno di noi la cenere all’inizio della
Quaresima: “Convertitevi, e credete al vangelo” (Mc 1,15).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Nel
nostro cammino quaresimale siamo quindi chiamati a prendere una più lucida
coscienza della realtà e delle esigenze del proprio battesimo. Seguendo la
dottrina dei Padri, pratiche quaresimali tradizionali atte a raggiungere questo
scopo sono il digiuno, l’elemosina e la preghiera. La preghiera nutre la nostra
fede; il digiuno è espressione della speranza nei beni futuri; l’elemosina ci invita
ad approfondire la virtù della carità. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Le
tradizionali pratiche quaresimali vanno accompagnate dall’ascolto assiduo della
parola di Dio Il cammino quaresimale è quindi un cammino di fede, che non può
essere fatto senza un costante riferimento alla parola di Dio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-51113832596367373362024-02-11T09:00:00.000-08:002024-02-11T09:00:00.135-08:00LA CRISI DI CREDIBILITA’ DELLA CHIESA<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilFKsSx5GJ1NOXVdo-F_6tz1ftsHnkJhsxhc4xB4bMq7QP9Fi8WdohXru5K_jrSWvRe3JVS8w1r4ni0j9PyRBqtoRuUE_Ex9ItPW89lS5ObU-k1dWV1TxjrpkQamA-xnpEw-GKgxxv34qOPUMNJbAbn_fqcdXIJzLs9WTHQUcvZaCunmFYJAmr7TswX6Cq/s4000/Chiesa%20romaanica%20di%20s.%20Secondo%20(secolo%20XI).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="3000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilFKsSx5GJ1NOXVdo-F_6tz1ftsHnkJhsxhc4xB4bMq7QP9Fi8WdohXru5K_jrSWvRe3JVS8w1r4ni0j9PyRBqtoRuUE_Ex9ItPW89lS5ObU-k1dWV1TxjrpkQamA-xnpEw-GKgxxv34qOPUMNJbAbn_fqcdXIJzLs9WTHQUcvZaCunmFYJAmr7TswX6Cq/s320/Chiesa%20romaanica%20di%20s.%20Secondo%20(secolo%20XI).jpg" width="240" /></a></div><br /><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Non mancano coloro che credono
che la soluzione alla crisi di credibilità che la Chiesa attraversa stia in un
ritorno al passato, ossia a una Chiesa forte e potente, ammantata di quell’alone
sacrale di cui si soffrirebbe la perdita. Una Chiesa di nuovo aperta al divino,
ben distinta all’interno in chierici e laici e, soprattutto, ben appariscente
nelle forme di un culto incomprensibile e proprio per questo pieno di fascino.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Va detto che alla schiera dei
cristiani che rimpiangono le forme del passato si uniscono anche i cosiddetti “atei
devoti”, pronti a protestare se, ad esempio, la formula del “Padre nostro”
cambia, e non perché hanno a cuore la teologia che eventualmente vi soggiace,
ma solo per amore di continuità nostalgica e romantica. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Il che cosa fare insomma è
quanto mai urgente. Occorre acquisire la lingua della cultura corrente e d’altra
parte tenere fermo il messaggio in quello che ha di essenziale. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Fonte: cfr. <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Cettina Militello, <i>Le chiese alla svolta.
Ripensare i ministeri</i>, EDB 2023, p. 103.</span><o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-2005811481164670472024-02-10T02:00:00.000-08:002024-02-10T02:00:00.129-08:00DOMENICA VI DEL TEMPO ORDINARIO (B) – 11 Febbraio 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7NDxkgFG5ZH0hWdgfQ1HmhZLhOsTZQs8FXpErIZuZNp3Ef7oQwiDfUkdj4wuXnDJskgkem7o6Gelvk7DnSElNaZYpMcNtFDlFxnhXvOS9iUftfX76_o-ZuJbE60WPlH2gXkn1nFbS-oiaTmEoxc_30Hi_RGkQChmkNukyV_s-s2uJpAMytUE-nG3QPnVY/s275/Lebbroso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7NDxkgFG5ZH0hWdgfQ1HmhZLhOsTZQs8FXpErIZuZNp3Ef7oQwiDfUkdj4wuXnDJskgkem7o6Gelvk7DnSElNaZYpMcNtFDlFxnhXvOS9iUftfX76_o-ZuJbE60WPlH2gXkn1nFbS-oiaTmEoxc_30Hi_RGkQChmkNukyV_s-s2uJpAMytUE-nG3QPnVY/w419-h278/Lebbroso.jpg" width="419" /></a></div><br /><h1><br /></h1>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Lv
13,1-2.45-46; Sal 31; 1Cor 10,31-11,1; Mc 1,40-45<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Dopo
l’intensa giornata di Cafarnao, narrata dal brano evangelico nelle domeniche
anteriori, ecco ora Gesù davanti a un lebbroso, che lo supplica in ginocchio:
“Se vuoi puoi purificarmi!”. Nessuna indicazione di luogo, in questo caso. La
folla sembra improvvisamente scomparsa. Evidentemente Marco ha voluto fissare
solo il faccia a faccia fra Gesù e questo malato anonimo, in rappresentanza di
tutti gli altri. Secondo le usanze dell’antico Vicino Oriente, riprese dalla
legge dell’Antico Testamento, colui che era colpito dalla lebbra era segregato,
separato dal contatto con gli altri. Si può ben dire che il malato di lebbra
era considerato fuori dell’area della salvezza, uno scomunicato, un cadavere
ambulante. La lebbra costituiva un simbolo attorno al quale si addensavano
paure, tabù, dogmi scientifici e religiosi. Ne è testimone il frammento della
legislazione del Levitico circa la lebbra che abbiamo ascoltato come prima lettura.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L’incubo legale e religioso di questa
malattia è decisivo per comprendere il dramma umano e religioso del lebbroso,
di cui parla il vangelo di questa domenica, e al tempo stesso l’originalità e
la forza provocatoria del gesto compiuto da Gesù. Il lebbroso del vangelo sfida
la segregazione in cui era costretto a vivere, va con fede davanti a Gesù, il
quale mosso a compassione lo guarisce e poi lo manda dal sacerdote perché egli
possa essere reinserito ufficialmente nel contesto sociale. Il gesto e la
parola efficace di Gesù restituiscono all’uomo quello statuto di purità, integrità
e salute che gli consentiranno di vivere in maniera libera con gli altri
davanti a Dio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Cristo
è venuto ad instaurare un nuovo atteggiamento verso la sofferenza dell’uomo e,
in particolare, verso coloro che sono emarginati. Guarendo il lebbroso, Gesù si
rivela come colui nel quale Dio si fa prossimo agli uomini: a tutti gli uomini,
anche a coloro che sono esclusi ed emarginati. Gesù è una prossimità che supera
le distanze e le barriere costruite dal nostro egoismo. In questo modo, Gesù ci
insegna ad agire anche noi in modo simile. Ciò è possibile, come dice san Paolo
nella seconda lettura, solo se ci si impegna a cercare non il proprio interesse
“ma quello di molti, perché giungano alla salvezza”. Siamo quindi chiamati a
controllare l’atteggiamento verso i nostri simili per eliminare ogni forma di
esclusione, di emarginazione anche sottile presente talvolta nel nostro modo di
pensare e di operare. Ci possiamo domandare: chi sono i “lebbrosi” oggi, i
diversi? Chi sono gli esclusi della nostra società? Quale tipo di comportamento
abbiamo di fronte ad essi? Abbiamo dei pregiudizi? Ci lasciamo trascinare
talvolta da un egoismo mascherato di perbenismo, di buon senso? L’azione di
Gesù è una testimonianza contro tutto questo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Chi
si avvicina con fede a Gesù, come il lebbroso del vangelo, viene “purificato”.
Così pure chi si avvicina con fede all’eucaristia, viene purificato dal peccato
e ritrova la vera vita.<o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-2520631549059343472024-02-08T12:11:00.000-08:002024-02-09T03:07:15.723-08:00DISCORSO DI PAPA FRANCESCO ALLA PLENARIA DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<p> </p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span class="title-1-color"><b><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"><br /></span></i></b></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span class="title-1-color"><b><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"><br /></span></i></b></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span class="title-1-color"><b><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"><br /></span></i></b></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span class="title-1-color"><b><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"></span></i></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWUX7OK2NB2HLrdomm4tnfcpJ4moe937Ibk0CaB2KeZPWOSapKToWZcX2abdgSn9eXiWplS1llZrdsvX2lPsysvCGhn0OUum2q7-rJ7QyvAZ_LAFEuXBDOpdPj0jx0iYMbV5WL3B9tTgJVuEvdZifNppH_zIrN-DyzhTuCPyDIkQtDAADMV8arQosE6JVi/s471/Papa%20Francesco%202.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="259" data-original-width="471" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWUX7OK2NB2HLrdomm4tnfcpJ4moe937Ibk0CaB2KeZPWOSapKToWZcX2abdgSn9eXiWplS1llZrdsvX2lPsysvCGhn0OUum2q7-rJ7QyvAZ_LAFEuXBDOpdPj0jx0iYMbV5WL3B9tTgJVuEvdZifNppH_zIrN-DyzhTuCPyDIkQtDAADMV8arQosE6JVi/s320/Papa%20Francesco%202.jpg" width="320" /></a></i></b></div><b><i><br /><div style="text-align: center;"><b><i>DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO</i></b></div></i></b><b><div style="text-align: center;"><b><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"><span class="title-1-color">AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DEL</span></span></i></b></div><i><div style="text-align: center;"><b><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"><span class="title-1-color">DICASTERO PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI
SACRAMENTI</span></span></i></b></div></i></b><p></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span class="color-text"><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;">Sala Clementina</span></i></span><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;"><br />
<span class="color-text">Giovedì, 8 febbraio 2024</span></span></i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">[<a href="https://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2024/2/8/plenaria-culto-divino.html"><span style="color: #663300;">Multimedia</span></a>]</span></b><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">_________________________________<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Cari fratelli e sorelle!</span></i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Vi incontro in occasione della
vostra Assemblea Plenaria. Saluto il Cardinale Prefetto e tutti voi, Membri,
Consultori e Collaboratori del <a href="http://www.cultodivino.va/content/cultodivino/it.html"><span style="color: #663300;">Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti</span></a>.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">A sessant’anni dalla promulgazione
della <i><a href="https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html"><span style="color: #663300;">Sacrosanctum Concilium</span></a></i>, non smettono di
entusiasmare le parole che leggiamo nel suo <i>Proemio</i>, con le quali i
Padri dichiaravano la finalità del Concilio. Sono obiettivi che descrivono una
precisa volontà di riforma della Chiesa nelle sue dimensioni fondamentali: far
crescere ogni giorno di più la vita cristiana dei fedeli; adattare meglio alle esigenze
del nostro tempo le istituzioni soggette a mutamenti; favorire ciò che può
contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo; rinvigorire ciò che giova
a chiamare tutti nel seno della Chiesa (cfr <i><a href="https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html"><span style="color: #663300;">SC</span></a></i>, 1). Si tratta di un lavoro di
rinnovamento spirituale, pastorale, ecumenico e missionario. E per poterlo
realizzare i Padri conciliari sapevano bene da dove dover cominciare, sapevano
«di doversi occupare in modo speciale anche della riforma e della promozione
della liturgia» (<i><a href="https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html"><span style="color: #663300;">ibid</span></a>.</i>). È come dire: senza riforma
liturgica non c’è riforma della Chiesa.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Possiamo fare una tale affermazione
solo comprendendo che cos’è la liturgia in senso teologico, così come i primi
numeri della Costituzione sintetizzano in modo mirabile. Una Chiesa che non
sente la passione per la crescita spirituale, che non cerca di parlare in modo
comprensibile agli uomini e alle donne del suo tempo, che non prova dolore per
la divisione tra i cristiani, che non freme per l’ansia di annunciare Cristo
alle genti, è una Chiesa malata, e questi ne sono i sintomi.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Ogni istanza di riforma della
Chiesa è sempre questione di fedeltà sponsale: la Chiesa Sposa sarà sempre più
bella quanto più amerà Cristo Sposo, fino ad appartenergli totalmente, fino
alla piena conformazione a Lui. E su questo, dico una cosa sulle ministerialità
della donna. La Chiesa è donna, la Chiesa è madre, la Chiesa ha la sua figura
in Maria e la Chiesa-donna, la cui figura è Maria, è più che Pietro, cioè è
un’altra cosa. Non si può ridurre tutto alla ministerialità. La donna in sé
stessa ha un simbolo molto grande nella Chiesa come donna, senza ridurla alla
ministerialità. Per questo ho detto che ogni istanza di riforma della Chiesa è
sempre questione di fedeltà sponsale, perché è donna. I Padri conciliari sanno
di dover mettere al centro la liturgia, perché è il luogo per eccellenza in cui
incontrare Cristo vivo. Lo Spirito Santo, che è la preziosa dote che lo Sposo
stesso, con la sua croce, ha provveduto per la Sposa, rende possibile
quella <i>actuosa participatio</i> che continuamente anima e rinnova
la vita battesimale.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Lo scopo della riforma liturgica –
nel quadro più ampio del rinnovamento della Chiesa – è proprio di «suscitare
quella formazione dei fedeli e promuovere quell’azione pastorale che abbia come
suo culmine e sua sorgente la sacra Liturgia (Istr. <i>Inter oecumenici</i>,
26 settembre 1964, 5).<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Perché tutto questo possa accadere
è, dunque, necessaria la formazione liturgica, cioè <i>alla</i> liturgia
e <i>dalla</i> liturgia, sulla quale state riflettendo in questi
giorni. Non si tratta di una specializzazione per pochi esperti, ma di una
disposizione interiore di tutto il popolo di Dio. Ciò naturalmente non esclude
che vi sia una priorità nella formazione di coloro che, in forza del sacramento
dell’Ordine, sono chiamati ad essere mistagoghi, cioè a prendere per mano e
accompagnare i fedeli nella conoscenza dei santi misteri. Vi incoraggio a
proseguire in questo vostro impegno affinché i pastori sappiano condurre il
popolo al buon pascolo della celebrazione liturgica, dove l’annuncio di Cristo
morto e risorto diventa esperienza concreta della sua presenza che trasforma la
vita.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Nello spirito di collaborazione
sinodale tra i Dicasteri – auspicata nella <i><a href="https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_constitutions/documents/20220319-costituzione-ap-praedicate-evangelium.html"><span style="color: #663300;">Praedicate Evangelium</span></a></i> (cfr n. 8) –
desidero che la questione della formazione liturgica dei ministri ordinati sia
trattata anche con il <a href="https://www.vatican.va/content/romancuria/it/dicasteri/dicastero-cultura-educazione.html"><span style="color: #663300;">Dicastero per la Cultura e l’Educazione</span></a>, con
il <a href="https://www.clerus.va/it.html"><span style="color: #663300;">Dicastero
per il Clero</span></a> e con il <a href="https://www.vitaconsacrata.va/it.html"><span style="color: #996633;">Dicastero
per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica</span></a>,
così che ciascuno offra il proprio specifico contributo. Se «la liturgia è il
culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da
cui promana tutta la sua energia» (<i><a href="https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html#10"><span style="color: #663300;">SC</span></a></i>, 10), occorre fare in modo che anche la
formazione dei ministri ordinati abbia sempre più un’impronta
liturgico-sapienziale, sia nel <i>curriculum</i> degli studi
teologici sia nell’esperienza di vita dei seminari.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Infine, mentre prepariamo nuovi
percorsi formativi per i ministri, dobbiamo contemporaneamente pensare a quelli
destinati al popolo di Dio. A partire dalle assemblee che si radunano nel
giorno del Signore e nelle feste dell’anno liturgico: esse costituiscono la
prima concreta opportunità di formazione liturgica. E così pure possono esserlo
altri momenti in cui la gente maggiormente partecipa alle celebrazioni e alla
loro preparazione: penso alle feste patronali, o ai Sacramenti dell’iniziazione
cristiana. Preparate con cura pastorale, diventano occasioni favorevoli perché
la gente possa riscoprire e approfondire il senso del celebrare oggi il mistero
della salvezza.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">«Andate a preparare per noi […] la
Pasqua» (<i>Lc</i> 22,8): queste parole di Gesù, che ispirano le vostre
riflessioni in questi giorni, esprimono il desiderio del Signore di averci
attorno alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue. Sono un imperativo che ci
raggiunge come un’amorevole supplica: impegnarsi nella formazione liturgica
vuol dire corrispondere a questo invito perché “possiamo mangiare la Pasqua” e
vivere un’esistenza pasquale, personale e comunitaria.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;">Cari fratelli e sorelle, il vostro
compito è grande e bello: lavorare perché il popolo di Dio cresca nella
consapevolezza e nella gioia di incontrare il Signore celebrando i santi
misteri e, incontrandolo, abbia vita nel suo nome. Vi ringrazio tanto per il
vostro impegno e vi benedico di cuore. La Vergine Santa vi custodisca. E per
favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt; line-height: 107%;"><br clear="all" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; mso-special-character: line-break; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;" />
</span><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 14pt; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt; margin: 7.5pt 0cm;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 14pt; line-height: 107%;">
<hr align="left" noshade="" size="2" style="color: black;" width="100%" />
</span></div>
<p align="center" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: center; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #663300; font-size: 14pt;">Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice
Vaticana</span><span face=""Arial",sans-serif" style="color: black; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p><br /><p></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-61679398242116427512024-02-04T08:50:00.000-08:002024-02-04T12:36:29.081-08:00LA RIFORMA LITURGICA (Giornata di studio)<p> </p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><b>PONTIFICIA UNIVERSITA DELLA SANTA CROCE</b></span></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><br /></span></b></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">LA RIFORMA
LITURGICA<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Giornata di studio<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">La riforma liturgica tra
storia e teologia<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">a 60 anni dalla “Inter
Oecumenici” (1964-2024)<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Mercoledì 21 febbraio 2024<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Tel. +39 06 68164500<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">8.45 Accoglienza dei partecipanti<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">9.00 Saluto iniziale<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Rev. Prof. Philip Goyret<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Decano della Facoltà di Teologia<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Pontificia Università della Santa Croce<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">9:15 Inter Oecumenici: chiavi teologiche<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">dell’implementazione di Sacrosanctum<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Concilium<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">S.E.R. Mons. Vittorio Francesco Viola<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Segretario del Dicastero per il Culto Divino e<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">la Disciplina dei Sacramenti<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">10:00 Un caso di studio: dalla teologia della<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Parola alla riscoperta dell’ambone in Inter<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Oecumenici<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Rev. Prof. Fernando López-Arias<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Pontificia Università della Santa Croce<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">10.30 Intervallo<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">11:00 Status quaestionis delle ricerche sulla<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Riforma Liturgica<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Sr. Elena Massimi, FMA<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">11:30 Il P. Carlo Braga CM, protagonista della<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Riforma Liturgica, e il suo archivio<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Rev. Yoseph Indra Kusuma<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Pontificia Università della Santa Croce<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">11:50 Dialogo con i relatori<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Modera Rev. Prof. Juan Rego<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Direttore dell’Istituto di Liturgia<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Pontificia Università della Santa Croce<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">12.30 Fine della Giornata<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">www.unisantacroce.it/teo/liturgia24<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Partecipazione
gratuita<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">con iscrizione on
line<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></b></p><br /><p></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-71125888142232484032024-02-03T21:45:00.000-08:002024-02-03T21:45:52.304-08:00NOTA SULLA VALIDITA' DEI SACRAMENTI<p align="center" style="background: white; text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvL1MiJ7zw4TJhlh6rHNWCVfPf2zm0UvrruNcWtZvi27uyuRvsOG7s0WM9RKWvGZAchMW_Pe0jYRhRg-vVXm7PeAdKGnxHKUYJbVQlXs8K1GTH7TUl-CCMv6-0XEkrHmlUK9CIO1YHa0QIdsx_V_GfKBiXaG-V5vg0SsuDTQR4vlKA-JnqTa6y5RLVrdEk/s600/Baldachino%20S.%20Pietro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="431" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvL1MiJ7zw4TJhlh6rHNWCVfPf2zm0UvrruNcWtZvi27uyuRvsOG7s0WM9RKWvGZAchMW_Pe0jYRhRg-vVXm7PeAdKGnxHKUYJbVQlXs8K1GTH7TUl-CCMv6-0XEkrHmlUK9CIO1YHa0QIdsx_V_GfKBiXaG-V5vg0SsuDTQR4vlKA-JnqTa6y5RLVrdEk/s320/Baldachino%20S.%20Pietro.jpg" width="230" /></a></div><br /><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span><p></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></p><p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">DICASTERO
PER LA DOTTRINA DELLA FEDE</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><b><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">NOTA</span></b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><b><i><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">GESTIS
VERBISQUE</span></i></b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><b><span style="color: #663300; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">SULLA
VALIDITÁ DEI SACRAMENTI</span></b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Presentazione</span></b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Già in occasione dell’Assemblea Plenaria del Dicastero del gennaio
2022, i Cardinali e i Vescovi Membri avevano espresso la loro preoccupazione
per il moltiplicarsi di situazioni in cui si era costretti a costatare
l’invalidità dei Sacramenti celebrati. Le gravi modifiche apportate alla
materia o alla forma dei Sacramenti, rendendone nulla la celebrazione, avevano
poi condotto alla necessità di rintracciare le persone coinvolte per ripetere
il rito del Battesimo o della Cresima ed un numero importante di fedeli hanno
giustamente espresso il loro turbamento. Ad esempio, invece di usare la formula
stabilita per il Battesimo, si sono utilizzate formule come quelle che seguono:
«Io ti battezzo nel nome del Creatore…» e «A nome del papà e della mamma… noi
ti battezziamo». In una tale grave situazione si sono ritrovati anche dei
sacerdoti. Questi ultimi, essendo stati battezzati con formule di questo tipo,
hanno scoperto dolorosamente l’invalidità della loro ordinazione e dei
sacramenti sino a quel momento celebrati.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Mentre in altri ambiti dell’azione pastorale della Chiesa si
dispone di un ampio spazio per la creatività, una simile inventiva nell’ambito
della celebrazione dei Sacramenti si trasforma piuttosto in una “volontà
manipolatrice” e non può perciò essere invocata.<a name="_ftnref1"></a><a href="https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20240202_gestis-verbisque_it.html#_ftn1"><span style="color: #663300;">[1]</span></a> Modificare,
dunque, la forma di un Sacramento o la sua materia è sempre un atto gravemente
illecito e merita una pena esemplare, proprio perché simili gesti arbitrari
sono in grado di produrre un gravoso danno al Popolo fedele di Dio.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Nel discorso rivolto al nostro Dicastero, in occasione della
recente Assemblea Plenaria, il 26 gennaio 2024, il Santo Padre ha ricordato che
«mediante i Sacramenti, i credenti diventano capaci di profezia e di
testimonianza. E il nostro tempo ha bisogno con particolare urgenza di profeti
di vita nuova e di testimoni di carità: amiamo dunque e facciamo amare la
bellezza e la forza salvifica dei Sacramenti!». In questo contesto ha altresì
indicato che «ai ministri è richiesta una particolare cura nell’amministrarli e
nel dischiudere ai fedeli i tesori di grazia che comunicano».<a name="_ftnref2"></a><a href="https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20240202_gestis-verbisque_it.html#_ftn2"><span style="color: #663300;">[2]</span></a><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">È così che, da una parte, il Santo Padre ci invita ad agire in
modo tale che i fedeli possano avvicinarsi fruttuosamente ai Sacramenti, mentre
dall’altra parte sottolinea con forza il richiamo ad una “particolare cura”
nella loro amministrazione.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">A noi ministri è pertanto richiesta la forza di superare la
tentazione di sentirci proprietari della Chiesa. Dobbiamo, al contrario,
diventare assai ricettivi davanti a un dono che ci precede: non soltanto il
dono della vita o della grazia, ma anche i tesori dei Sacramenti che ci sono
stati affidati dalla Madre Chiesa. Non sono nostri! E i fedeli hanno il
diritto, a loro volta, di riceverli così come la Chiesa dispone: è in questa
maniera che la loro celebrazione è corrispondente all’intenzione di Gesù e rende
attuale ed efficace l’evento della Pasqua.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Col nostro religioso rispetto di ministri verso quanto la Chiesa
ha stabilito riguardo alla materia e alla forma di ogni Sacramento,
manifestiamo di fronte alla comunità la verità che «il Capo della Chiesa, e
dunque il vero presidente della celebrazione, è solo Cristo».<a name="_ftnref3"></a><a href="https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20240202_gestis-verbisque_it.html#_ftn3"><span style="color: #663300;">[3]</span></a><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">La <i>Nota </i>che qui presentiamo non tratta perciò di
una questione meramente tecnica o persino “rigorista”. Con il pubblicarla, il
Dicastero intende principalmente esprimere luminosamente la priorità dell’agire
di Dio e salvaguardare umilmente l’unità del Corpo di Cristo che è la Chiesa
nei suoi gesti più sacri.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Possa questo Documento, approvato unanimemente il 25 gennaio 2024
dai Membri del Dicastero riuniti in Assemblea Plenaria e poi dallo stesso Santo
Padre Francesco, rinnovare in tutti i ministri della Chiesa la piena
consapevolezza di quanto Cristo ci ha detto: «<em>Non voi avete scelto me</em>,<em> ma</em> <em>io ho scelto voi</em>» (<i>Gv</i> 15,16).<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Víctor
Manuel Card. FERNÁNDEZ<i><br />
Prefetto</i><o:p></o:p></span></p>
<p align="center" style="background: white; text-align: center;"><span style="font-family: Tahoma, sans-serif; font-size: 11pt;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Testo della Nota: https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20240202_gestis-verbisque_it.html<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"> </span></b></p>
<p><b style="text-align: center;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;"> </span></b> </p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-32123040359816752102024-02-02T21:00:00.000-08:002024-02-02T21:00:00.145-08:00DOMENICA V DEL TEMPO ORDINARIO (B) – 4 Febbraio 2024<p> </p><h1><br /></h1>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifFpNCUi47BEw1Ipv0X8VQcrsznxOeVPKUngWrygCg7_igHiWCK1Cm564vrdzqpbcIG0heHKxzHCuJj193BncwlfxsWy6-8kidvAJ3IGz-YBCI9W62xJRgpI3jvfW6jIScLjO7xJHb92Y-H8yRrxebOAX2t61jj9KoiZy54HjT1gGj0131MhphKSo0ebaf/s1698/Cristo%20di%20Dal%C3%AC.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1698" data-original-width="1164" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifFpNCUi47BEw1Ipv0X8VQcrsznxOeVPKUngWrygCg7_igHiWCK1Cm564vrdzqpbcIG0heHKxzHCuJj193BncwlfxsWy6-8kidvAJ3IGz-YBCI9W62xJRgpI3jvfW6jIScLjO7xJHb92Y-H8yRrxebOAX2t61jj9KoiZy54HjT1gGj0131MhphKSo0ebaf/s320/Cristo%20di%20Dal%C3%AC.jpg" width="219" /></a></i></div><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /> </i><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gb
7,1-4.6-7; 146; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
liturgia odierna ci invita a riflettere sullo scandalo della sofferenza nella vita
dell’uomo. I lamenti del giusto Giobbe, di cui parla la prima lettura, sono
espressione classica di quella continua ricerca di una risposta al senso della
sofferenza che percorre la storia dell’umanità e d’ognuno di noi. A Giobbe non
viene condonato nulla, la sua sofferenza non è soggetta a sconti. Sprofondato
nella tristezza del tempo volato via in fretta e del bene perduto ormai
irrimediabilmente, l’avvilimento di Giobbe è così profondo che egli non
intravede altro futuro che la morte. Giobbe grida la sua ribellione contro
questa situazione, entra in discussione con Dio e da lui vuole una spiegazione.
Ecco, quindi, che al colmo dell’angoscia, che le considerazioni dei suoi amici
non riescono ad alleviare, Giobbe si rivolge a Dio, sperando contro ogni
speranza in qualcuno che lo libererà dal baratro in cui giace.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
risposta di Dio agli interrogativi di Giobbe e di tutta l’umanità sofferente
non è una filosofia o un convincente ragionamento. La risposta definitiva al
mistero della sofferenza ci viene data con l’avvento di Cristo, il quale è
presentato da san Marco già all’inizio della sua vita pubblica (cf. vangelo)
come colui che è efficacemente solidale con i mali dell’uomo ed è quindi capace
di liberarlo dalla sua situazione di sofferenza. In questa intensa giornata a
Cafarnao, Gesù dopo aver guarito la suocera di Pietro che era a letto con la
febbre, guarisce molti malati e indemoniati che vengono condotti a lui. Le
guarigioni operate da Gesù, che lo accompagneranno poi durante tutta la sua
vita pubblica, sono segno visibile dell’azione sovrana di Dio che in Cristo “risana
i cuori affranti e fascia le loro ferite” (salmo responsoriale). Come ricorda
il canto al vangelo, “Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle
nostre malattie” (Mt 8,17).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">All’immagine
di Gesù che percorre tutta la Galilea predicando il vangelo e sanando i malati
corrisponde l’immagine di san Paolo (cf. seconda lettura) che si fa tutto a
tutti per guadagnare quanti più è possibile alla causa del vangelo. Per
l’apostolo la predicazione del vangelo non si esaurisce in un insegnamento teorico,
ma diventa personale partecipazione alla situazione di coloro cui si rivolge.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Concludendo
queste riflessioni, è doveroso che ne traiamo alcune conseguenze per noi.
L’esperienza della sofferenza è in sé una situazione ambigua, può far
attecchire l’erba velenosa della disperazione o far sbocciare il fiore della
fiducia. Alla luce della nostra fede, la sofferenza non è assurda. Anche se può
sembrare paradossale, l’esperienza della sofferenza può costituire un momento
di crescita ed essere poi il primo passo per aprirsi al desiderio della
salvezza che Cristo annuncia e comunica. <o:p></o:p></span></p>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></h1>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-69180017374718262632024-01-28T09:00:00.001-08:002024-01-28T09:00:00.135-08:00SACRO E PERICOLO <p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZZq2YxMFr_mpYKReMrYC8f9bZY9ovTHt1oPlQ4voBO0G6JN-WJOWPgto1ZuXppl2KaQWxjhoN8V3fu6hMVVr24wwAEJHTTU4zTTMSDWET6LwNRW1tMUScwP_ek1Fh5xeufWFGYESBuNFxDez8ju8I8BpdlRrN_WUOPjZW_TXPRxXXAUyYL_eJo3CNzgE3/s234/Adonai.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="229" data-original-width="234" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZZq2YxMFr_mpYKReMrYC8f9bZY9ovTHt1oPlQ4voBO0G6JN-WJOWPgto1ZuXppl2KaQWxjhoN8V3fu6hMVVr24wwAEJHTTU4zTTMSDWET6LwNRW1tMUScwP_ek1Fh5xeufWFGYESBuNFxDez8ju8I8BpdlRrN_WUOPjZW_TXPRxXXAUyYL_eJo3CNzgE3/s1600/Adonai.jpg" width="234" /></a></div><br /><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">In tutta la cultura ebraica
sacro e pericolo sono legati a doppio filo. Nella tradizione si dice che la
Bibbia “brucia le mani” e che le lettere sulle pagine sono “fuoco nero su fuoco
bianco”. Ancora oggi, in sinagoga non si usa toccare i rotoli della Toràh con
le mani. Per tenere il segno o indicare una parola si usa una bacchetta con la
punta a forma di mano, che infatti si chiama <i>iad</i>, “mano”. Dentro la
Bibbia, poi, è piantata la parola più sacra e, quindi, più pericolosa: il tetragramma.
Il nome di Dio composto da quattro consonanti. Anticamente veniva pronunciato
una sola volta all’anno, durante la ricorrenza più solenne: <i>Iom Kippùr</i>,
il Giorno dell’espiazione. Lo faceva il sommo sacerdote nella parte più interna
del tempio di Gerusalemme, alla quale solo lui aveva accesso, mentre fuori gli <i>shopharìm</i>,
i corni d’ariete sonavano a tutto volume perché nemmeno potesse udirlo. Non
solo: il sommo sacerdote entrava nel cuore del tempio con una corda legata a
una caviglia, per poter essere trascinato fuori precipitosamente se qualcosa
fosse andato storto. Pronunciare il nome di Dio: un atto rischioso fino alla
fatalità. Questo è il motivo per cui spesso nella Bibbia ebraica il tetragramma
non e vocalizzato. L’alternativa consiste nel vocalizzarlo con le vocali di un’altra
parola al posto delle sue: <i>Adonài</i>, Signore. Si tratta di una indicazione
per il lettore: “Invece di pronunciare il tetragramma sacro, leggi <i>Adonài</i>”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Fuori dall’ambito della
lettura biblica, gli Ebrei solitamente sostituiscono il nome di Dio con l’espressione
<i>Hashèm</i>, che significa semplicemente “quel nome”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Spesso la religione viene presentata
come un ambito protettivo, un rifugio dentro il qual sentirsi sicuri. La
solidità dei sani principi, il conforto della tradizione, la consolazione che
deriva d<i>a</i> un’antica saggezza. Forse le istituzioni sacre col tempo
subiscono una trasformazione chimica da conduttori a isolanti. Il fatto è che dove
non c’è un terrificante pericolo, non c’è neppure vera sacralità. Almeno,
questo è ciò che racconta la Bibbia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Fonte: Roberto Mercadini, <i>La
donna che rise di Dio e altre storie della Bibbia</i>, Rizzoli 2023, pp.112-114.<o:p></o:p></span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></b></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-47428965819422335392024-01-26T21:00:00.000-08:002024-01-26T21:00:00.148-08:00DOMENICA IV DEL TEMPO ORDINARIO (B) – 28 Gennaio 2024<p> </p><h1><br /></h1>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwSBxsh7ECtPJXTd4j01W50vJgSC9IXl1ZNNXakEbUjqDWGguLcX3zjvh3Zm69vWU6AE5OEOUxFE7t7ZKlgYqT9lgG1lBTyQexcqNBf_iwSb72oS43AhtGdbqvykJ9QzxxQugxbURFzYjzZ10t5NjgGo2VGz-3db1wVZGgaQPsB37BQ4wXyaVhuhytb3ml/s723/Ges%C3%B9%20Maestro%202.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="723" data-original-width="509" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwSBxsh7ECtPJXTd4j01W50vJgSC9IXl1ZNNXakEbUjqDWGguLcX3zjvh3Zm69vWU6AE5OEOUxFE7t7ZKlgYqT9lgG1lBTyQexcqNBf_iwSb72oS43AhtGdbqvykJ9QzxxQugxbURFzYjzZ10t5NjgGo2VGz-3db1wVZGgaQPsB37BQ4wXyaVhuhytb3ml/s320/Ges%C3%B9%20Maestro%202.jpg" width="225" /></a></i></div><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><br /></i><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Dt
18,15-20; Sal 94; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 14pt;">Come
Israele nel deserto, anche noi siamo in cammino verso una terra promessa. In tutte
le circostanze della vita, nelle gioie e nelle privazioni, nel lavoro e nel
riposo, nel rischio e nella tentazione, soltanto la luce e la forza della fede
possono aiutarci a realizzare pienamente il nostro esodo verso la nuova
Gerusalemme, verso la patria celeste. Ecco perché proclamiamo che il Signore è
“la roccia della nostra salvezza”. La parola di Dio illumina i sentieri del
nostro pellegrinaggio. Per questo, il salmo responsoriale ci invita a non
chiudere il cuore alla voce del Padre che conduce e protegge “il popolo del suo
pascolo” nel cammino della vita.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
prima lettura contiene una promessa divina annunziata da Mosè: Dio non farà mai
venir meno il dono della profezia in Israele attraverso la parola di molti nei
quali questo dono s’incarnerà. Il profeta promesso è il Messia che porterà a
Israele la parola definitiva di Dio, una parola detta con autorità, con la
stessa efficace di quella di Dio. Quindi dopo Mosè e gli altri profeti Dio
invierà il suo profeta per eccellenza, Cristo Gesù: “Dio, che molte volte e in
diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb
1,1-2). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Il
brano evangelico parlando degli inizi del ministero di Gesù a Galilea, nota lo
stupore suscitato dal suo insegnamento. L’evangelista ci invita ad
accompagnare, per una intera giornata, Gesù e i discepoli che egli ha appena
scelto. E’ un giorno di sabato, a Cafarnao. Gesù va alla sinagoga e si mette ad
insegnare. Marco non riferisce nessuna parola del predicatore, ma annota che
parla come uno dotato di una sorprendente autorità e che fin da quel primo
giorno, guarisce un uomo “posseduto da uno spirito impuro”. La missione di Gesù
è come quella dei profeti, che insegnavano a nome di Dio e quindi con
l’autorità che veniva da lui. L’autorità con cui parla Gesù si manifesta
nell’efficacia della sua parola. Se ne ha una conferma nell’episodio di
liberazione dell’indemoniato. L’effetto della parola di Gesù è immediato: “E lo
spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui”. Dunque l’autorità
di Gesù coincide con l’efficacia della sua parola che libera e risana. Gesù si
mostra potente e vincitore contro le forze che schiavizzano l’uomo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gesù
è venuto a strapparci dalle forze del male. In Gesù ci viene offerto un segno
chiaro: Dio impegna se stesso fino in fondo per la nostra felicità. Per questo
il suo Figlio si è fatto uomo. Per questo non esiterà a lottare a mani nude
contro ogni cattiveria e contro ogni odio, contro ogni banalità e contro ogni
menzogna. Fino a venir condannato a morte. Fino a versare il suo sangue. Una
storia di amore che per noi si rende presente in ogni celebrazione
eucaristica.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-8416591177795705322024-01-21T09:00:00.001-08:002024-01-21T09:00:00.150-08:00IL PERICOLOSO FASCINO DEL SACRO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUWTY5KfYN0nv0dQ1dSeozsra1dPYZUuzvE-pwHjirDp7a5Gd8DJlIfQQNNDQpqsYyUo5dQ36MkisnFSTJLhXFQ9obrRSRk1h2YOyuH6oS47GjliYHiOWkSF7SeR65tWBTLvbQN45Adzyw19tWSYBMmxXB7sdaG_1kaE1A5_kNxfYnZy5gDFrJLCOJBjmJ/s300/Burke%20%20con%20coda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="198" data-original-width="300" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUWTY5KfYN0nv0dQ1dSeozsra1dPYZUuzvE-pwHjirDp7a5Gd8DJlIfQQNNDQpqsYyUo5dQ36MkisnFSTJLhXFQ9obrRSRk1h2YOyuH6oS47GjliYHiOWkSF7SeR65tWBTLvbQN45Adzyw19tWSYBMmxXB7sdaG_1kaE1A5_kNxfYnZy5gDFrJLCOJBjmJ/s1600/Burke%20%20con%20coda.jpg" width="300" /></a></div><br /><p align="center" style="background: white; margin: 0cm; text-align: center; vertical-align: top;"><br /></p>
<p align="center" style="background: white; margin: 0cm; text-align: center; vertical-align: top;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Il nostro dovere di sostenere il mondo e
di collaborare alla pace e alla gioia esige la capacità di fare il primo passo.
Sta a noi farlo, rinunciando a tutto quello che ci sembra giusto dover
sospendere per preparare tempi non solo meno faticosi ma possibilmente nuovi.
Un passo è quello di resistere alla fascinazione del sacro per entrare, con
decisione e generosità in un processo di purificazione della fede. La
fascinazione del sacro è assai potente nella vita degli uomini e delle donne del
passato, ma anche del presente. Sta alla base di molti atteggiamenti e posture
tradizionaliste che confondono, appunto, l’attrazione sacrale con il cammino di
santità, dimenticando che questo è il punto fondamentale dell’annuncio
escatologico di Gesù di Nazaret e del suo conflitto con la classe sacerdotale.
Alla domanda “di uno dei suoi discepoli, ‘mentre usciva dal tempio’, Gesù risponde
in modo secco: ‘Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su
pietra che non venga distrutta’” (Mc 13,1-2).</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Il “sacro” privilegia, fino a sancire, la
fissità e l’intoccabilità di persone, cose e gesti. Il dinamismo della
santificazione è un processo che anima e trasfigura continuamente le persone,
le cose e i gesti della vita quotidiana e, soprattutto, di tutto ciò che favorisce
la relazione di cura tra le persone. Il sacro separa e isola, trasferendo, una
volta per sempre e per tutte, le persone con le cose e i gesti in un mondo a parte
percepito come incomunicabile, oltre che inattingibile. Il dinamismo della
santificazione, di cui i sacramenti sono attuazione, irrompe continuamente nel
reale quotidiano e persino banale della vita concreta, conferendole così un’anima,
un respiro, una speranza.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">È sempre più urgente offrire gli
strumenti rituali muniti di intelligenza spirituale, perché ogni uomo e donna
viva personalmente un’esperienza di salvezza anche in modo singolare, senza
regressioni sacrali tanto fascinose quanto rovinose. Non si tratta certo di
relativizzare la grazia del sacramento, ma di renderla efficace in modo più
esistenzialmente ampio e profondo attraverso la dilatazione del cuore.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Fonte: </span><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-color-alt: windowtext;">Fratel
MichaelDavide, <i>La Chiesa che morirà. L’arte di raccogliere i frammenti per
impastare nuovo pane</i>, San Paolo, Cinisello Balsamo 2023, pp. 47-48 e 55-56.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-43837582130688372442024-01-19T21:00:00.000-08:002024-01-19T21:00:00.280-08:00DOMENICA III DEL TEMPO ORDINARIO (B) – 21 Gennaio 2024 Domenica della Parola<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgizEQ1c7X5YCuReY3Gyyf-0W73aFEXxjmPZ8TPnLopQCrAWVmCdh6g858EKbNruEKw-UzoRoZdkmc1IFtsQcdXPYeYDg-RzxjqgTQzwOtjMnfQmNaucfTftUTIEtDvh2gtVqRdncrB1MnP6jPtVs1w80PfnI4xTQQ7m0BLpsuY7apHt7aZoLAoqQQqAyOr/s320/Domenica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="227" data-original-width="320" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgizEQ1c7X5YCuReY3Gyyf-0W73aFEXxjmPZ8TPnLopQCrAWVmCdh6g858EKbNruEKw-UzoRoZdkmc1IFtsQcdXPYeYDg-RzxjqgTQzwOtjMnfQmNaucfTftUTIEtDvh2gtVqRdncrB1MnP6jPtVs1w80PfnI4xTQQ7m0BLpsuY7apHt7aZoLAoqQQqAyOr/s1600/Domenica.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gn
3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,4-20.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Siamo
consapevoli che è Dio stesso colui che ci guida nella sua verità e ci indica la
“via giusta” da seguire. Il tema della via giusta fa riferimento al tema centrale
di questa domenica: la conversione. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Domenica
scorsa abbiamo visto che Dio ci si manifesta e chiama ciascuno di noi per nome.
Oggi ci viene proposto il contenuto fondamentale di questa chiamata. Nel brano
evangelico, san Marco riassume la predicazione di Gesù con queste parole: “Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
La chiamata che Dio rivolge a tutti noi è un pressante invito alla conversione
e alla fede. Le altre due letture d’oggi illustrano i due motivi per cui è
necessaria questa conversione. San Paolo fa un forte richiamo alla precarietà
della condizione terrestre delle cose: “il tempo si è fatto breve”. Da parte
sua, il profeta Giona ci ricorda che la conversione è necessaria per evitare il
giudizio di condanna da parte di Dio. L’invito di Dio a mutare vita non è
caduto invano per i niniviti che ascoltarono le parole del profeta, fecero
penitenza e furono salvi. Così pure l’invito di Gesù è stato prontamente
accolto da Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni che, lasciate le reti e il loro
padre, “lo seguirono”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gesù
introduce l’invito alla conversione con le parole “il tempo è compiuto e il
regno di Dio è vicino”. Abbiamo visto che anche san Paolo parla di un tempo
ormai fattosi breve. Ci possiamo domandare cosa significano queste affermazioni
e perché sono presentate come qualcosa che invita alla conversione.
L’affermazione di Gesù sul tempo compiuto presuppone un progetto di Dio che si
compie appunto nel tempo: c’è quindi un tempo dell’attesa o della preparazione,
ed un tempo del compimento o della realizzazione. Ebbene, con l’incarnazione
del Figlio di Dio, il progetto del Padre annunciato dai profeti dell’Antico
Testamento si è compiuto: il “regno di Dio” è vicino. Vicino è ciò che
incomincia già a influire sulla vita degli uomini e con cui essi si devono
misurare. Il progetto che Dio ha nella storia è il “regno di Dio”, il quale
intende ristabilire la sovranità di Dio e quindi un nuovo rapporto tra Dio e gli
uomini. Ciò significa che non possiamo più continuare a vivere <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>secondo la scala di pseudo-valori. Il messaggio
viene rivolto a tutti noi: dobbiamo cambiare di rotta e indirizzare la nostra
vita verso i valori di vita proposti dal Vangelo, che è la buona novella o il
lieto annunzio della salvezza che Gesù porta all’umanità. L’invito a
“convertirsi” e a “credere” al Vangelo non sono due realtà separate: non c’è
fede senza vita morale e non c’è morale cristiana che non sia fondata nella
fede. Credere vuol dire abbracciare l’intero messaggio portato da Cristo e
renderlo programma del proprio pensare, del proprio amare e del proprio agire.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">L’eucaristia
a cui partecipiamo ogni domenica è un traguardo della conversione e della fede.
Essa è però anche un rilancio su questa via perché è “sorgente inesauribile di
vita nuova” (preghiera dopo la comunione).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-84605917471190800772024-01-14T09:00:00.000-08:002024-01-14T09:00:00.254-08:00IL CARD. SARAH CONTRO “FIDUCIA SUPPLICANS”<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFdobPQEcI5KlPSDU1ktL7dwNuCcglOnJuSRpdilpAyFDRScttmAmuoICwOHuda1qeHCPCzsMQ_QzxtJMkk4lDaDr5f0QqBPNiGs0LpN43geEuOPJ7rAz87TNhbCCm050EU-4mmEw5xbJJ4DUd46z1UdEiYmaYu-cHiUSs_YzTieBbCixTKlY6Z4h8xhTe/s181/Ratzinger%20e%20Sarah.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="181" data-original-width="140" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFdobPQEcI5KlPSDU1ktL7dwNuCcglOnJuSRpdilpAyFDRScttmAmuoICwOHuda1qeHCPCzsMQ_QzxtJMkk4lDaDr5f0QqBPNiGs0LpN43geEuOPJ7rAz87TNhbCCm050EU-4mmEw5xbJJ4DUd46z1UdEiYmaYu-cHiUSs_YzTieBbCixTKlY6Z4h8xhTe/w219-h283/Ratzinger%20e%20Sarah.jpg" width="219" /></a></div><br /><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso
pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede,
18.12.2023:</span><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">31. <i>Nell’orizzonte qui delineato si colloca la
possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello
stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte
delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la
benedizione propria del sacramento del matrimonio. In questi casi, si
impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche
l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro
che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione
di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di
umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato
ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione
esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli
impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama “grazie attuali” –
affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al
messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed
esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino</i>.</span><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Card. Robert Sarah nella
sua invettiva contro la dichiarazione “Fiducia supplicans” critica il testo
sopra citato con le seguenti parole:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">La dichiarazione
“Fiducia supplicans” scrive che la benedizione è invece destinata alle persone
che «mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è
presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla
presenza dello Spirito Santo» (n. 31). Ma cosa c’è di buono, di vero e di
umanamente valido in una relazione omosessuale, definita dalle Sacre Scritture
e dalla Tradizione come una depravazione grave e “intrinsecamente disordinata”?<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Fonte: https://www.diakonos.be/fiducia-supplicans-il-cardinale-sarah-ci-opponiamo-a-uneresia-che-mina-gravemente-la-chiesa/ <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;">Il Card. Sarah si
domanda “<i>cosa c’è di buono, di vero e di umanamente valido in una relazione
omosessuale…?”. N</i>oto che il documento non parla della “relazione”
omosessuale, ma di “</span><i><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi
del suo [di Dio] aiuto, non rivendicano la legittimazione di un
proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di
umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato
ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo”. </span></i><span face=""Arial",sans-serif" style="background: white; color: black; font-size: 14pt;">Poi, è assurdo affermare che nella vita di coloro che si trovano in situazioni
irregolari, tutto sia segnato dal peccato e non ci possa essere invece qualcosa
“<i>di vero di buono e di umanamente valido presente nella loro vita e
relazioni</i>”. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span face=""Arial",sans-serif" style="color: #181818; font-size: 14pt; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><b><span face=""Arial",sans-serif" style="font-size: 14pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 0pt; mso-ligatures: none;"><o:p> </o:p></span></b></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-84809656482753003312024-01-12T21:00:00.000-08:002024-01-12T21:00:00.148-08:00DOMENICA II DEL TEMPO ORDINARIO (B) – 14 Gennaio 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoF9dU_QIrd57JGifKSvoTcvPjnurWzJFffIPgzsonUJ5_BT1QWyb2wydaLp9a0sYdeP73CpgOdNfyMt3Syxi12gMfBEaGf6Qrj0FezacZqx2Dstv51SD4xTXAoUmqqSaNxD2hCFQyGsUwb1lnfArg0w-s4EPypUWTOJs_I1YP12LDpDLouz8lHn7ZAZbw/s336/Ges%C3%B9%20tra%20la%20folla.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="336" data-original-width="250" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoF9dU_QIrd57JGifKSvoTcvPjnurWzJFffIPgzsonUJ5_BT1QWyb2wydaLp9a0sYdeP73CpgOdNfyMt3Syxi12gMfBEaGf6Qrj0FezacZqx2Dstv51SD4xTXAoUmqqSaNxD2hCFQyGsUwb1lnfArg0w-s4EPypUWTOJs_I1YP12LDpDLouz8lHn7ZAZbw/s320/Ges%C3%B9%20tra%20la%20folla.jpg" width="238" /></a></div><br /><h1><br /></h1>
<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span lang="EN-US" style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: EN-US;">1Sam 3,3b-10.19; Sal 39; 1Cor 6,13c-15a.17-20; Gv
1,35-42.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span lang="EN-US" style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: EN-US;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Dio
si presenta nella nostra vita come un vero interlocutore che ci chiama per
nome. Questo è il messaggio che emerge dalle letture bibliche odierne. La prima
lettura racconta la vocazione di Samuele alla missione profetica e sacerdotale.
Vediamo che il giovane Samuele viene chiamato di notte. Aiutato dal suo maestro
Eli, egli discerne in quella voce la chiamata di Dio. L’atteggiamento del giovane
è di piena disponibilità: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”.
Tutta la vita di Samuele sarà poi contrassegnata da questa apertura alla parola
di Dio: egli “non lasciò andare a vuoto una sola delle sue [del Signore]
parole”. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Il
brano evangelico ci parla della vocazione di due discepoli di Giovanni Battista
che, spronati dalle parole del Precursore che indica in Gesù il Messia atteso,
si mettono alla sua sequela. Uno di questi due, Andrea, si fa portavoce
dell’avvenuto incontro con Pietro, suo fratello che diviene anch’egli discepolo
di Gesù. Anche qui c’è prontezza nella risposta alla chiamata, la quale arriva
attraverso delle mediazioni, quella di Giovanni prima e quella di Andrea poi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
Lettera agli Ebrei interpreta i vv.7-9 del salmo responsoriale come riferiti a Gesù,
il quale all’inizio della sua esistenza esprime con le parole del salmo una
totale disponibilità a portare a termine il disegno che il Padre ha su di lui a
servizio degli uomini. Anche noi, sulle orme di Samuele, degli apostoli e,
soprattutto, di Gesù, siamo chiamati a vivere in atteggiamento di continua
disponibilità al volere di Dio: “Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà”.
San Paolo ci ricorda nella seconda lettura che apparteniamo a Cristo, anzi “il
nostro corpo è tempio dello Spirito Santo”. L’apostolo aggiunge che non si deve
tradire la propria vocazione cristiana alienando al Cristo la nostra esistenza
e vendendola all’impudicizia. La vocazione cristiana abbraccia e coinvolge non
solo l’anima e lo spirito ma anche il nostro corpo. Il corpo, infatti, non è
altro che l’uomo stesso in quanto vive e opera nel mondo ed è questo essere umano
che è toccato dalla redenzione di Cristo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">La
chiamata di Gesù non si esaurisce nel primo incontro con lui attraverso l’atto
di fede. Egli ci parla continuamente attraverso molteplici mediazioni. Quindi
la fedeltà alla prima chiamata dev’essere continuamente confermata e si deve manifestare
anche nella concreta disponibilità a testimoniare la nostra fede. Abbiamo visto
che colui che sceglie di seguire Cristo diventa anche suo testimone. Chi
ascolta solo se stesso o i miti del mondo, chi pensa di avere già trovato la
verità, di sapere tutto sul senso della vita, chi pensa solo ai soldi, alla
carriera, alla salute, certamente costui non afferra che ci possa essere una
parola diversa, superiore, capace di cambiare e arricchire sempre più la sua
esistenza. <o:p></o:p></span></p>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></h1>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-42814820604258079542024-01-07T09:00:00.002-08:002024-01-07T09:00:00.177-08:00IL SIMBOLO APOSTOLICO RISCRITTO <p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDdEMDNpEFm5huz8dt7sKOAdFaSbf0l0ooODVjlo63f8UKWtUwusErKa4CfoPMPi63EjvYkqnA8tjGACCYxv-8EmCwvVJUiE5PCesFIM-03Y0s6YRDRDAL0Er7h_FynmzS4-5KZthr-XnGAb5-ncz1C_MciKwxVxW1FTl4rUdmOvQ-fnGD32VeOEleuVqM/s1024/Epiclesi_invocazione_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDdEMDNpEFm5huz8dt7sKOAdFaSbf0l0ooODVjlo63f8UKWtUwusErKa4CfoPMPi63EjvYkqnA8tjGACCYxv-8EmCwvVJUiE5PCesFIM-03Y0s6YRDRDAL0Er7h_FynmzS4-5KZthr-XnGAb5-ncz1C_MciKwxVxW1FTl4rUdmOvQ-fnGD32VeOEleuVqM/s320/Epiclesi_invocazione_.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p align="center" style="background: white; margin: 0cm; text-align: center; vertical-align: top;"><br /></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Credo in Dio</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Dio di Abramo di Isacco di Giacobbe</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Dio di Gesù Cristo.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Credo in Dio Padre Madre amorevole</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">fonte della vita</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">misericordioso </span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">fedele.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Credo in Gesù Cristo</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">stupore dallo Spirito</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">figlio di Maria,</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">nostro fratello.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Lieto annuncio del regno</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">riscatto ai poveri libertà ai prigionieri</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">giustizia agli oppressi speranza agli
afflitti</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">a tutti pace.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Segno di contraddizione</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">ha condiviso in tutto la condizione umana</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">ha patito e stato crocifisso</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">morì fu sepolto.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Risuscitato dai morti</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Signore della vita</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">ce ne affida la cura.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Nella sua umanità vivente</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">ritornerà alla fine della storia</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">rivelando pienamente l’uomo all’uomo.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Credo nello Spirito Santo</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">respiro consolatore di Dio</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">principio di nuova creazione</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">dono dei doni artefice di unità.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Da lui la chiesa corpo vivo di Cristo</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">donne e uomini testimoni dell’agire di
Dio</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">profezia nella storia</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">popolo di santi e peccatori</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">la remissione dei peccati</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">comunione nella grazia</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">reciproco perdono</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">la risurrezione di questo corpo</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">per la gioia ininterrotta della vita.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Amen.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Riscritto dalla Società italiana per la
ricerca teologica (SIRT) dopo uno studio più che decennale sui diversi articoli
del simbolo apostolico.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="color: black; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-color-alt: windowtext;">Fonte: Cettina Militello, <i>Le chiese
alla svolta. Ripensare i ministeri</i>, EDB 2023, pp. 104-105.</span><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: top;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4312312132585601210.post-60615828809161648442024-01-06T08:00:00.000-08:002024-01-06T08:00:00.137-08:00DOMENICA DOPO L’EPIFANIA: BATTESIMO DEL SIGNORE ( B ) 7 Gennaio 2024<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfzxlz4HQ-y4Qd_Te9f5fdxgNq1xtM7FPGLOlTwf24AqT6DRSA40WRjFW2MsivDnaRV2IBdvHbSZz6w1qql5dW0sVAr2qDPLzgzTeCn3lCiliSkXEP-Hy1c0N_u_Qq53phduogr_v1NOnxs0w35aPzNoqnAQLw31rMRoOWRiKBS4fgCU89Gl5-yyFlX2aq/s1008/Battesimo%20Ges%C3%B9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1008" data-original-width="756" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfzxlz4HQ-y4Qd_Te9f5fdxgNq1xtM7FPGLOlTwf24AqT6DRSA40WRjFW2MsivDnaRV2IBdvHbSZz6w1qql5dW0sVAr2qDPLzgzTeCn3lCiliSkXEP-Hy1c0N_u_Qq53phduogr_v1NOnxs0w35aPzNoqnAQLw31rMRoOWRiKBS4fgCU89Gl5-yyFlX2aq/s320/Battesimo%20Ges%C3%B9.jpg" width="240" /></a></div><br /><h1><br /></h1>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Is
55,1-11; Is 12,2-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gesù
si sottomette al battesimo penitenziale proposto da Giovanni Battista non certo
perché avesse bisogno di purificarsi, ma per esprimere la sua piena solidarietà
con gli uomini e donne alla ricerca di Dio e per anticipare il nuovo battesimo
nello Spirito che avrebbe sostituito quello di Giovanni. Il battesimo di Gesù è
da leggersi quindi nel contesto del mistero dell’Incarnazione che abbiamo celebrato
nel periodo appena trascorso. Infatti, il battesimo di Gesù esprime la piena
immersione del Figlio di Dio nella nostra condizione umana, affinché noi tutti
possiamo essere rinnovati a sua immagine. Nelle acque del Giordano si rivela in
pienezza il senso ultimo della realtà e della missione di Gesù, della sua
persona e della sua vocazione. Non si tratta soltanto dell’inizio del suo ministero;
è anche la rivelazione della sua presenza trascendente incarnata nella trama
della storia umana, mistero che si è consumato nell’evento della morte e
risurrezione del Signore.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Il
battesimo d’acqua al quale Cristo si sottomette si riallaccia al suo dovere
essenziale: quello della morte e della risurrezione, di cui è un primo abbozzo.
Gesù sperimenta la sua morte e risurrezione con l’immersione e l’emersione
battesimale. “Uscendo dall’acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere
verso di lui come una colomba”. Al tempo stesso si sentì la voce del Padre: “Tu
sei il figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiaciuto”. La riflessione
susseguente collegherà la benevolenza del Padre e l’effusione dello Spirito
alla glorificazione di Gesù. Perciò il racconto del battesimo di Gesù rievoca
anticipatamente tutto il dramma della redenzione e ci permette di vedere nel
sacramento dell’acqua l’estensione su di noi dell’avvenimento decisivo della
morte e risurrezione di Gesù. Ciò è confermato dal testo denso e profondo della
seconda lettura, in cui l’evangelista Giovanni ricorda che Gesù “è venuto con
acqua e sangue”, e cioè con l’acqua del suo battesimo e col sangue della sua
morte in croce. Ma l’apostolo aggiunge che ora, nel tempo presente, “tre sono quelli
che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue”. In parole più
semplici, possiamo dire che il dono dello Spirito che riceviamo nel battesimo
fa riferimento sia all’acqua del battesimo di Cristo che al sangue della sua
morte in croce. La prima lettura, interpretata alla luce del salmo
responsoriale, è un invito ad attingere acqua a questa sorgente della salvezza.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 14.0pt;">Gesù
è stato al tempo stesso servo e figlio. Servo fino al punto di dare la sua vita
per noi; figlio che ha compiuto con immenso amore ogni suo gesto di servizio.
Nel Figlio, anche noi siamo diventati per mezzo del battesimo figli per
adozione. Perciò pure la nostra vita dev’essere contrassegnata
dall’atteggiamento di servizio o, come dice Giovanni nella seconda lettura
odierna, dalla pratica della legge dell’amore come legge autentica di libertà. <o:p></o:p></span></p>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></h1>
<h1 style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><o:p> </o:p></span></h1>M. Augé B.http://www.blogger.com/profile/02797048724895817283noreply@blogger.com