Durante la festa delle Capanne, che durava non
meno di una settimana, si compivano due riti fondamentali. Durante il primo,
quello della luce, si accendevano piccole candele, ardenti nella notte. È in
tale contesto che Gesù proclama d’essere Lui la luce del mondo. Durante il
secondo rito, quello dell’acqua, i sacerdoti in processione si recavano verso
la parte sud del colle di Gerusalemme, per raggiungere la piscina di Siloe,
prendervi l’acqua con le anfore, tornare nel tempio e farvi libazioni, per
impetrare la pioggia autunnale. La festa veniva celebrata all’inizio
dell’autunno. Gesù dona di sé una interpretazione nuova, quella della luce vera
ed eterna, così adesso, riferendosi al rito dell’acqua, trae di sé una nuova
immagine: “Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in
piedi, gridò: ‘Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come
dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva’. Questo
egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi
era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato” (Gv
7,37-39).
Chi ha sete di credere e chi, credendo, ha ancora
più sete, non beve da quell’acqua attinta con le anfore dalla piscina di Siloe
e sparsa nel tempio, ma da Lui, da Gesù, perché dal suo seno sgorgheranno fiumi
e sarà l’acqua sovrabbondante dello Spirito Santo, la quale inonderà i credenti
quando Lui, il Cristo, sarà glorificato.
Fonte: Giuseppe D’Amore, Lo Spirito Santo e i
suoi sette doni, Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo, Rimini 2024,
pp. 42-43.