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domenica 27 aprile 2025

LA DANZA LITURGICA

 



 

Un cenno particolare vorremmo riservare alla danza liturgica. Abbiamo già visto la rilevanza che ha quest’arte nell’ambito della vita d’Israele e della sua stessa teologia (Pr 8,30-31). Ora ci fermeremo brevemente sull’uso cultico della danza. Anche nella religiosità cananea la danza con finalità “estatiche” era molto praticata. È la Bibbia stessa a ricordarlo con la rappresentazione dell’adorazione del vitello d’oro, tipico simbolo del Baal cananeo: quando Mosè, scendendo dal monte e avvicinandosi all’accampamento degli israeliti, ode “il grido di chi canta a due cori”, s’accorge subito del “vitello e delle danze” (Es 32,18-19). Nella sfida tra Elia e i sacerdoti di Baal sul Carmelo, questi ultimi “continuavano a saltare intorno all’altare che avevano eretto…; gridavano a voce più forte, si facevano incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue… agivano da invasati” (1Re 18,26.28-29).

L’esempio più alto della danza liturgica di Israele è, ancora una volta, quello di Davide davanti all’arca mentre viene trasferita nella nuova capitale, Gerusalemme: “Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore… Ora, mentre l’arca del Signore entrava nella città di Davide, Mikal, figlia di Saul, guardò dalla finestra; vedendo il re Davide che saltava e danzava davanti al Signore, lo disprezzò in cuor suo” (2Sam 6,14,16; cfr. 1Cr 13,8). La danza accompagna spesso anche il Salterio perché la lode divina deve coinvolgere tutto l’essere (Sal 149,3; 10,4). Un esempio suggestivo anche dal punto di vista rubricario è proposto dal Sal 118 che è strutturato su un vero e proprio spartito rituale: “Ordinate la danza con rami frondosi sino ai lati dell’altare!” (v. 27). Si ha qui forse un’allusione alla festa delle Capanne, durante la quale si agitava il lulav, un mazzetto di fronde di palma, di mirto e di salice (Lv 2,40). È, comunque, degno di nota che il termine biblico per indicare la “festa”, hag, deriva proprio dal verbo hag che significa “danzare”. E il salmo citato raffigura appunto una scena di danza liturgica processionale durante una festa ebraica.  

Fonte: Gianfranco Ravasi, Il canto della rana. Musica e teologia nella Bibbia, Milano 2025, pp. 85-87.