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domenica 5 ottobre 2025

LA STRUTTURA DELL’OMELIA

 



 

La vita della fede è analoga alla vita biologica. E la vita biologica ha un suo statuto tripartito. Nella vita biologica abbiamo tre fasi: una fase è l’innesco (e la conseguente gestazione); abbiamo l’infanzia (che è un processo di autonomizzazione); e poi abbiamo la vita adulta (caratterizzata di autonomia e fecondità).

Prima di tutto alla base c’è una fase kerygmatica, dove c’è da innescare la fede. Iniziare, avviare la fede. C’è poi una fase propriamente formativa, educativa, che è il tirar fuori, e-ducere, far crescere, e appunto condurre all’autonomizzazione. E quindi deve arrivare la fase paterna, dove si diventa capaci di generare la vita secondo la fede negli altri.

Se ho davanti un’assemblea cristiana, per forza di cose ho davanti me questi tre tipi di persone […]. Se io offro una predicazione kerygmatica, forse aiuto i primi, ma non sono pertinente per gli altri. Come fare? In primis devo riconoscere il kerygma della Parola, trovare qual è l’annunzio nascosto della Parola. Secondo punto: devo afferrare il come di questo kerygma, cioè come si entra in quell’annunzio. Qual è la strada. Terzo punto: il perché. Perché quel kerygma è importante.

Se io annunzio il kerygma, con questa prima fase coinvolgerò i primi. Con queste altre fasi includerò gli altri. Io devo spiegare qual è l’annunzio, ossia qual è la salvezza, e poi come si entra e quindi perché dico questo. Nel terzo livello li faccio entrare nel back-stage (dietro le quinte).

 

Fonte: Cfr. Fabio Rosini, Il triste caso dell’omelia, Lipa Edizioni, Roma 2025, pp. 224-228.