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mercoledì 24 dicembre 2025

UNA RIFLESSIONE ACCANTO AL PRESEPE (Lc 2,1-20)

 



L’evento è molto semplice e possiamo dire che si svolge più o meno così: una decisione politica a livello dell’impero romano rende possibile la nascita di Gesù nella città di Davide; questo è il senso generale dell’introduzione. Quando viene al mondo, Gesù è praticamente ignorato dai ricchi, ma riverito e accolto dai poveri, questa nascita apre il cielo sulla terra, porta gioia e pace. Possiamo dire che qui c‘è già tutto il futuro di Gesù. Egli opera nel contesto del mondo intero, la sua salvezza riguarda l’universo; opera però attraverso strumenti semplicissimi: il cielo si muove a cantare la gloria di questi fatti, ma sulla terra pochi si accorgono, i più semplici, i più umili, anche se comunque un inizio di riconoscimento del Signore c’è. Come si può vedere, il brano è molto ricco, molto intenso, pieno di contrasti ed è certamente uno dei brani più belli proprio perché unisce cielo e terra, grandiosità e piccolezza, rifiuto e accoglienza; in qualche modo, è tutta la vita di Gesù, con la sua grandiosità e la sua insignificanza, ad essere posta qui sotto gli occhi di colui che contempla; è come un’introduzione alla vita di Gesù. Non a caso, infatti, le icone hanno rappresentato la mangiatoia come una tomba, e Gesù vi appare come colui che sarà messo nel sepolcro.

 

Fonte: Carlo Maria Martini, Il Vangelo del Natale. Una riflessione accanto al presepe, Con una guida pratica alla lectio divina, TS Edizioni, Milano 2025, p. 29.