Secondo Bultmann, il ritardo della parusia rappresentò
il vero nodo problematico che la Chiesa delle origini dovette tentare di
sciogliere. Gli scritti più tardivi del Nuovo Testamento lo registrano e ne
sono una testimonianza. La Chiesa delle origini, comunque, non ci riuscì, e per
questo tentò di farvi fronte attuando una crescente “de-escatologizzazione”
delle asserzioni evangeliche riguardanti la fine. In pratica, il ritardo della
parusia costrinse la Chiesa, comunità dei santi, a trasformarsi in istituzione
di salvezza, dedita alla pratica sacramentale, e a mutare la riflessione sulle
realtà escatologiche in una dottrina sulla fine del mondo, attenta solamente al
futuro lontano e alle sorti dell’uomo dopo la morte.
La parusia è un evento di salvezza per ogni singolo uomo
e per l’umanità intera, per l’umanità e per il mondo; è compimento della
salvezza e quindi del mistero pasquale di Cristo; è un evento di salvezza –
lontano dal dies irae che ha alimentato anche la fantasia e le paure di
molte generazioni – e deve essere attesa nella speranza.
Fonte: Francesco Brancato, La Bibbia parla
dell’aldilà. Tra promessa e compimento, Edizioni Messaggero, Padova 2022, pp.
52, 95.