Quasi tutti gli autori del
Nuovo Testamento che si fanno portavoce della Chiesa delle origini, sono
concordi nell’interpretare la morte di Gesù come evento salvifico, ma nel modo
di presentarlo emerge nei loro scritti un ventaglio di modelli di riferimento,
con una pluralità di formulazioni: come sofferenza del giusto, come sacrificio
espiatorio, come espiazione vicaria, come riscatto-liberazione dalle potenze
negative, come vittoria sulle potenze della morte, ecc. Tra questi schemi a ben
vedere quello del sacrificio risulta essere uno tra gli altri, e comunque non
preponderante, eppure è quello che nella storia della teologia e nello sviluppo
della dogmatica cristiana si è imposto in modo prevalente, fino quasi a essere
considerato l’unico omnicomprensivo.
Questa tendenza è stata
favorita anche dalla versione delle parole della consacrazione del Messale
romano attualmente in uso, che nel rendere le parole pronunciate sul pane,
introduce il termine “sacrificio” (“Questo è il mio corpo offerto in
sacrificio per voi”), del tutto assente nell’editio typica in latino
(“Hoc est corpus meum, quod pro vobis tradetur”, che di fatto è più
vicina al testo originale greco, cf. Lc 22,19b: hymōn didόmenon, “dato
per voi”). Indubbiamente tale aggiunta in lingua italiana (che non trova nessun
riscontro nelle traduzioni dei messali inglese, tedesco, francese, spagnolo,
portoghese, ecc.) induce a interpretare in prospettiva sacrificale-cultuale la
donazione di Cristo. In realtà nei testi neotestamentari dell’istituzione (1
Cor 11,23-26; Mc 14, 22-24; Lc 22,19-20; Mt 26,26-28) non ricorre mai il
lessico tecnico-sacrificale (come sarebbero i verbi e sostantivi geci: prosphérō-prosphorá
[offrire-offerta], thúō-thusía [sacrificare-sacrificio], latreúein-latreía
[servire, rendere culto-adorazione]).
Fonte: Giuseppe Pulcinelli, L’interpretazione
sacrificale della morte di Gesù. La prospettiva biblica, in Roberto Mancini
– Enrico Mazza – Giuseppe Pulcinelli, Il cristiano e l’idea di sacrificio,
a cura di Brunetto Salvarani, EDB 2019, pp. 31-32.