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domenica 22 ottobre 2023

RIVALUTAZIONE DELLA RITUALITÀ NEL PROTESTANTESIMO

 



 

Il rito è legato a un fare, a un'azione che la liturgia rappresenta, espone e richiede i movimenti del nostro corpo. La liturgia è anche linguaggio del nostro corpo; è un'affermazione che trova ancora difficoltà ad essere consapevolmente assunta nella dimensione liturgica protestante.

 

Parola e rito. gesti e simboli, partecipano tutti alla costruzione di un ordine di senso nell'ambito liturgico. È noto che il linguaggio rituale si situa lungo un'asse pragmatico più che semantico; funziona al livello dei significanti e delle figure che esso forma, e non in primo luogo, al livello dei significati e dei “contenuti” “ideali”. La legge fondamentale della liturgia, come ricorda Chauvet è: “Non dite ciò che fate, fate ciò che dite”. Tanto più, dunque, è necessario che la comunità sappia ciò che sta facendo! In questa prospettiva una lettura protestante del rito richiede un’integrazione non secondaria: “Fate ciò che dite… ma capite ciò che fate!”. Il capire ciò che si fa tiene aperta la dimensione ermeneutica del fare e combatte i rischi insiti nella ripetitività rituale che funziona anche senza l’intelligibilità.

 

Il rito è però anche sempre legato a un sistema di valori, a un “plusvalore simbolico” (W. Jetter) che lo rende strumento di integrazione simbolica. Il rito stabilisce il confine tra appartenenza e non appartenenza; nell’ambito del culto cristiano il rito partecipa alla costruzione delle “notae ecclesiae” in quanto rende visibile la comunità di fede (Gv 17,16). In questo processo di integrazione comunitaria a cui partecipa il rito, si struttura anche l’io del singolo credente in un processo di autoidentificazione, di rassicurazione e di protezione. Ma perché non nascano delle false sicurezze, anche questo “plusvalore simbolico” del rito ha bisogno di essere costantemente interrogato dalla dimensione della parola.

 

 

Fonte: Ermanno Genre, Il culto cristiano. Una prospettiva protestante (Piccola Biblioteca Teologica 66), Claudiana, Torino 20222, pp. 163-164 (non sono riportate le note)..