Nella pietà dei secoli XII e XIII si è
sviluppata la devozione al cuore di Cristo crocifisso, trafitto con la lancia.
Tra i devoti del cuore del Salvatore, troviamo san Bernardo (+ 1153), san
Bonaventura (+ 1274), le mistiche santa Lutgarda (+ 1246), santa Matilde di Magdeburgo (+ 1282), le sante
sorelle Matilde (+ 1299) e Gertrude (+ 1302) del monastero di Helfta, santa
Caterina da Siena (+ 1380). Già alla fine del XIII secolo, questa devozione si
è organizzata distintamente da quella della passione, e al simbolo del
crocifisso è subentrata l’iconografia del cuore staccato dalla persona di
Cristo oppure visibile nel petto squarciato. Più tardi, nella seconda metà del
secolo XV la devotio moderna, nel XVI secolo i Gesuiti e nel XVII gli
Oratoriani fanno propria la devozione al Cuore di Gesù e ne favoriscono il
culto. Nel 1672, l’oratoriano Giovanni Eudes (1601-1680), poi fondatore della
Congregazione di Gesù e di Maria (oggi dei Padri Eudisti), è il primo a
celebrare nel seno della sua comunità e col permesso del vescovo di Rennes, una
festività in onore del Cuore di Gesù. Daranno nuovo impulso al culto del Sacro
Cuore le apparizione avute in Paray-le-Monial tra il 1673 e il 1675 da santa
Margherita Maria Alacoque dell’Ordine della Visitazione. In ogni modo, il
tentativo di introdurre la nuova devozione nella liturgia incontrò a Roma
grandi resistenze, soprattutto di natura teologica, che perdurarono in qualche
modo nei secoli successivi.
Il primo riconoscimento ufficiale di Roma si
deve a Clemente XIII, che nel 1765 concesse la festività del Cuore di Gesù ai
vescovi polacchi e all’arciconfraternita romana del S. Cuore. Pio IX, nel 1856
la introdusse nel calendario della Chiesa latina, fissandola al terzo venerdì
dopo Pentecoste. Leone XIII, con decreto del 28 giugno 1889 innalzava la festa
a rito di “prima classe” e nell’Enciclica Annum sacrum, del 25 maggio
1899, ordinava la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù. Con
l’Enciclica Miserentissimus Redemptor, dell’8 maggio 1928, Pio XI
elevava la festa al grado di “doppio di prima classe con ottava” e ordinava che
in questa festività si recitasse in tutte le chiese l’atto di riparazione al
Cuore di Gesù. Inoltre, nel 1929 lo stesso pontefice, con la promulgazione del
formulario Cogitationes, chiamato così dalle prime parole dell’antifona
d’ingresso, dava un nuovo contenuto ai testi liturgici di questa festa. Nella
breve storia della festività si sono succeduti diversi formulari per l’ufficio
e per la messa, il che dimostra la fluttuazione dottrinale che ha accompagnato
il contenuto di tale celebrazione. Il Direttorio su pietà popolare e
liturgia ci offre una valida sintesi dottrinale sul Cuore di Cristo: “Intesa alla luce della Scrittura,
l’espressione ‘Cuore di Cristo’ designa il mistero stesso di Cristo, la totalità
del suo essere, la persona considerata nel suo nucleo più intimo ed essenziale:
Figlio di Dio, sapienza increata; carità infinita, principio di salvezza e di
santificazione per l’intera umanità. Il ‘Cuore di Cristo’ è Cristo, Verbo
incarnato e salvatore, intrinsecamente proteso, nello Spirito, con infinito amore divino-umano verso il Padre e
verso gli uomini suoi fratelli”[1].
L’eucologia minore del MR 1970 riproduce, in
parte, i testi del formulario Cogitationes. Notiamo però la presenza di
una nuova colletta alternativa e il testo della orazione dopo la comunione
rielaborato. Si parla di riparazione ed espiazione dei peccati, concetti che
provengono dall’ambiente devozionale in cui è sorta la solennità. Ma la nuova
colletta indica come oggetto della celebrazione le grandi opere dell'amore del
Figlio di Dio per noi. Il testo eucologico più denso è senza dubbio il nuovo
prefazio, che si distingue per una particolare ispirazione scritturale e
patristica; in esso viene proclamato il mistero della salvezza visto nella
dimensione cristologica, ecclesiologica e sacramentale: “Cristo
[…] innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti donò la vita per noi, e
dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della
Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia
alla fonte perenne della salvezza”.
[1] Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti , Direttorio su pietà popolare e liturgia,
n. 166.