Dal 18 maggio scorso, è stato
consentito di riprendere le celebrazioni eucaristiche con la partecipazione dei
fedeli nelle diverse chiese di Italia. In ossequio alle norme
igienico-sanitarie stabilite, la santa comunione è data sulla mano, non in
bocca. Ciò ha scatenato in alcuni ambienti tradizionalisti una serie di reazioni
fino ad affermare qualcuno che sarebbe meglio non comunicarsi in questo modo e
limitarsi alla comunione spirituale! Non sto qui a ripetere quanto
sull’argomento della comunione sulla mano ho scritto in questo stesso blog il 4
e l’11 marzo 2018. Non voglio alimentare la casistica. Vorrei solo aggiungere
qualche perla apparsa in questo recente dibattito.
Qualche settimana fa è stata
rimessa in youtube, e “gentilmente” inviata anche a me, una intervista al
canadese p. Nicholas Gruner, scomparso cinque anni fa. Il “crociato” di Fatima,
come era chiamato p. Gruner, affermava, tra l’altro, che solo le mani del
sacerdote sono consacrate e possono toccare la santa eucaristia, e quindi i
semplici fedeli non possono riceverla sulla mano (https://www.youtube.com/embed/YbaxkD_xZ
KI). Lasciando in disparte altri argomenti, che
ci sono, basterebbe ricordare che: i diaconi da sempre sono ministri della
comunione, ma le loro mani non sono state consacrate; secondo il CIC, can. 910,
ministro straordinario della comunione è “l’accolito o anche un altro fedele
incaricato a norma del can. 230, 3”.
Il
Cardinale Louis Raphaël I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, in una intervista
concessa lo scorso 5 giugno (https://novenanews.com/iraqi-patriarch-hits-out-superficial-cardinal-sarah/), tra
altre questioni contestate al Cardinale Robert Sarah, intrepido difensore della
comunione in bocca, ha ricordato al
Prefetto per il culto divino che mentre c’è una regola della Chiesa che
consente la comunione sulla lingua, dare la comunione sulla mano non è una
novità, ma un’antica tradizione ecclesiale. Molti Padri, come Sant’Efrem,
ne parlano. E il Cardinale Sako ha aggiunto: La maggior parte delle Chiese
ortodosse segue questa pratica.
D’altra parte, il Patriarca iracheno afferma giustamente che la
presenza reale di Cristo nell’eucaristia è una presenza sacramentale, non
biologica o fisica. Conseguentemente, è utile ricordare che la presenza
sostanziale del Risorto nell’eucaristia non trasmette virus, ma gli accidenti
del pane e del vino che rimangono nei doni consacrati possono contenere e
trasmettere il virus, come anche le dita del ministro e le labbra di colui che
riceve la comunione.
Anche il
cardinale António Augusto dos Santos Marto, vescovo di Leiria-Fátima, ha dovuto difendere la comunione
nelle mani. Lo scorso 29 di maggio, in un incontro con i gesuiti portoghesi (https://novenanews.com/cardinal-discourages-communion-on-the-tongue/) il Cardinale Marto ha ricordato ai cattolici che la
comunione nella mano era il modo in cui la chiesa primitiva prescriveva che i
credenti dovevano ricevere il Corpo di Cristo. Ed ha aggiunto: le mani fanno un
trono particolarmente degno per l’ostia consacrata, “sono mani del lavoro, del
sacrificio, del dono di sé alla famiglia, agli altri ... A volte le mani
dei santi”.
Il noto blog http://blog.messainlatino.it/2020/06/il-cardinale-e-vescovo-di-leiria-fatima.html, rispondendo al Cardinale Marto, invoca addirittura il “diritto
divino di ricevere la comunione in bocca”.
A coloro che gridano alla eresia o invocano il diritto divino
quando si parla della comunione nelle mani, invito a studiare la storia,
maestra di vita, e ad approfondire la teologia sacramentaria. Forse così
riusciranno a mettersi l’anima in pace.