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domenica 6 settembre 2020

PREGHIERA EUCARISTICA III

 


 

Modello principale del contenuto di questa preghiera eucaristica è il canone romano (o preghiera eucaristica I), tutto pervaso da temi sacrificali. Ciò spiega bene la marcata insistenza della preghiera eucaristica III nel sacrificio; infatti la parola e il concetto di sacrificio ritornano continuamente nelle sue strofe. Si tratta di una preghiera eucaristica senza un prefazio proprio, che invece hanno le preghiere eucaristiche II e IV.

“Padre veramente santo”. Questa preghiera prolunga il tema del Sanctus e si affaccia sul mistero eucaristico. Dopo l’indirizzo di lode al Padre, il testo si articola in due punti:

-La creazione, contemplata come manifestazione gioiosa di vita e santificazione operata da Dio, è descritta in modo trinitario: il Padre crea per mezzo del Figlio e nella potenza dello Spirito Santo.

-In questo contesto cosmico, celebriamo l’eucaristia (“dall’oriente all’occidente […] si fanno offerte…”: cf. Ml 1,11), che appare qui come lo specchio in cui si ridisegna tutta l’opera trinitaria.

Epiclesi consacratoria: “Ora ti preghiamo umilmente”. Epiclesi, dal greco ἐπίκλησις, significa “invocazione”. Si chiede a Dio che santifichi i doni in modo che divengano il corpo e il sangue di Cristo. Anche qui è la SSma Trinità ad agire: si chiede che il Padre santifichi i doni con l’azione dello Spirito Santo. Questa santificazione richiesta è quella per la quale si attua il mistero eucaristico per mandato di Cristo. Si intende quindi eseguire la volontà dell’Istitutore dell’eucaristia, ripetendo quello che lui stesso ha fatto nell’ultima Cena.

Racconto dell’istituzione. Il racconto dell’istituzione inizia con l’introduzione che si trova solo in san Paolo: “Nella notte in cui veniva tradito” (1 Cor 11,23). Alla fine del racconto c’è l’invocazione: “Mistero della fede”. Come indicano le risposte all’acclamazione, l’eucaristia attua la Pasqua di Cristo, mistero fondamentale della fede cristiana.

A questo punto, possiamo domandarci: quando e come avviene il mistero della consacrazione? La posizione classica del cattolicesimo romano afferma che la consacrazione del pane e del vino avviene quando il sacerdote, che agisce “in persona Christi”, pronuncia le parole di Cristo nell’ultima Cena. Dall’epoca scolastica si parla di “transustanziazione”, ossia di cambiamento della sostanza del pane e del vino in quella del Corpo e del Sangue di Cristo.

Secondo la posizione classica del mondo ortodosso-cattolico o bizantino, la consacrazione del pane e del vino avviene quando il sacerdote, che è tramite tra cielo e terra, nell’epiclesi chiede allo Spirito Santo di intervenire per la trasformazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Questa teoria non ama una spiegazione razionale come quella della “transustanziazione”, afferma semplicemente la realtà del mistero ed evita volutamente di entrare in altri dettagli.

Le due posizioni sono in un certo modo complementari: la transustanziazione è congiuntamente richiesta e operata dall’epiclesi e dalle parole istituzionali. A questo proposito, ricordo l’accordo sull’eucaristia tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira d’Oriente, siglato dalla Congregazione per la dottrina della fede, in cui è considerata valida l’anafora o preghiera eucaristica di Addai e Mari, che ha l’epiclesi ma non contiene le parole istituzionali, anche se vi fa implicitamente riferimento (cf. L’Osservatore Romano del 26 ottobre 2001). Questa anafora è adoperata dai cattolici, tanto Caldei quanto Malabaresi, in essa però i missionari occidentali introdussero le parole istituzionali.

Anamnesi cristologica e offerta del sacrificio. “Anamnesi” deriva dal greco ἀνά-μνησις, “ricordo”. Il testo latino “Memores igitur” collega questa sezione con il comando finale del racconto istituzionale: “Fate questo in memoria di me”. Gesù aveva detto di far memoria di lui. La preghiera eucaristica identifica la persona di Cristo con la storia di lui incentrata principalmente nella sua morte, risurrezione e gloriosa ascensione, in attesa della sua seconda venuta. La partecipazione all’eucaristia ci prepara all’incontro definitivo con il Signore. Altre preghiere eucaristiche ricordano anche altri misteri; così, ad esempio, la preghiera eucaristica IV ricorda anche la discesa di Cristo agli inferi.

Domanda di gradimento del sacrificio. Il sacrificio in quanto è di Cristo è infallibilmente gradito al Padre. Ma il discorso è diverso per noi e per la Chiesa. In quanto è offerta della Chiesa, Dio può gradirla o no. Qui entra in gioco l’adeguamento degli offerenti, di noi partecipanti, all’amore oblativo di Cristo. Naturalmente siamo consci che le condizioni richieste non le abbiamo nella misura che dovremmo averle e per questo, nella preghiera, ci affidiamo alla bontà di Dio, chiedendogli di guardare l’offerta “con amore” e di riconoscere in essa “la vittima immolata per la nostra redenzione”.

Epiclesi di comunione. Dall’accettazione divina dipendono i frutti del sacrificio per “noi che ci nutriamo del corpo e del sangue” di Cristo: nutrirsi indica sia il gesto corporeo del mangiare sia l’attività personale del discepolo che vive e si nutre di ogni cosa che fa parte della vita del maestro. Il frutto principale è l’unità della Chiesa. Infatti si chiede che lo Spirito Santo ci faccia diventare “in Cristo un solo corpo e un solo spirito” (cf. 1Cor 10,17).

Intercessioni:

-Domanda della vita eterna. La prima domanda delle intercessioni pone una premessa: rendici “un sacrificio perenne a te gradito” per poter possedere poi la vita eterna, e, in questo modo condividere la sorte dei santi “nostri intercessori”. La vita cristiana è concepita come culto sacrificale al Padre secondo quanto afferma san Paolo: “Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12,1). L’atteggiamento oblativo è la spina dorsale della vita cristiana.

-Domanda per il mondo e per la Chiesa. La preghiera eucaristica volge al suo termine, e la Chiesa continua a pregare collocandosi all’interno della storia del mondo e prega per la pace e salvezza del mondo intero. Si passa poi alla Chiesa “pellegrina sulla terra”, per la quale si chiede che sia confermata “nella fede e nell’amore”. “Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura” (Eb13,14). Secondo l’ecclesiologia del Vaticano II, nell’enumerazione dei ruoli e ministeri ecclesiali sarebbe stato meglio iniziare col popolo di Dio per finire coi ruoli gerarchici.

-Domanda per i vivi. La supplica prima di tutto è per l’assemblea celebrante, e poi l’orizzonte si allarga a tutti gli uomini sparsi e “dispersi” per il mondo. Vi è compresa la domanda dell’unità di tutti i discepoli di Cristo. Secondo Gv 11,52, “l’unità dei figli di Dio che erano dispersi” è lo scopo della morte di Cristo. Il vocabolo dispersione evoca la realtà del peccato.

-Domanda per i defunti. Si prega per tutti i defunti, anche non cristiani: per “tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo”. Dio per instaurare il suo regno di giustizia agisce in modo più ampio di quanto lasciano vedere i confini della Chiesa (cf. Mt 25,31-46).

Dossologia finale. La dossologia finale è trinitaria. Durante tutta la dossologia si eleva l’ostia e il calice come segno della lode che sale alla Trinità, ma anche come segno dell’offerta del Corpo e Sangue di Cristo. Questa offerta esprime la glorificazione trinitaria massima da parte della Chiesa.

Noto che questa è l’unica elevazione dei santi doni del Corpo e Sangue di Cristo. Il Messale infatti usa il verbo latino elevare. Invece, dopo le parole consacratorie sul pane e sul calice, il Messale adopera il verbo ostendere (mostrare).

 

CENNI BIBLIOGRAFICI

Enrico Mazza, Le odierne preghiere eucaristiche. 1/Struttura, Teologia, Fonti (Liturgia e vita), EDB 1984.

Vincenzo Raffa, Liturgia eucaristica. Mistagogia della Messa: dalla storia e dalla teologia alla pastorale pratica, nuova edizione (Bibliotheca “Ephemerides Liturgicae” “Subsidia” 100), CLV – Edizioni Liturgiche, Roma 2003.

Cesare Giraudo, Stupore eucaristico. Per una mistagogia della Messa alla luce dell’enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, Libreria Editrice Vaticana 2004.

Matteo Ferrari, La preghiera eucaristica. Un “cantiere” riaperto dal Concilio (Preghiera e Liturgia 9), Centro Eucaristico, Ponteranica 2014.