Translate

martedì 13 febbraio 2018

MERCOLEDI DELLE CENERI – 14 Febbraio 2018






Gl 2,12-18; Sal 50 (51); 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18



La Quaresima che oggi iniziamo non propone nulla di straordinario rispetto alle esigenze fondamentali della vita cristiana. Esse vengono solo richiamate con insistenza perché ci si sforzi, sul piano personale e comunitario, di integrarle o reintegrarle meglio nella vita quotidiana. Possiamo dire con san Paolo che la Quaresima è semplicemente un “momento favorevole” per fare una verifica attenta della nostra vita e renderla così sempre più conforme alle esigenze del nostro battesimo (cf. seconda lettura).

La grazia del battesimo non libera la nostra natura dalla sua debolezza, né dall’inclinazione al peccato che la tradizione chiama “concupiscenza”, la quale rimane in noi anche dopo il battesimo perché sosteniamo le prove quotidiane nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo: “La drammatica condizione del mondo che ‘giace’ tutto ‘sotto il potere del maligno’ (1Gv 5,19), fa della vita dell’uomo una lotta” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.409). Nelle invocazioni delle Lodi mattutine di questo mercoledì delle Ceneri l’itinerario quaresimale viene presentato come un tempo per “ricuperare pienamente il senso penitenziale e battesimale della vita cristiana”. Questo itinerario è fatto d’un “morire” e d’un “risorgere”. Si tratta di un “cammino di conversione”. “Convertirsi” è una scelta che comporta un cambiamento radicale del modo di pensare e di vivere, si tratta cioè di acquisire un modo di pensare e di vivere secondo il vangelo, come ci ricordano le parole con cui viene imposta su ciascuno di noi la cenere all’inizio della Quaresima: “Convertitevi, e credete al vangelo” (Mc 1,15).

La comunità cristiana nel suo cammino quaresimale è quindi chiamata a prendere una più lucida coscienza della realtà e delle esigenze del proprio battesimo. Seguendo la dottrina dei Padri, pratiche quaresimali tradizionali atte a raggiungere questo scopo sono il digiuno, l’elemosina e la preghiera. Nell brano evangelico odierno, Gesù parla della nuova giustizia superiore all’antica e ne illustra le caratteristiche applicandole alle tre pratiche fondamentali della pietà giudaica: l’elemosina, la preghiera e il digiuno.

Le preghiere del Messale ritornano frequentemente sulle tre pratiche tradizionali del Tempo quaresimale. Il prefazio quaresimale IVo illustra i frutti del digiuno; il IIIo esalta la vittoria sull’egoismo che si esprime nella pratica dell’elemosina; il I parla dell’assiduità “nella preghiera e nella carità operosa”. La colletta della domenica IIIo, esordisce con queste parole: “O Dio misericordioso, fonte di ogni bontà, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità…” La pratica quaresimale è vista sempre come strumento del rinnovamento interiore. Ciò viene sottolineato in modo particolare dai testi che vanno dal mercoledì delle Ceneri al sabato seguente: l’orazione dopo la comunione d’oggi parla del digiuno “efficace per la guarigione del nostro spirito”; e la colletta del prossimo venerdì auspica che “all’osservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito”.

Le tradizionali pratiche quaresimali vanno accompagnate dall’ascolto assiduo della parola di Dio Il cammino quaresimale è quindi anche un cammino di fede, che non può essere fatto senza un costante riferimento alla parola di Dio che la Chiesa distribuisce con abbondanza in questo tempo santo.