Il
Prof. Massimo Faggioli, che abbiamo citato più volte in questo blog, ha
pubblicato ieri su La
Croix International (24.02.2018) un breve articolo che pur riguardando
anzitutto la situazione della liturgia nella Chiesa Cattolica degli Stati Uniti
di America, è d’interesse per tutti noi (Extraordinary
divisions. Why liturgy is so important to communion). Ecco, in sintesi, la sostanza
dello scritto.
L’uso
della “forma straordinaria” del rito romano è diventato negli USA la “forma
ordinaria” della celebrazione per un considerevole gruppo di cattolici romani. Si
è creato in questo modo una pericolosa polarizzazione. Secondo il Prof.
Faggioli, troviamo due posizione contrapposte. Da una parte, coloro che
augurano una ulteriore evoluzione della riforma liturgica: più inculturazione
della liturgia; traduzione dinamica dei testi liturgici contrariamente a quanto
prescrive Liturgiam authenticam
(2001); decentralizzazione in ciò che riguarda l’ordinamento della liturgia. D’altra
parte, ci sono coloro che pensano e dicono che la riforma liturgica del
Vaticano II ha bisogno di essere ulteriormente riformata e hanno accolto con entusiasmo
il motu proprio Summorum Pontificum
(2007).
Alcuni
teologi e liturgisti credono che ormai l’instaurazione di un certo “biritualismo”
nella liturgia romana è un dato di fatto. L’innovazione che ha introdotto questa
radicale discontinuità nella vita della Chiesa, è stata presentata all’insegna
della continuità con la Chiesa del passato, un paradosso che non incomoda più i
tradizionalisti.
Le
discussioni tra i seguaci della riforma del Vaticano II ed i seguaci della
forma straordinaria hanno ferito profondamente lo spirito di comunione tra i
cattolici. Infatti, come diceva Congar, “la liturgia è il principale strumento
della tradizione della Chiesa”, anzi è essa tessa la tradizione.
La
polarizzazione del cattolicesimo americano è una malattia che inizia con le
differenze politiche e conduce e coinvolge anche le differenze teologiche. Cerchiamo
di non ammalarci anche noi.