Translate

domenica 13 maggio 2018

ABITI LITURGICI DI FORMA BAROCCA?





Come ogni abito, anche le vesti per la liturgia sono sempre in relazione con l’immagine che colui che le indossa ha di sé o che vuole dare di sé come presbitero e, di conseguenza, l’immagine di Chiesa che con le vesti liturgiche si intende rappresentare ed esprimere. Di sua natura l’abito è sempre frutto di un immaginario e, al tempo stesso, genera un immaginario, per questo il presbitero che sceglie di indossare abiti liturgici di forma e foggia barocca, proietta un immaginario barocco su sé stesso e sull’intera liturgia che presiede. Anche inconsapevolmente, realizza un’immagine di Chiesa e di ministero ordinato che non corrisponde all’oggi tanto della Chiesa quanto del mondo nel quale essa vive e con il quale si realizza. Si attua e, in certi casi si persegue una forma di anacronismo che crea distanza spirituale e culturale tra la rappresentazione che nella liturgia si dà della Chiesa e l’oggi della storia. Una consapevole non accettazione del presente è sempre una fuga dalla realtà.

Questo spirito è bene espresso nell’accenno che la costituzione del Vaticano II sulla liturgia riserva alle vesti liturgiche: “Nel promuovere e favorire un’autentica arte sacra, gli Ordinari facciano in modo di ricercare piuttosto una nobile bellezza che una mera sontuosità. E ciò valga anche per le vesti e gli ornamenti sacri” (SC 124).

Fonte: Goffredo Boselli, Sorgenti di vita. Liturgia e ricerca spirituale, San Paolo, Cinisello Balsamo 2017, pp. 85-86.