Salmo 8. La gloria
di Dio e la dignità dell’uomo
1 Al
maestro di coro. Su «I Torchi...».
2 O Signore, nostro Dio,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra:
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
3 con la bocca di bambini e di lattanti
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
5 che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
6 Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
7 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
8 tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
9 gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie del mare.
10 O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
2 O Signore, nostro Dio,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra:
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
3 con la bocca di bambini e di lattanti
hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
5 che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
6 Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
7 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi:
8 tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
9 gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie del mare.
10 O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Il Sal 8 è il primo inno di lode del Salterio che celebra la gloria del
Signore che si manifesta nel creato e ci si interroga, stupefatti, sull’uomo,
elevato da Dio su di esso quale dominatore, un tema ben noto dalla letteratura
sapienziale, che richiama gli antichi racconti della creazione riportati dalla
Bibbia, in modo particolare nel libro della Genesi. Si tratta quindi di un
salmo sapienziale, che intende dare conforto e fiducia alle piccole comunità
ebraiche che dopo l’esilio si trovavano sparse tra popolazioni pagane più o
meno a loro ostili. In questo inno, che veniva cantato nelle celebrazioni
liturgiche del Tempio, Israele trovava un motivo di santa compiacenza nel
Signore, che si era preso cura di lui e gli aveva offerto in dono una terra
d’abbondanza. La nostra Liturgia delle ore propone il Sal 8, che ha come
titolo “Grandezza del Signore e dignità dell’uomo”, nelle Lodi del sabato della
seconda e della quarta settimana nonché in altre occasioni, soprattutto nel
Tempo pasquale.
Struttura. Il nostro salmo
inizia e si conclude con la stessa proclamazione della maestà divina, ed è
diviso in tre sezioni spaziali secondo le voci ricorrenti di cielo, terra e
mare. Al centro del salmo vi è la domanda decisiva, che si può considerare la
scintilla da cui scaturisce l’intero poema: “che cosa è mai l’uomo…?” (v. 5).
Domanda che non cessa di risuonare anche oggi, e che sempre accompagnerà il
cammino dell’umanità.
Commento, Su “I Torchi”
(v. 1), è una espressione che designa probabilmente uno strumento musicale
(l’arpa?) o anche determinate melodie adoperate per il canto del salmo. Col v.
2 l’inno inizia cantando la grandezza di Dio che si manifesta nell’opera della
creazione. L’espressione “quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra” si
riferisce a Dio. Il nome, infatti, come anche le categorie sapienza, parola,
spirito, è considerato nella mentalità ebraica come ipostasi di Dio, e cioè
come la stessa sostanza divina. Nel v. 3 il salmista loda il Signore con la
gioia e lo stupore dei piccoli in opposizione al tumulto dei nemici di Dio. Col
v. 4 si ritorna al tema della creazione dei cieli da parte di Dio, qui
identificati come “opera delle tue dita”, nel senso che il coinvolgimento di
Dio nella creazione è personale e intimo. Nel silenzio notturno, il salmista contempla
le meraviglie del cielo stellato: accanto alla coppia “la luna e le stelle” non
si menziona il sole. Probabilmente il poeta è rimasto in contemplazione del
cielo in una notte stellata e al chiaro di luna.
Nel v. 5, a metà del poema, se da un lato l’orante è stato colto dallo
stupore nel contemplare l’immensità dei cieli, ora esprime la sua meraviglia
con la domanda: “Che cosa è mai l’uomo?”. Dio lo ricorda e lo cura perché creato ad immagine e somiglianza sua, reso poco inferiore a lui e collocato
al di sopra di tutta la creazione nonché capace di amministrare, come
luogotenente di Dio stesso, tutte le opere delle sue mani (vv. 6-9). Giobbe
quando si sente abbandonato da Dio, si sfoga con una domanda simile ma con il
cuore pieno di amarezza: “Che cosa è l’uomo perché tu lo consideri grande e a
lui rivolga la tua attenzione e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo
metta alla prova?” (Gb7,17-18). Ci troviamo dinanzi ad una domanda che sempre
accompagnerà la storia dell’umanità.
Una esclamazione piena di ammirazione e di entusiasmo, ricorre all’inizio
(v. 2) e al termine del salmo (v.10): “O Signore, nostro Dio, quanto è mirabile
il tuo nome su tutta la terra!” In questa esclamazione pare si riuniscano le
voci dell’universo e quelle degli uomini per celebrare la gloria del loro
Creatore e Signore,
Lettura cristiana. La domanda “che
cosa è mai l’uomo?” trova una risposta sublime nella realtà di Cristo, vero Dio
e vero uomo. Gesù applica a se stesso il v. 3 del salmo: dopo il trionfale
ingresso di Gesù in Gerusalemme, i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo i
fanciulli che acclamavano “Osanna al figlio di Davide”, si sdegnarono e gli
dissero: non senti quello che dicono costoro? Gesù rispose: “Non avete mai
letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto per te una lode?”
(Mt 21,16). Nell’epistolario paolino il Sal 8 è citato due volte e una nella
lettera agli Ebrei. I Padri della Chiesa e gli scrittori ecclesiastici
commentano il salmo evidenziando la dignità dell’uomo e quella di Cristo.
Nel contesto odierno. Il Salmo 8 è la
celebrazione della grandezza e della bellezza dell’uomo che può essere colta
unicamente in relazione all’immensa grandezza e misericordia di Dio. Il salmo,
un inno che esalta l’onnipotenza
creatrice del Signore e la dignità dell’uomo, ci invita a riflettere sulla
dignità di ogni uomo e di ogni donna, oggi in tanti modi e da tante parti
calpestata, e ci fa ergere contro ogni tipo di schiavitù e intolleranza. Il
salmo ci fa riflettere anche sul significato del dominio dell’uomo sul creato
(cf. Gen 1,28), un dominio che non è assoluto e molto meno distruttivo
dell’opera creatrice di Dio. La cura delle persone e la cura della natura sono
inseparabili poiché tutto è connesso.
Il Sal 8 ci spinge alla contemplazione del creato, opera di Dio. Davanti
a queste immensità incommensurabili, sentiamo la propria personale pochezza e
fragilità. Come afferma il famoso filosofo Blaise Pascal: “l’uomo non è che una
canna, la più fragile di tutta natura”; in seguito però Pascal aggiunge “ma è
una canna pensante” (Pensieri n. 347). Ecco quindi che paradossalmente
possiamo affermare che la creatura umana è più grande del sole, delle stelle,
delle galassie che popolano gli infiniti spazi celesti; come dice il nostro
salmo, è “poco meno di un dio”, coronato “di gloria e di onore” (v. 6).
Preghiera. O Dio, che
manifesti la tua magnificenza nel cielo stellato, che in modo mirabile ci hai
creati a tua immagine e in modo più mirabile ci hai redenti e rinnovati,
accogli la nostra lode per le tue meraviglie, e aiutaci ad essere degni della
grandezza alla quale ci hai elevati.
Bibliografia: Spirito Rinaudo, I salmi
preghiera di Cristo e della Chiesa, Elle Di Ci, Torino-Leumann 1973; Vincenzo
Scippa, Salmi, volume 1. Introduzione e
commento, Messaggero, Padova 2002; Ludwig Monti, I salmi: preghiera e vita, Qiqajon, Comunità di Bose 2018; Temper Longman III, I salmi. Introduzione e commento,
Edizioni GBU, Chieti 2018.