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domenica 15 novembre 2020

L’INVITO ALLA COMUNIONE NEL NUOVO MESSALE ITALIANO

 



 

Goffredo Boselli, Le nozze dell’Agnello. Guida alla nuova traduzione del Messale, San Paolo, Cinisello Balsamo 2020. 95 pp. (€ 9,00).

 

In questo volumetto, l’autore offre una preziosa e puntuale guida alle novità più rilevanti della nuova traduzione del Messale. In seguito offro le pagine che illustrano i cambiamenti nel rito della comunione (pp. 56-61).

Nei riti di comunione è stata modificata e ritradotta la formula di invito alla comunione che segue immediatamente l’Agnello di Dio. Messale del 1983: “Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo”. Messale del 2019: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”. La nuova edizione del Messale sceglie di essere fedele al testo dell’edizione latina del Missale Romanum che così recita: “Ecce Agnus Dei. Ecce qui tollit peccata mundi. Beati qui ad cenam Agni vocati sunt”.

Questa modifica ha un valore rilevante perché in primo luogo ripristina la successione originale della sequenza rituale, che le due precedenti edizioni italiane del Messale avevano scelto di modificare, invertendo l’ordine della frase, forse non comprendendo la mens rituale sottostante. Il presbitero, presentando all’assemblea il pane spezzato e il calice – vertice iconico dell’eucaristia perché il pane è mostrato spezzato e insieme al calice del vino – riprende l’invocazione “Agnello di Dio” della triplice litania appena cantata e lo contempla citando alla lettera l’espressione del Battista nel quarto vangelo “Ecco l’Agnello di Dio”, aggiungendo “ecco colui che toglie i peccati del mondo” dell’ “ecco”, assente nel testo finora in uso.

Ma il valore della novità di questa sequenza rituale consiste soprattutto nell’aver tradotto fedelmente il testo latino “Beati qui ad cenam Agni vocati sunt”, “Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” riconsegnando così alla liturgia la citazione diretta, sebbene non completa, dell’Apocalisse di Giovanni (cf. Ap 19,9) introdotta dalla riforma dell’Ordo Missae del Messale di Paolo VI. Nelle edizioni precedenti, i traduttori italiani hanno preferito rendere “cenam Agni” con “cena del Signore”, ponendo in ombra la dimensione escatologica che questa espressione giovannea contiene ed evoca.

Il Messale di Paolo VI, facendo seguire alla formula “Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi”, già presente nel Messale di Pio V, il versetto “Beati qui ad cenam Agni vocati sunt”, fa della beatitudine giovannea il culmine a cui giunge la frazione del pane, aprendo questo rito a una dimensione escatologica essenziale alla celebrazione eucaristica. La tavola del Signore sulla quale la Chiesa celebra il memoriale della Pasqua di Cristo e la tavola della cena dell’Agnello sono un’unica tavola. Quella della Chiesa è sacramento di quella del cielo.

“Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”, salutiamo con gioia e intima soddisfazione questa beatitudine, che invita alla tavola del pane spezzato e dell’unico calice, corpo e sangue del Signore, posti davanti agli occhi dell’assemblea mentre ai suoi orecchi risuona la beatitudine dell’Apocalisse come promessa e profezia del banchetto escatologico, la tavola del Regno promessa da Cristo: “Io preparo per voi un regno […] perché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno” (Lc 22,29).

Va tuttavia osservato che la formula liturgica ha omesso nel testo latino il vocabolo “nozze” presente nel versetto dell’Apocalisse: “Beati gli invitati alla cena di nozze dell’Agnello” (Ap 19,9). La ragione per la quale i riformatori dell’Ordo Missae del Messale di Paolo VI abbiano fatto questa scelta ci resta nascosta. A ben guardare, la nuova traduzione italiana avrebbe potuto completare la citazione giovannea, consapevole che la fedeltà alle Scritture, specie al Nuovo Testamento, è superiore alla fedeltà materiale ad un testo liturgico dell’editio typica. Lo hanno invece fatto i traduttori della nuova edizione del Messale francese, rendendo “Heureux les invités au repas des noces de l’Agneau”. E’ auspicabile che la prossima edizione italiana colmi la mancanza.