1Canto delle salite. Di David
Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!
2È come olio prezioso versato
sul capo,
che scende sulla barba, la barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
3È come la rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre.
Il Sal 133 è il penultimo
salmo dei quindici salmi delle ascensioni. Celebrando le fraterne riunioni di
vita comune e di preghiera, che caratterizzavano i pellegrinaggi degli
Israeliti a Gerusalemme durante le solennità festive, il nostro salmo esalta la
dolcezza del ritrovarsi insieme uniti in cuore e anima intorno a quel Dio che
aveva fatto d’Israele la sua assemblea, chiamata dal libro di Neemia la
“comunità di Dio” (Ne 13,1, cf. Es19).
L’olio profumato
che tutto permea della sua fragranza e la rugiada che tutto avvolge nel suo
manto di freschezza, diventano simboli della felicità che scaturisce dall’amore
e dalla concordia nella comunità d’Israele e di tutti gli uomini. Questo breve
salmo è articolato in modo molto chiaro: sentenza enunciativa iniziale (v. 1);
due paragoni illustrativi (vv. 2-3ab); affermazione conclusiva, ossia
benedizione del Signore (v. 3cd).
Il versetto
iniziale esprime stupore per la piacevole gioia che si trova nell’unità in
mezzo al popolo di Dio. Il testo ebraico che sta dietro l’espressione “popolo
di Dio” (‘ahîm), letteralmente significa “fratelli”. La
gioia della vita fraterna è profumata come balsamo prezioso (v. 2) e
rinfrescante come la rugiada che all’alba impregna e feconda di sé il terreno
(v. 3ab). Con notevole insistenza, il salmista annota innanzitutto che tale
comunione fraterna “scende” da Dio (verbo ripetuto 3 volte in 4 righe), è dono,
è grazia. Questa caratteristica è ulteriormente precisata dai dettagli dipinti
nei due paragoni.
L’olio profumato è
quello dell’unzione del Sommo sacerdote, discendente di Aronne. Non è privo di
importanza che quest’olio scenda dalla barba fino al collo del sommo sacerdote,
dove egli portava il pettorale, una borsa decorata da dodici pietre preziose
con le lettere iniziali dei nomi delle dodici tribù di Israele (cf. Es
2829-30). La fraternità è
una realtà sacra che ha in sé la stessa forza di una consacrazione che pervade
tutto l‘essere, che coinvolge lo stesso fisico della persona (in Oriente, la
barba era simbolo di virilità e vitalità) e la sua dignità, incarnata nella
veste.
Quanto alla rugiada,
immaginata dagli antichi come discendente dal cielo, alla stregua della
pioggia, essa è detta scendere dal monte Ermon sui monti di Sion. Questa
immagine è volutamente priva di ogni verosimiglianza: l’Ermon (2760 metri),
l’unica vetta ricoperta di neve in Israele, si trova a 180 Km a nord di
Gerusalemme; è citato spesso nella Bibbia, in
quanto confine nord della Terra promessa, e come luogo probabile della trasfigurazione
di Gesù, in alternativa al Monte Tabor. Con un’iperbole, il salmista si
immagina che la rugiada sia come un’inondazione che dal nord della Palestina
scende al sud a bagnare anche l’arida Gerusalemme. Un’immagine di freschezza in
un mondo assolato e bruciato. Solo questa rugiada gratuita può far
germogliare in pienezza la benedizione della vita fraterna. “Là” dove i
fratelli e le sorelle sono riuniti gioiosamente, “il Signore manda la
benedizione, la vita per sempre” (v. 3cd). La fraternità è anticipazione già
qui e ora, preludio sinfonico di vita eterna. Quella vita che sarà piena e
definitiva alla fine dei tempi.
L’amore
fraterno è qualcosa di sacro, come l’olio che consacrò Aronne, è qualcosa di
vitale, come la rugiada di un monte pingue, l’Ermon; esso è una benedizione che
attira tutte le benedizioni (cf. Mt 18,19-20).
La storia
d’Israele conobbe soltanto dei brevi periodi in cui una tale unità fu
raggiunta, e anche allora lo fu solo in maniera imperfetta. Si può imparare
quanta benedizione vi sia nell’unità anche dalla mancanza di unità. Situazioni
conflittuali richiedono maggiori energie, mentre un’armoniosa unità significa
che la comunità nel suo insieme, può conseguire degli obiettivi con minore
difficoltà.
Essere fratelli e sorelle,
vivere insieme in armonia: in un‘epoca segnata più che mai dall’individualismo,
può diventare difficile apprezzare la bellezza di parole così semplici e, allo
stesso tempo così profonde, gravide di valori che ormai, quasi, non
appartengono più alla nostra società.
La Chiesa, e noi in essa,
preghiamo i salmi da una prospettiva cristiana. La Liturgia delle ore propone il Sal 133 (132) il Venerdì della Quarta
settimana all’Ora media. Il titolo dato al salmo è “Gioia dell’amore fraterno”,
e il versetto del Nuovo Testamento scelto come sottotitolo del salmo è At 4,32:
“La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e
un’anima sola”.
“Noi, pur essendo molti, siamo
un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni
degli altri” (Rm 12,5), e da Cristo “tutto il corpo ben compaginato e connesso,
con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni
membro, cresce in modo di edificare se stesso nella carità” (Ef 4,16).
Così, la carità di Dio si
comunica dal capo, che è Cristo, alle membra, come un’unzione sacra, che è
anche consacrazione per un servizio di amore. “Dio ci fa partecipare al suo trionfo
in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza.
Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano
e per quelli che si perdono” (2Cor 2,14-15). Queste parole di san Paolo ci
fanno capire che la prima e fondamentale testimonianza che come cristiani siamo
chiamati a rendere è quella della nostra vita fraterna.
Preghiera:
Discenda, Signore, sulla tua Chiesa
la rugiada della tua grazia,
perché nell’unità che domandasti per noi
ci ritroviamo con te,
nel Padre, nel gaudio dello Spiriti Santo.
Bibliografia: Spirito
Rinaudo, I salmi preghiera di Cristo e
della Chiesa, Elle Di Ci, Torino-Leumann 1973; Vincenzo Scippa, Salmi, volume 1. Introduzione e commento, Messaggero,
Padova 2002; Ludwig Monti, I salmi:
preghiera e vita, Qiqajon, Comunità di Bose 2018; Temper Longman III, I salmi.
Introduzione e commento, Edizioni GBU, Chieti 2018.