In uno dei sermoni di John Henry Newman, ancora anglicano, affiora
una interessante osservazione in margine alla critica mossa alla Chiesa di Roma
di aver confuso il sacrificio cristiano con quello giudaico. È un accenno alla
passività del popolo cattolico durante le celebrazioni liturgiche; una sorta di
critica pastorale alla modalità liturgica romana. Prendendo ad esempio la
vicenda di Zaccaria narrata dall’Evangelista Luca, Newman osserva che l’offerta
dell’incenso è fatta per il popolo, ma il popolo non può partecipare, è fuori
del Tempio, non all’interno, in quanto Cristo doveva ancora morire e così togliere
il velo di separazione, per introdurre l’uomo all’interno del Tempio stesso. L’errore
dei Cattolici è quello di aver confuso l’ufficio sacerdotale cristiano con
quello giudaico. Essi hanno fatto della cena del Signore letteralmente un
sacrificio a Dio, “e le persone, nel frattempo, non hanno attiva
partecipazione in questo – sono passive – sono senza (al di fuori) del tempio”.
Qualche anno dopo – nel 1848 – sarà Rosmini a denunciare la medesima cosa,
definendola prima piaga della santa Chiesa.
Fonte: Francesco Zucchelli, Liturgia come relazione.
Teologia liturgica nell’opera anglicana di John Henry Newman CLV Edizioni
Liturgiche, Roma 2022, 69-70.