Dal
Discorso del Santo Padre Francesco ai vescovi e sacerdoti delle Chiese di
Sicilia, pronunciato il 9 giugno 2022:
Non
vorrei finire senza parlare di una cosa che mi preoccupa, mi preoccupa
abbastanza. Mi domando: la riforma che il Concilio ha avviato, come va, fra
voi? La pietà popolare è una grande ricchezza e dobbiamo custodirla,
accompagnarla affinché non si perda. Anche educarla. Su questo leggete il n. 48
della Evangelii nuntiandi che ha piena
attualità, quello che San Paolo VI ci diceva sulla pietà popolare: liberarla da
ogni gesto superstizioso e prendere la sostanza che ha dentro. Ma la liturgia,
come va? E lì io non so, perché non vado a Messa in Sicilia e non so come
predicano i preti siciliani, se predicano come è stato suggerito nella Evangelii gaudium o se predicano in
modo tale che la gente esce a fare una sigaretta e poi torna… Quelle prediche
in cui si parla di tutto e di niente. Tenete conto che dopo otto minuti
l’attenzione cala, e la gente vuole sostanza. Un pensiero, un sentimento e
un’immagine, e quello se lo porta per tutta la settimana. Ma come celebrano? Io
non vado a Messa lì, ma ho visto delle fotografie. Parlo chiaro. Ma carissimi,
ancora i merletti, le monete…, ma dove siamo? Sessant’anni dopo il Concilio! Un
po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella “moda” liturgica! Sì, a
volte portare qualche merletto della nonna va, ma a volte. È per
fare un omaggio alla nonna, no? Avete capito tutto, no?, avete capito. È bello
fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la santa madre Chiesa,
e come la madre Chiesa vuole essere celebrata. E che la insularità non
impedisca la vera riforma liturgica che il Concilio ha mandato avanti. E non
rimanere quietisti.
https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2022/june/documents/20220609-clero-sicilia.html