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domenica 12 giugno 2022

RITUALI E CATTOLICESIMO

 



 

Byung-Chul Han vede un certo nesso tra la povertà artistica e rituale contemporanea e il protestantesimo. Crediamo che si tratta del protestantesimo nordico tradizionale, austero, bergmaniano, centrato sulla Parola. Egli scrive dalla Germania, e non da paesi dove esiste un esuberante cristianesimo protestante carismatico. “Il disincanto dell’arte la rende di natura protestante. Viene, per così dire, de-ritualizzata e spogliata dalle sue splendide forme: fino alla fine degli anni Ottanta, gli spazi in cui era esposta l’arte sembravano ancora chiese cattoliche, piene di forme colorate e figure esuberanti. Da allora, le correnti artistiche sembrano essere diventate profondamente protestanti, concentrandosi sui contenuti e sulla parola parlata o scritta”. Ci sembra che si possa leggere qui una certa nostalgia per l’arte barocca e il suo re-incanto del mondo, un passaggio attraverso i sensi assunto con gioia. I rituali incantano il mondo, e noi ne abbiamo bisogno. “I rituali e le cerimonie sono gli atti genuinamente umani che fanno apparire la vita come una storia incantevole, celebrativa”. Questa è un’intuizione molto bella, secondo noi! La liturgia non è necessariamente austera: unisce gioia e silenzio, comunione e serena introspezione. Crea una comunità in cui gli esseri umani ascoltano insieme, tacciono insieme, e in questo stesso movimento sanno di essere parte dello stesso corpo.

 

Fonte: Marc Rastoin S.I., I Rituali: una necessità antropologica. Il pensiero di Byung-Chul Han, in “La Civiltà Cattolica”, n. 4124, anno 173, 123-131 (qui: p. 130).

Di Byung-Chul Han abbiamo presentato il libro “La scomparsa dei riti” (in questo blog il 30 maggio 2021).