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domenica 25 settembre 2022

LA CONCEZIONE DI DIO E LA PREGHIERA

 



 

Nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, ci troviamo di fronte ad un accostamento di varie immagini di Dio: il Dio vicino e il Dio lontano, immanente e trascendente, un Padre che ama e ha misericordia e un Giudice. Quando ci troviamo davanti a questo accostamento di testi biblici, dobbiamo tenere ben presente che non dobbiamo semplificare le cose e addurre soltanto una parte di quei testi per documentare la concezione biblica. Non è dunque lecito contrapporre, come ha fatto Marcione (sec. II), il Nuovo Testamento all’Antico, radicalmente rifiutato, il Dio “che ama” al Dio “giusto”. Ma anche quando, in contrasto con Marcione e in accordo con la Chiesa antica, si tiene unito l’Antico Testamento al Nuovo, dobbiamo lasciar sussistere i due aspetti all’interno di ciascuno dei Testamenti: non possiamo vedere nel Nuovo Testamento soltanto il Dio vicino, presente e operante nel mondo, e tralasciare Colui che è in eterno, lontano, nascosto, che vi è altrettanto attestato. Quel che per la logica umana è contraddizione irriducibile, non può essere trasferito in questi termini su Dio.

Fonte: Oscar Cullmann, La preghiera nel Nuovo Testamento. Una risposta alle domande odierne (Antologia Claudiana | Paideia 11), Claudiana srl, Torino 2022, pp. 207-208. Si tratta di un’opera classica di O. Cullmann, stampata per prima volta nel 1995.