Dichiarazione “Fiducia supplicans” sul senso
pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede,
18.12.2023:
31. Nell’orizzonte qui delineato si colloca la
possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello
stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte
delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la
benedizione propria del sacramento del matrimonio. In questi casi, si
impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche
l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro
che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione
di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di
umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato
ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione
esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli
impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama “grazie attuali” –
affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al
messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed
esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino.
Card. Robert Sarah nella
sua invettiva contro la dichiarazione “Fiducia supplicans” critica il testo
sopra citato con le seguenti parole:
La dichiarazione
“Fiducia supplicans” scrive che la benedizione è invece destinata alle persone
che «mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è
presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla
presenza dello Spirito Santo» (n. 31). Ma cosa c’è di buono, di vero e di
umanamente valido in una relazione omosessuale, definita dalle Sacre Scritture
e dalla Tradizione come una depravazione grave e “intrinsecamente disordinata”?
Fonte: https://www.diakonos.be/fiducia-supplicans-il-cardinale-sarah-ci-opponiamo-a-uneresia-che-mina-gravemente-la-chiesa/
Il Card. Sarah si
domanda “cosa c’è di buono, di vero e di umanamente valido in una relazione
omosessuale…?”. Noto che il documento non parla della “relazione”
omosessuale, ma di “coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi
del suo [di Dio] aiuto, non rivendicano la legittimazione di un
proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di
umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato
ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo”. Poi, è assurdo affermare che nella vita di coloro che si trovano in situazioni
irregolari, tutto sia segnato dal peccato e non ci possa essere invece qualcosa
“di vero di buono e di umanamente valido presente nella loro vita e
relazioni”.