Il nostro dovere di sostenere il mondo e
di collaborare alla pace e alla gioia esige la capacità di fare il primo passo.
Sta a noi farlo, rinunciando a tutto quello che ci sembra giusto dover
sospendere per preparare tempi non solo meno faticosi ma possibilmente nuovi.
Un passo è quello di resistere alla fascinazione del sacro per entrare, con
decisione e generosità in un processo di purificazione della fede. La
fascinazione del sacro è assai potente nella vita degli uomini e delle donne del
passato, ma anche del presente. Sta alla base di molti atteggiamenti e posture
tradizionaliste che confondono, appunto, l’attrazione sacrale con il cammino di
santità, dimenticando che questo è il punto fondamentale dell’annuncio
escatologico di Gesù di Nazaret e del suo conflitto con la classe sacerdotale.
Alla domanda “di uno dei suoi discepoli, ‘mentre usciva dal tempio’, Gesù risponde
in modo secco: ‘Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su
pietra che non venga distrutta’” (Mc 13,1-2).
Il “sacro” privilegia, fino a sancire, la
fissità e l’intoccabilità di persone, cose e gesti. Il dinamismo della
santificazione è un processo che anima e trasfigura continuamente le persone,
le cose e i gesti della vita quotidiana e, soprattutto, di tutto ciò che favorisce
la relazione di cura tra le persone. Il sacro separa e isola, trasferendo, una
volta per sempre e per tutte, le persone con le cose e i gesti in un mondo a parte
percepito come incomunicabile, oltre che inattingibile. Il dinamismo della
santificazione, di cui i sacramenti sono attuazione, irrompe continuamente nel
reale quotidiano e persino banale della vita concreta, conferendole così un’anima,
un respiro, una speranza.
È sempre più urgente offrire gli
strumenti rituali muniti di intelligenza spirituale, perché ogni uomo e donna
viva personalmente un’esperienza di salvezza anche in modo singolare, senza
regressioni sacrali tanto fascinose quanto rovinose. Non si tratta certo di
relativizzare la grazia del sacramento, ma di renderla efficace in modo più
esistenzialmente ampio e profondo attraverso la dilatazione del cuore.
Fonte: Fratel
MichaelDavide, La Chiesa che morirà. L’arte di raccogliere i frammenti per
impastare nuovo pane, San Paolo, Cinisello Balsamo 2023, pp. 47-48 e 55-56.