Gl
2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18
La
Quaresima che oggi iniziamo non propone nulla di straordinario rispetto alle
esigenze fondamentali della vita cristiana. Esse vengono solo richiamate con
insistenza perché ci si sforzi, sul piano personale e comunitario, di
integrarle o reintegrarle meglio nella vita quotidiana. Possiamo dire con san
Paolo che la Quaresima è semplicemente un “momento favorevole” per fare una
verifica attenta della nostra vita e renderla così sempre più conforme alle
esigenze del nostro battesimo.
La grazia del battesimo non libera la nostra natura dalla sua debolezza, né dall’inclinazione al peccato che la tradizione chiama “concupiscenza”, la quale rimane in noi anche dopo il battesimo perché sosteniamo le prove quotidiane nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo. Nelle invocazioni delle Lodi mattutine di questo Mercoledì delle Ceneri l’itinerario quaresimale viene presentato come un tempo per “ricuperare pienamente il senso penitenziale e battesimale della vita cristiana”. Questo itinerario è fatto d’un “morire” e d’un “risorgere”.
Si tratta di un “cammino di conversione”. “Convertirsi” è una scelta che comporta un cambiamento radicale del modo di pensare e di vivere, si tratta cioè di acquisire un modo di pensare e di vivere secondo il vangelo, come ci ricordano le parole con cui viene imposta su ciascuno di noi la cenere all’inizio della Quaresima: “Convertitevi, e credete al vangelo” (Mc 1,15).
Nel
nostro cammino quaresimale siamo quindi chiamati a prendere una più lucida
coscienza della realtà e delle esigenze del proprio battesimo. Seguendo la
dottrina dei Padri, pratiche quaresimali tradizionali atte a raggiungere questo
scopo sono il digiuno, l’elemosina e la preghiera. La preghiera nutre la nostra
fede; il digiuno è espressione della speranza nei beni futuri; l’elemosina ci invita
ad approfondire la virtù della carità.
Le
tradizionali pratiche quaresimali vanno accompagnate dall’ascolto assiduo della
parola di Dio Il cammino quaresimale è quindi un cammino di fede, che non può
essere fatto senza un costante riferimento alla parola di Dio.