DICASTERO
PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
NOTA
GESTIS
VERBISQUE
SULLA
VALIDITÁ DEI SACRAMENTI
Presentazione
Già in occasione dell’Assemblea Plenaria del Dicastero del gennaio
2022, i Cardinali e i Vescovi Membri avevano espresso la loro preoccupazione
per il moltiplicarsi di situazioni in cui si era costretti a costatare
l’invalidità dei Sacramenti celebrati. Le gravi modifiche apportate alla
materia o alla forma dei Sacramenti, rendendone nulla la celebrazione, avevano
poi condotto alla necessità di rintracciare le persone coinvolte per ripetere
il rito del Battesimo o della Cresima ed un numero importante di fedeli hanno
giustamente espresso il loro turbamento. Ad esempio, invece di usare la formula
stabilita per il Battesimo, si sono utilizzate formule come quelle che seguono:
«Io ti battezzo nel nome del Creatore…» e «A nome del papà e della mamma… noi
ti battezziamo». In una tale grave situazione si sono ritrovati anche dei
sacerdoti. Questi ultimi, essendo stati battezzati con formule di questo tipo,
hanno scoperto dolorosamente l’invalidità della loro ordinazione e dei
sacramenti sino a quel momento celebrati.
Mentre in altri ambiti dell’azione pastorale della Chiesa si
dispone di un ampio spazio per la creatività, una simile inventiva nell’ambito
della celebrazione dei Sacramenti si trasforma piuttosto in una “volontà
manipolatrice” e non può perciò essere invocata.[1] Modificare,
dunque, la forma di un Sacramento o la sua materia è sempre un atto gravemente
illecito e merita una pena esemplare, proprio perché simili gesti arbitrari
sono in grado di produrre un gravoso danno al Popolo fedele di Dio.
Nel discorso rivolto al nostro Dicastero, in occasione della
recente Assemblea Plenaria, il 26 gennaio 2024, il Santo Padre ha ricordato che
«mediante i Sacramenti, i credenti diventano capaci di profezia e di
testimonianza. E il nostro tempo ha bisogno con particolare urgenza di profeti
di vita nuova e di testimoni di carità: amiamo dunque e facciamo amare la
bellezza e la forza salvifica dei Sacramenti!». In questo contesto ha altresì
indicato che «ai ministri è richiesta una particolare cura nell’amministrarli e
nel dischiudere ai fedeli i tesori di grazia che comunicano».[2]
È così che, da una parte, il Santo Padre ci invita ad agire in
modo tale che i fedeli possano avvicinarsi fruttuosamente ai Sacramenti, mentre
dall’altra parte sottolinea con forza il richiamo ad una “particolare cura”
nella loro amministrazione.
A noi ministri è pertanto richiesta la forza di superare la
tentazione di sentirci proprietari della Chiesa. Dobbiamo, al contrario,
diventare assai ricettivi davanti a un dono che ci precede: non soltanto il
dono della vita o della grazia, ma anche i tesori dei Sacramenti che ci sono
stati affidati dalla Madre Chiesa. Non sono nostri! E i fedeli hanno il
diritto, a loro volta, di riceverli così come la Chiesa dispone: è in questa
maniera che la loro celebrazione è corrispondente all’intenzione di Gesù e rende
attuale ed efficace l’evento della Pasqua.
Col nostro religioso rispetto di ministri verso quanto la Chiesa
ha stabilito riguardo alla materia e alla forma di ogni Sacramento,
manifestiamo di fronte alla comunità la verità che «il Capo della Chiesa, e
dunque il vero presidente della celebrazione, è solo Cristo».[3]
La Nota che qui presentiamo non tratta perciò di
una questione meramente tecnica o persino “rigorista”. Con il pubblicarla, il
Dicastero intende principalmente esprimere luminosamente la priorità dell’agire
di Dio e salvaguardare umilmente l’unità del Corpo di Cristo che è la Chiesa
nei suoi gesti più sacri.
Possa questo Documento, approvato unanimemente il 25 gennaio 2024
dai Membri del Dicastero riuniti in Assemblea Plenaria e poi dallo stesso Santo
Padre Francesco, rinnovare in tutti i ministri della Chiesa la piena
consapevolezza di quanto Cristo ci ha detto: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,16).
Víctor
Manuel Card. FERNÁNDEZ
Prefetto
Testo della Nota: https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_ddf_doc_20240202_gestis-verbisque_it.html