Vivrà la Chiesa dei piccoli
passi fatti in tempo reale e senza inutili e dannosi ritardi.
Vivrà la Chiesa formata al
rispetto di ogni vissuto concreto delle persone reali.
Vivrà la Chiesa capace di
onorare tutti gli uomini e donne senza mai ridurli a una immagine stereotipata
e mortificante per accogliere l’umanità nella sua interezza, complessità e
ambiguità.
Vivrà la Chiesa della fede
modesta capace di generare la piena fiducia nella libertà di ogni persona senza
temere i fallimenti possibili di una vita.
Vivrà la Chiesa della
compagnia nei cammini di umanità capace di grandi silenzi per far liberare una
parola vera che guarisce.
Vivrà la Chiesa dell’integrazione
di ogni razza, di ogni colore, di ogni lingua, di ogni cultura, di ogni
percezione in umanità.
Vivrà la Chiesa che sa
riconoscere modi diversi di vivere le alleanze tra persone senza sentirsi
obbligati ad approvare o in dovere di disapprovare.
Vivrà la Chiesa dell’intelligenza
del cuore con cui si cercano di capire i nuovi linguaggi, i nuovi alfabeti e i
nuovi mutismi con sentimenti di venerazione del mistero dell’altro e nella
consapevolezza che ciò che non si capisce comunque esiste.
Vivrà la Chiesa delle piccole
cose, delle piccole comunità, dei mezzi semplici, della marginalità e della
modestia gioiosa.
Vivrà la Chiesa capace di
spalancare la porta dell’ammirazione per i semi di Vangelo presenti, nelle
parole, nei gesti e nelle scelte dei nostri fratelli e sorelle in umanità per
continuare ad abbattere “le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la
Chiesa in una cittadella privilegiata” (Misericordiae Vultus 4).
Vivrà la Chiesa sempre meno
romana e sempre più cattolica, apostolica ed escatologica.
Fonte: Fratel MichaelDavide, La
Chiesa che morirà. L’arte di raccogliere i frammenti per impastare nuovo pane,
San Paolo, Cinisello Balsamo 2023, pp.137-138.