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domenica 2 febbraio 2025

IL RITO E IL SACRO

 



Fin dalle origini della Chiesa sono apparsi alcuni riti, necessari a chi appartiene al popolo di Dio per la manifestazione, l’epifania della comunione. Il battesimo, la cena del Signore, l’imposizione delle mani sono riti che da sempre hanno accompagnato i cristiani e sempre li accompagneranno. Senza segni, senza epifanie, senza dire l’uno all’altro la nostra fede, non è possibile per noi essere discepoli di Gesù. Ha scritto Louis-Marie Chauvet: “La buona salute della fede cristiana è legata non a un rigetto del rito, ma a una sua gestione critica, e ciò suppone che esso sia costantemente evangelizzato. È importante a questo riguardo ricordare che il cuore della liturgia e dei sacramenti cristiani non è il rito, bensì la parola di Dio: è sempre questa parola che in essi avviene, ma vi avviene sotto forma rituale”.

Tale ritualità tuttavia – non va dimenticato – rischia sempre di essere ambigua, o addirittura falsa e ipocrita, come denunciavano i profeti: basta che sia ritualità non accompagnata dalla verità e dalla concretezza della realizzazione nella vita per diventare “abominio, delitto e solennità” (cf. Is 1, 13): liturgia grandiosa, magari faraonica, ma pure scena religiosa mondana.

Sollecitudine per la liturgia sì, sollecitudine per il sacro no!

Fonte: Enzo Bianchi, Rinascere. Il futuro del cristianesimo, San Paolo, Cinisello Balsamo 2024, pp. 68-69.