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domenica 23 settembre 2018

Santi Cosma e Damiano, martiri (26 settembre)




I santi martiri Cosma e Damiano nel Missale Romanum 1962 sono celebrati il 27 settembre; invece nel Missale Romanum 2002 sono celebrati con memoria facoltativa il 26 settembre, data probabile della dedicazione della basilica che a Roma porta il loro nome, edificata da Felice IV (525-530) nel Foro di Vespasiano. In quest’ultimo Messale, poi, il 27 settembre è occupato dalla memoria obbligatoria di san Vincenzo de’ Paoli, morto appunto a Parigi in questa data. Secondo un’antica tradizione, Cosma e Damiano erano fratelli gemelli e medici “anargiri” (gratuiti), che subirono il martirio a Ciro (Kyros) in Siria e il loro culto si diffuse in tutta la Chiesa fin dal secolo V; di loro si fa memoria nel canone romano. La maggior parte delle notizie su questi santi sono per lo più leggendarie. 

Colletta del MR 1962:

Praesta, quaesumus, omnipotens Deus: ut, qui sanctorum Martyrum tuorum Cosmae et Damiani natalicia colimus, a cunctis malis imminentibus, eorum intercessionibus, liberemur.

“Concedi, o Dio onnipotente, che celebrando la nascita al cielo dei tuoi santi martiri Cosma e Damiano, per la loro intercessione siamo liberati da tutti i mali che ci minacciano”.

Colletta del MR 2002:

Magnificet te, Domine, sanctorum tuorum Cosmae et Damiani veneranda memoria, quia et illis gloriam sempiternam, et opem nobis ineffabili providentia contulisti.

“Ti glorifichi la Chiesa, Signore, nel santo ricordo dei martiri Cosma e Damiano; tu che hai dato loro la corona della gloria, nella tua provvidenza concedi a noi il conforto della loro protezione”.

Le collette dei due Messali, pur essendo diverse, tutte e due fanno riferimento al conforto o liberazione dei mali (imminenti) che speriamo di ottenere per intercessione dei santi martiri Cosma e Damiano. La colletta del MR 2002 la si trova tale quale nel MR 1962 nel formulario di Messa della Feria V della settimana III di Quaresima, la cui statio è appunto “ad Ss. Cosmam et Damianum”. E’ un testo che proviene dall’antico Sacramentario Gelasiano (secolo VIII circa).