San Pietro Crisologo, nato ad
Imola nel 380 circa e morto ad Imola il 31 luglio del 451 circa, nel MR 1962 è
celebrato il 4 dicembre. Il MR 2002 lo celebra il 30 luglio (il 31 – giorno
della sua morte – è occupato da sant’Ignazio di Loyola). Pietro è stato eletto
vescovo di Ravenna nel 424. Predicatore famoso, è autore di stupendi sermoni,
densi di dottrina; dal sec. VIII in poi meritò il nome di “Crisologo” (“dalla
parola d’oro”). Fu dichiarato dottore della Chiesa nel 1729 da Benedetto XIII.
A lui si ispirano alcune orazioni natalizie presenti tuttora nel Messale.
Colletta del MR 1962:
Deus,
qui beatum Petrum Chrysologum Doctorem egregium, divinitus praemonstratum, ad
regendam et instruendam Ecclesiam tuam elegi voluisti: praesta, quaesumus; ut,
quem Doctorrem vitae habuimus in terris, intercessorem habere mereamur in
caelis.
Colletta del MR 2002:
Deus,
qui beatum Petrum Chrysologum episcopum Verbi tui incarnati praeconem egregiume
ffecisti, eius nobis intercessione concede, ut tuae salutis mysteria et iugiter
scrutemur in corde, et fideliter significemus in opere.
“O Dio, che nel vescovo san
Pietro Crisologo hai dato alla Chiesa un teologo insigne dell’incarnazione del
Verbo, concede a noi che lo veneriamo protettore e maestro, di meditare nel
cuore e di esprimere con le opere il tuo mistero di salvezza”.
Nella colletta del MR 1962 si
dice genericamente che il santo è stato un insigne Dottore e si chiede la sua
celeste intercessione. La colletta del MR 2002 esplicita meglio lo specifico
del santo, che è stato “un teologo insigne dell’incarnazione del Verbo”. Il
discorso sull’Incarnazione proposto dall’Ufficio delle letture della Liturgia delle ore, tratta il tema della
dignità dell’uomo: “Dio ha stampato in te la sua immagine, perché l’immagine
visibile rendesse presente al mondo il creatore invisibile”. Anche la supplica
della colletta è più ricca nel MR 2002: si chiede che noi possiamo “meditare
nel cuore ed esprimere con le opere il mistero di salvezza”. Il Crisologo, nel
sermone 103, commenta la coerenza di vita con i misteri meditati con queste
parole: “Che dire se per la gioia del Natale, il povero piange, il prigioniero
geme, il rifugiato si lamenta, il deportato singhiozza? Il giudeo ha sempre
onorato le feste celesti per mezzo di contributi; il cristiano a cosa pensa se
non le onora neppure con un centesimo dei suoi beni? […]”