Solo qualche riflessione sulle
principali novità del nuovo Messale in italiano. Si tratta della “traduzione”
del Missale Romanm, edizione tipica latina del 2002 (ristampata con
qualche cambiamento nel 2008).
- Una delle caratteristiche di
questo nuovo Messale è che ha cercato di essere fedele al testo originale
latino. Così, ad esempio, l’invito alla comunione: “Beati gli invitati alla
Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, ora
recita: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo.
Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” (dal latino: Ecce Agnus Dei, ecce
qui tollit peccata mundi. Beati qui Ad cenam Agni vocati sunt). Il testo
latino è più coerente e ricco dottrinalmente. Infatti, in primo luogo, si
presenta l’Agnello di Dio (che immediatamente prima è stato invocato tre
volte). Poi si parla della cena dell’Agnello (cf. Ap 9,19), e in questo modo il
banchetto eucaristico appare come sacramento, anticipo del banchetto celeste.
Un altro caso di fedeltà al testo latino lo troviamo nella preghiera
eucaristica II, dove si diceva: “Padre veramente santo, fonte di ogni santità,
santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito”, ora si dirà: “Veramente
santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi
doni con la rugiada del tuo Spirito” (Spiritus tui rore sanctifica).
L’immagine della rugiada è biblica, e indica fecondità, prosperità: “Sarò come
rugiada per Israele” (Os 14,6). Un altro caso ancora è la formula “Scambiatevi
un segno di pace”, che ora diventa: “Scambiatevi la pace” (Offerte vobis
pacem).
- Non sempre però la
traduzione è fedele alla lettera del testo latino. Così il pro multis della
preghiera eucaristica è ancora tradotto “per tutti”, per evitare confusioni. L’espressione
corpus meum, quod pro vobis tradetur, conserva il testo anteriore:
“offerto in sacrificio per voi” (la parola “sacrifico” non c’è nel testo latino,
ma esplicita la forma verbale “offerto”).
- I testi biblici presenti
nel Messale sono quelli dell’edizione italiana della Bibbia della CEI del 2007.
Così, ad esempio, il nuovo e ormai noto testo del Padre nostro: “come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione”. Una
eccezione è l’espressione del Gloria: “e pace in terra agli uomini di buona
volontà”, che traduce il testo latino et in terra pax hominibus bonae
voluntatis, è sostituita con “e pace agli uomini amati dal Signore” (la
Bibbia della CEI dice: “e pace agli uomini che egli ama”). La formula scelta è
stata preferita perché per numero di sillabe e accenti si adegua meglio alle
melodie con cui fin ora il Gloria è stato cantato. Inoltre è più fedele al
ricco significato del testo greco εύδοκίαϛ (cf. Lc 2,14), che
letteralmente significa “di benevolenza (sua)”. E’ stata modificata anche la
breve preghiera che il sacerdote dice nel fare il lavabo: “Lavami, Signore, da
ogni colpa, purificami da ogni peccato”, ora diventa: “Lavami, o Signore, dalla
mia colpa, dal mio peccato rendimi puro”. La modifica è stata introdotta per
essere in sintonia con la fonte biblica: Sal 51,4 nella nuova versione della
CEI.
- C’è anche qualche
cambiamento che intende rispettare le esigenze della lingua italiana, come,
ad esempio, il saluto iniziale: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l’amore del Padre e la comunione dello Spirito Santo siano (non più sia)
con tutti voi”. La grammatica italiana chiede che il verbo sia coniugato al
plurale, essendo tre i sostantivi con i quali si accorda. Si noti che non
sempre il latino adopera il verbo in questi saluti come, ad esempio, nella
formula Dominus vobiscum. Possiamo collocare qui anche il cambiamento
nel ricordo dei vivi della Preghiera eucaristica II: “tutto l’ordine
sacerdotale”, che traduce il latino universo clero, viene reso con il
più comprensibile e fedele “i presbiteri e i diaconi”.
- Si è cercato di adoperare
un linguaggio più inclusivo. Così nel Confesso a Dio, si dice “a voi
fratelli e sorelle”. Alla fine della presentazione dei doni, il
sacerdote si rivolge ai fedeli con queste parole: “Pregate, fratelli e
sorelle, perché il mio e il vostro sacrificio…” E nella preghiera
eucaristica, là dove si ricorda i defunti, si dice “Ricordati dei nostri
fratelli e sorelle, che si sono addormentati nella speranza della
risurrezione”. E così ogni volta che ci si rivolge all’assemblea come
“fratelli”.
- La terza edizione latina del
MR ha introdotto nelle domeniche e ferie della Quaresima una “orazione sul
popolo” ad libitum, che amplifica e arricchisce il gesto della
benedizione finale della Messa. Vi troviamo anche due nuovi prefazi per la
celebrazione dei santi pastori e due per i santi e sante dottori della Chiesa:
“Nel tuo disegno di amore hai illuminato san N. (santa N.) e con i suoi
insegnamenti allieti la Chiesa nella sublime bellezza della tua conoscenza”.
- Il Messale italiano
contiene alcuni testi nuovi, non presenti nel Messale latino. Questi testi
sono indicati con un asterisco (*). Così, ad esempio, alcune formule del rito
penitenziale iniziale.
- La triplice litania del Kyrie,
si trova prima in greco e poi la possibilità di dirla o cantarla in italiano.
- Le “collette alternative”,
presenti nel Messale italiano fin ora in uso, sono state ritoccate perché
meglio esprimano la funzione liturgica della colletta. Possono essere
utilizzate come collette oppure come orazioni che chiudono la preghiera dei
fedeli. Il testo di queste collette è più aderente alla parola di Dio e più
vicino alla vita nel linguaggio utilizzato e nel riferimento alla dimensione
antropologica della fede.
BIBLIOGRAFIA:
Paolo Tomatis, Al servizio
del dono. La nuova edizione del Messale, ELLEDICI, Torino 2020.
Goffredo Boselli, Le nozze
dell’Agnello. Guida alla nuova traduzione del Messale, San Paolo, Cinisello
Balsamo 2020.
Conferenza Episcopale
Italiana. Ufficio Liturgico Nazionale. Ufficio Catechistico Nazionale, Un Messale per le
nostre Assemblee. La terza edizione italiana del Messale Romano: tra Liturgia e
Catechesi, Editore: Fondazione di Religione, Santi Francesco d’Assisi e
Caterina da Siena, Roma 2020.