La
lettera del card. Sarah, in cui il porporato promuove la messe “individuali”
nella Basilica di san Pietro, ha provocato una serie di reazioni.
Qui mi limito a fare una brevissima e semplice
riflessione. Nell’Esortazione Apostolica Sacramentum caritatis, Benedetto
XVI ricorda che ogni Celebrazione eucaristica ha un “valore oggettivamente
infinito”, e aggiunge che “se vissuta con attenzione e fede, è formativa nel
senso più profondo del termine, in quanto promuove la conformazione a Cristo e
rinsalda il sacerdote nella sua vocazione” (n. 80). Ecco quindi che il valore
infinito della Messa produce frutto nella misura in cui i
celebranti/partecipanti la vivono “con attenzione e fede”. Mi domando: se al
posto delle celebrazioni individuali dei singoli sacerdoti, questi stessi
sacerdoti concelebrano in una atmosfera rituale più ricca e comunitaria, non ne
possono ricavare un maggior frutto spirituale? Moltiplicare le Messe da per sé non
produce automaticamente una maggior “conformazione a Cristo”. Non per nulla la
Chiesa “limita” le Messe che ogni singolo sacerdote può celebrare ogni giorno.