Es
20,1-17; Sal 18; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25
Nel
contesto delle due prime letture, il cui contenuto abbiamo succintamente
illustrato, possiamo capire meglio il messaggio del brano evangelico di questa
domenica. Apparentemente il racconto evangelico parla di tutt’altro argomento:
Gesù scaccia i venditori e cambiamonete dal tempio. Possiamo interpretare
questo gesto alla luce del messaggio dei profeti che avevano annunciato una
futura purificazione del tempio (cf. Zc 14,21; Ml 3,1). Col suo modo di agire,
provocato dallo zelo per la casa del Signore (cf. Sal 69,10), Gesù fa capire
che il giorno annunciato dai profeti è venuto. Il gesto di Gesù che scaccia dal
tempio i mercanti e i cambiamonete è quindi un gesto profetico che rivela
l’identità di Gesù e il ruolo provvisorio del tempio e, in generale, il
superamento delle istituzioni dell’Antico Testamento: “Distruggete questo
tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Con queste parole, Cristo dichiara
superata la legge antica, di cui il tempio è simbolo centrale, e colloca se
stesso come punto di riferimento dei nuovi rapporti dell’uomo con Dio. Cristo è
egli stesso la nuova legge, colui che ha sancito l’alleanza definitiva tra Dio
e gli uomini versando il proprio sangue sulla croce; il corpo di Cristo morto e
risorto è il centro del nuovo culto e il tempio della nuova alleanza, in quanto
è il luogo della presenza definitiva di Dio in mezzo a gli uomini. Liberati in
virtù di Cristo, possiamo vivere ormai una comunione profonda con Dio e con i
fratelli. Tutto ciò è frutto della passione, morte e risurrezione di Gesù. E’
il segno che Gesù offre all’incredulità manifestata dai suoi interlocutori.
Gesù
divenuto il nuovo tempio, inaugura un nuovo culto, il cui culmine è
l’eucaristia, il suo corpo donato e il suo sangue versato per la nostra
salvezza.