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domenica 11 luglio 2021

LA VERITÀ DEL RITO

 


 

Oggi la partecipazione ai sacramenti è la pratica più ovvia e universale, mentre dovrebbe essere vietata finché i fedeli non hanno “lingua da iniziati”, cioè fino a quando non sono in grado di celebrare un rito religioso cristiano. Su questa linea nella formazione dei presbiteri bisognerebbe dare grande risalto ad acquisire la competenza liturgica, con meno preoccupazione per altre discipline, talvolta sovrastimate. Si rimane allibiti per il dilettantismo degli operatori e presidenti del culto, che sembrano nati già competenti e che il più delle vote si esibiscono a inventare novità per salvare i riti dalla loro canonicità ripetitiva. Non immaginano che in questa rigidità si consuma la verità del rito, volto a svuotare presbiteri e fedeli dalle loro certezze religiose per renderli idonei ad accogliere la Grazia. È questo anello mancante che rallenta la riforma liturgica, perché rimane in vigore un modello dualistico e antirituale di esteriore e interiore.

 

(Roberto Tagliaferri, A partire dal rito. Una vicenda controversa, in Luigi Girardi (ed.), A partire dal rito, CLV – Edizioni Liturgiche, Roma; Abbazia Santa Giustina, Padova 2020, 216).