Un
particolare problema che si presentò subito dopo l’autorizzazione del Canone ad
alta voce e in lingua volgare fu quello delle preghiere eucaristiche.
La Chiesa romana era la sola
ad avere un'unica preghiera eucaristica, mentre sono un centinaio nel rito siro
- occidentale, 14 in quello etiopico, tre presso gli assiri, tre presso i
bizantini.
Nel rito ambrosiano ci sono un’ottantina
di prefazi, il Messale Romano di Pio V ne aveva solo 14, mentre nel
sacramentario Veronese ce ne sono 267, 54 nel Gelasiano.
L’uso del Canone in lingua
volgare subito manifestò i suoi limiti, per cui presto fu avanzata la proposta
di correggerlo e di creare nuove anafore.
Si constatò immediatamente l’estrema
difficoltà e la non opportunità di mettere mano al Canone romano. Le varie
proposte avanzate non risultarono soddisfacenti.
Per cui, con l’autorizzazione
di Paolo VI, il Consilium si mise all’opera per creare tre nuove
preghiere eucaristiche, che avessero una struttura chiara e l’epiclesi,
pneumatologica, prima del racconto dell’istituzione. Dell’opera fu incaricato
il Coetus X, con il compito pure di studiare la possibilità di adottare
con i necessari adattamenti l’anafora di san Basilio Magno secondo la
recensione alessandrina. Il gruppo lavorò intensamente dall’estate 1966 all’aprile
1968.
Le nuove preghiere II, III, IV
furono sottoposte all’esame del Sinodo dei Vescovi del 1967, e approvate il 27
aprile 1968, mentre fu accantonata la proposta di adottare l’anafora di san
Basilio a causa soprattutto dell’unicità dell’epiclesi e della sua collocazione
dopo il racconto dell’istituzione.
Ma già prima dell’approvazione
era apparso il fenomeno della libera composizione di preghiere eucaristiche. In
Olanda ne furono prodotte oltre 100, alcune veramente carenti dal punto di
vista teologico e liturgico. La loro traduzione in altre lingue causò la diffusione
del fenomeno.
Nel tentativo di arginare il
fenomeno i vescovi olandesi ne scelsero 11 (11 novembre 1969). Lo stesso fecero
i vescovi del Belgio di lingua fiamminga (1 novembre 1969). Erano stati
preceduti dall’Indonesia dove ne erano state approvate 10 (24 ottobre 1968). Si
sperava che la pubblicazione delle tre nuove preghiere eucaristiche romane
arginasse il fenomeno, ma non fu così.
Il 19 giugno del 1970 la
Congregazione per il Culto aveva approvato per le diocesi dell’Inghilterra e
del Galles una preghiera per i sordomuti.
Con l’autorizzazione di Paolo
VI essa inoltre istituì un gruppo per esaminare a fondo il problema (17
settembre 1971).
Questa preparò un’istruzione
nella quale si mostrava possibilista in ordine all’approvazione di qualche
altra preghiera per le Conferenze episcopali che avessero avuto disponibilità
di personale e di mezzi per prepararla, previa autorizzazione della stessa
Congregazione. Ma la Congregazione per la Dottrina della fede fu irremovibile e
convinse il Papa a non approvare la proposta.
Alla fine, il 27 aprile 1973
fu pubblica la “Lettera circolare alle Conferenze episcopali sulle preghiere
eucaristiche” nella quale si richiama all’osservanza del Messale e si ribadisce
la proibizione di comporre nuove preghiere eucaristiche.
Sulla base di tali
indicazioni, dopo aver superato molte difficoltà e discussioni da parte della
Congregazione per la Dottrina della fede e del papa Paolo VI, furono approvate:
la preghiera eucaristica V quadriforme per il Sinodo Svizzero (8 agosto 1974);
una in Olanda in occasione del colloquio pastorale del 1974 (18 agosto 1974);
una per il Brasile in occasione del congresso eucaristico nazionale di Manaos
invece delle tre richieste (11 novembre 1974); tre per le messe con i fanciulli
ad experimentum, e due della riconciliazione (1 novembre 1974).
Fonte: Pietro Sorci, Riforma
della liturgia e riforma della Chiesa, CLV 2022, pp. 58-59. Non sono state
riportate le 5 note del testo.