Il 16 ottobre
dell’anno scorso ho presentato in questo blog l’opera del Prof. Giovanni
Zaccaria sulla Messa crismale (Sacerdoti, re, profeti e martiri. Teologia
della Messa crismale). L’autore, dopo aver parlato a pp. 146-148 della
“deriva clericale” che rappresenta l’introduzione nella Messa crismale del
rinnovo delle promesse sacerdotali e di un nuovo prefazio, a p. 151 propone
quanto segue:
“Allo stato attuale
delle cose ci troviamo di fronte ad un’introduzione che risente di una lettura
riduzionistica della celebrazione e che non tiene conto del senso del Giovedì
santo di cui abbiamo detto più sopra. Tale introduzione dovrebbe
essere rivista in modo di prendere in considerazione il sacerdozio ministeriale
nel contesto più ampio dell’unzione di Cristo: potrebbe segnalare il fatto che
tutti i battezzati rinnovano le loro promesse battesimali nella Veglia
pasquale, mentre alcuni – i fedeli ordinati – rinnovano anche le promesse fatte
il giorno della loro ordinazione, e lo fanno nel contesto di questa
celebrazione.
Inoltre, potrebbe
essere importante dotare questa Messa di una orazione universale significativa.
Si tratta di un segmento rituale rilevante per l’esercizio del sacerdozio
regale: in esso si manifesta la risposta orante dell’assemblea storica alla
parola di Dio che è stata proclamata. Ciononostante, l’attuale sistemazione non
prevede una vera e propria preghiera universale; ci si “accontenta” di una
serie di intenzioni intorno al rinnovo delle promesse sacerdotali. Riteniamo
invece che una chiarificazione di tutto il segmento rituale del rinnovo delle
promesse sacerdotali e della preghiera universale gioverebbe ad una migliore
comprensione del senso della celebrazione e del ruolo centrale di ogni fedele
per la vita della Chiesa”.