Cosa c’entrano i Goti con
l’architettura gotica? Semplicemente nulla. Il termine “gotico” nasce in senso
dispregiativo per indicare un’architettura decadente e senza gusto, creata dopo
la caduta dell’Impero romano a opera dei barbari. Questa idea, priva di
qualsiasi fondamente storico, si affermò nell’Italia del Rinascimento. Gli
umanisti del Quattrocento imputavano ai barbari la grande colpa della
distruzione della civiltà romana e la causa della successiva decadenza che
aveva colpito la cultura e le arti. Il primo sacco di Roma era stato provocato nel
410 da Alarico, re dei Visigoti, e quindi i Goti erano i responsabili della
devastazione dell’Impero. I Goti erano un popolo di stirpe germanica e l’Europa
romana venne occupata nel corso del V secolo da un’ondata di tribù germaniche,
segnando l’epoca delle invasioni. Con maggiore equilibrio la storiografia
moderna interpreta questo grande fenomeno come Völkerwanderungen, una
grande migrazione di popoli che ha determinato l’inizio della civiltà medievale
europea.
In realtà le popolazioni
germaniche non avevano nulla a che fare con l’architettura gotica, ma per gli
uomini del Rinascimento si era ormai affermata una chiara equivalenza. Goti =
barbari più feroci = architettura barbarica. L’aggettivo “gotico” assume così
nell’italiano del tardo medioevo il significato di “volgare, rustico”, e in
questo senso lo usa Leon Battista Alberti in riferimento alla pittura. In modo
simile il grande umanista Lorenzo Valla definisce gotiche le scritture dei
codici altomedievali che hanno perduto l’elegante modello delle lettere
antiche.
Fonte: Carlo Tosco, Le
vie delle cattedrali gotiche, il Mulino, Bologna 2024, pp. 22-23.