Maria
donna del “cuore sapiente” è l’icona della dimensione contemplativa del culto
cristiano. La contemplazione è l’esperienza gioiosa della presenza di Dio e la
consapevolezza della sua vicinanza, che si può descrivere con le parole
dell’ultimo versetto del Sal 73 [72]: “Il mio bene è stare vicino a Dio...”
(v.28). Così si spiega anche san Pietro nella sommità del monte quando
contempla il Cristo trasfigurato: “Signore, è bello per noi restare qui...” (Mt
17,4). Questa esperienza è il frutto della conoscenza,
della visione e, soprattutto, dell’ascolto. Così si esprime la tradizione
monastica, che è quella che meglio ha conservato la terminologia biblica della
contemplazione. È noto, infatti, che la Bibbia non usa mai i termini contemplazione, contemplare, ma preferisce i verbi conoscere, vedere e, in
modo particolare, ascoltare. Il testo
più bello della Regola di san
Benedetto al riguardo è forse quella affermazione che troviamo nel Prologo,
quando si dice: “Con gli occhi aperti e gli orecchi tesi ascoltiamo ciò che la
voce divina ogni giorno ci raccomanda”. La contemplazione cristiana attinge
quindi dall’ascolto della Parola il suo nutrimento. Il Vaticano II parla della
contemplazione come di “adesione a Dio con la mente e con il cuore” (Perfectae Caritatis, n.5). La
contemplazione non è una mistica estatica, evanescente, ma la capacità concreta
di cogliere nella realtà dell’amore, del bene, della natura la risposta a Dio
che ci ama. In questo contesto, ciò che si avvicina di più all’attività
contemplativa è l’atteggiamento dei saggi dell’Antico Testamento, di cui Maria
è l’espressione creaturale più perfetta.
L’icona
che presiede l’abside di Santa Sofia di Kiev, chiamato del “Muro
indistruttibile”, rappresenta la Sapienza, identificata al tempo stesso con
Maria e con la Chiesa, nell’atteggiamento dell’orante per eccellenza. Questo
mosaico del secolo XI può essere considerato come uno sviluppo dell’orante
delle Catacombe, al tempo stesso Vergine e Chiesa; una Chiesa che, sull’esempio
di Maria donna del cuore sapiente, è attenta all’ascolto della Parola e adora
il Padre “in spirito e verità”. Maria è al centro della Chiesa per la sua fede,
obbedienza e assimilazione quotidiana (nel “cuore”) della divina Parola. Da
questa prospettiva, Maria appare modello della Chiesa che, proprio nella
liturgia, celebra il compiersi in lei della Parola di Dio, e loda il suo
Signore per tutto quello che ha udito, visto e che sperimenta ogni giorno nella
sua vita. In Maria del cuore sapiente,
come nella liturgia della Chiesa, l’artefice supremo è lo Spirito Santo.
M. Augé