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domenica 3 settembre 2017

TEOLOGIA NARRATIVA E LITURGIA


La cosiddetta “teologia narrativa” è un modo di comunicare il messaggio cristiano che ne pone in risalto il suo carattere storico e la sua applicazione o dimensione pratica. I racconti biblici costituiscono il punto di riferimento centrale di tutte le narrazioni cristiane. La lettura narrativa della Bibbia recupera il suo senso di storia salvifica e fornisce una forma di incontro con la Parola che ci riguarda. Il “memoriale” biblico non è solo commemorazione, ma evento salvifico permanente, perché in sé custodisce un intervento divino che è eterno e può, perciò, attraversare la tridimensionalità del tempo irradiandola.

Infatti, narrare non è solo ricordare, ma anche generare una reviviscenza. La narrazione può avere quindi una funzione creatrice, che possiamo chiamare “sacramentale”: non per nulla la messa ha nel suo cuore “la preghiera eucaristica”, che comprende la narrazione evangelica dell’ultima cena, ed è così che si attua la presenza reale di Cristo nell’assemblea liturgica sotto i segni del pane e del vino.


La teologia narrativa è un sano complemento per una lettura della fede cristiana eccessivamente concettuale o astratta. E’ un altro modo di fare teologia, che non vuole smentire il modo clasi­co: la narrazione non deve far perdere di vista altre dimensioni della teologia, in particolare la sua dimensione speculativa.