Translate

domenica 21 gennaio 2018

NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE




Il Motu proprio Magnum Principium (MP) di papa Francesco, in vigore dal 1° ottobre scorso, ha riorganizzato le competenze, sia della Sede Apostolica sia delle Conferenze Episcopali nelle traduzioni dei testi liturgici alle lingue nazionali. Nei mesi scorsi, il documento ha provocato diverse reazioni, alcune delle quali molto critiche. Un esempio per tutti, Don Nicola Bux il 26 novembre 2017 sulla Bussola Quotidiana parlava del “rovesciamento delle gerarchie” e lamentava che con questo Motu proprio “la Sede Apostolica rinuncia alla sua fondamentale competenza sulle traduzioni dei libri liturgici”. Pochi si sono resi conto che la sostanza del documento di papa Francesco non fa altro che ripristinare quanto l’edizione tipica del Missale Romanum del 1970 diceva nel Decreto con cui la Sacra Congregazione per il culto divino pubblicava il Messale:


“… curae autem Conferentiarum Episcopalium committitur editiones lingua vernacula apparare, atque diem statuere, quo eaedem editiones, ab Apostolica Sede rite confirmatae, vigere incipiant”.


L’ultima edizione tipica del Missale Romanum, del 2002/2008, ha riprodotto in prima pagina il suddetto Decreto della prima edizione, ma in seguito ha aggiunto il Decreto con cui la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti pubblica la terza edizione tipica, in cui si stabilisce che la Sede Apostolica "riconosce" (non più "conferma") la traduzione preparata dalle Conferenze Episcopali:


“… Conferentiae Episcoporum curabunt ut, intra congruum tempus, novae versiones vernaculae Missalis Romani fideliter atque adamussim fiant, praecedentibus versionibus adhuc in usum accurate emendatis ad fidem textus originalis Latini, a Sede Apostolica ad normam iuris recognoscendae”. In questo testo si percepisce l’influsso della Istruzione Liturgiam authenticam, entrata in vigore il 25 aprile del 2001.


Non è vero quindi che col Motu proprio MP la Santa Sede rinuncia alla sua fondamentale competenza sulle traduzioni dei libri liturgici, come è stato scritto. Papa Francesco non ha fatto altro che ripristinare quanto aveva stabilito la stessa Santa Sede nel pubblicare la prima edizione tipica del Missale Romanum di Paolo VI in fedeltà a ciò che determina il Vaticano II nella Costituzione Sacrosanctum Concilium 36.