Agostino nacque a Tagaste nel
354 e morì ad Ippona il 28 agosto 430. I due Messali Romani, quello del 1962 e
quello del 2002, ne fanno memoria nel “dies
natalis” del santo. A 19 anni, Agostino abbracciò il Manicheismo, di cui,
insieme al suo amico Onorato, divenne uno dei massimi esponenti. Essendo
torturato dal problema dell’origine del male, nell’attesa di risolverlo, diede
credito all’esistenza di un conflitto tra due principi. Nel 375, lesse l’Hortensius di Cicerone, libro che
contiene una vibrante esortazione alla ricerca della Sapienza. Nelle Confessioni, scritte 25 anni dopo, dirà
che questa lettura cambiò la sua vita. A Milano, colpito dalla grazia, si
convertì e fu battezzato da sant’Ambrogio nella Veglia pasquale del 387.
Ritornato in patria, condivise la vita monastica con un’intensa attività
pastorale come vescovo d’Ippona e come scrittore.
Colletta del MR 1962:
Adesto
supplicationibus nostris, omnipotens Deus: et, quibus fiduciam sperandae
pietatis indulges, intercedente beato Augustino Confessore tuo atque Pontifice,
consuetae misericordiae tribue benigus effectum.
“Ascolta
le nostre suppliche, o Dio onnipotente, e poiché ci concedi la fiduciosa speranza
del perdono, per intercessione del tuo confessore e vescovo sant’Agostino,
accordaci il consueto effetto della tua misericordia”.Colletta del MR 2002:
Innova, quaesumus, Domine, in Ecclesia tua spiritum, quo
beatum Augustinum episcopum imbuisti, ut, eodem nos repleti, te solum verae
fontem sapientiae sitiamus, et superni amoris quaeramus auctorem.
“Suscita sempre nella
tua Chiesa, Signore, lo spirito che animò il tuo vescovo Agostino, perché anche
noi, assetati della vera sapienza, non ci stanchiamo di cercare te, fonte viva
dell’eterno amore”.
La supplica “quibus fiduciam sperandae pietatis indulges
[…] consuetae misericordiae tribue benignus effectum” del MR 1962 si trova
nelle fonti liturgiche romane, a partire dal Sacramentario Gregoriano, riferita anche ad altri santi. La nuova
colletta del MR 2002 è costruita sul tema agostiniano della ricerca della
sapienza. L’amore per la sapienza, destatosi nell’animo di Agostino ventenne
con la lettura dell’Hortensius di
Cicerone, è il filo conduttore del suo lungo vagare lontano da Dio e del suo
ritorno a Dio, anzi la ragione di tutta la sua vita. Agostino ha scritto
sull’amore della sapienza pagine piene di commozione e di poesia; la sapienza
racchiude tutti i beni cui l’anima avidamente aspira: la libertà, la bellezza,
la beatitudine, l’immortalità.