Marc Augé, Cuori allo
schermo. Vivere la solitudine dell’uomo digitale (Una conversazione con
Raphaël Bessis), Mondadori 2018. 162 pp. (€ 16,50).
Offro ai lettori del blog
l’ultima parte del capitolo 7: “Il paganesimo e le religioni ‘à la carte’” (qui
pp. 54-57). Se non altro, sono pagine che fanno pensare.
… il cristianesimo ha accolto
numerosi aspetti dal protestantesimo e nella tradizione cattolica non è
difficile individuare innumerevoli elementi pagani.
Quanto accade in America
Latina forse dipende dalla dimensione pagana del cattolicesimo. Ne sono una
conferma la presenza di innumerevoli santi, i riti o l’idea che la preghiera
possa avere un’efficacia immediata.
Non è un caso che la Chiesa
cattolica si sia sovrapposta alle strutture pagane; certamente la sua era una
vera e propria strategia atta a cancellare i luoghi di culto precedenti, ma che
si realizzava con un’ambiguità su cui era facile giocare. Tutte le leggende e
le storie collegate a questa o quella Madonna e a questo o quel miracolo lo
testimoniano. Pensate per esempio alla Vergine di Guadalupe in Messico.
Quindi nella pratica del
cattolicesimo è presente un lato pagano. Il sentimento religioso di chi ha una
fede semplice passa attraverso una relazione con i santi e il rito che risulta
quasi strumentale e proprio in questo pagana. Al contrario non è pagana la
speculazione sul futuro, sulla persona oltre la morte o il concetto di peccato.
Sia in America Latina sia in
Africa, e più in generale nelle regioni che si trovano alla confluenza di
diverse tradizioni, nella pratica religiosa indigena si riscontra spesso questa
ambivalenza: talvolta prevale l’aspetto più cristiano, talvolta quello pagano.
Questa tendenza continua a
preoccupare ancora oggi i rappresentanti della Chiesa, che sembrano sempre
convinti che gli indiani o gli altri fingano di convertirsi per poter restare
fedeli agli antichi culti.
Per tornare
all’interpretazione dello sviluppo delle idee religiose in relazione alla
mondializzazione, ho dei dubbi nel definire questa evoluzione un “cristianesimo
pagano”, in quanto non sono certo della natura esclusivamente cristiana del
riferimento. Mi sembra che ciò che avviene in America Latina, e forse anche
altrove, corrisponda a un sistema di
passaggio possibile tra opzioni religiose differenti. In qualche modo il
mercato religioso si è diversificato.
Nella simbologia di tanti
piccoli culti che valorizzano l’importanza della Vergine Maria (penso a Maria
Lionza in Venezuela o alle forme diverse del candomblé o dell’umbanda)
sono presenti elementi e citazioni presi in prestito dai cristiani. Questo ci
fa intuire che ciò che sta emergendo corrisponde a una specie di sistema di interpretazione individuale dell’evento,
d’ispirazione tipicamente pagana. Ma quale percentuale di cristianesimo
contengono queste invenzioni religiose? Difficile a dirsi.
In opposizione a questi culti
sincretici esiste un cristianesimo la cui origine protestante rafforza
leggermente la sua natura non pagana. Mi riferisco all’evangelismo, al
pentecostalismo. Questi movimenti si esprimono con molta decisione contro tutto l’aspetto peccaminoso della
vita (la droga, il sesso e altre cose orribili…) introducendo un rigido sistema
di purificazione, per nulla indulgente. Il loro successo risulta piuttosto
impressionante.
Sa che l’evangelismo si sta
diffondendo a livelli moto importanti sia in Africa che nell’Europa dell’Est? È
anche interessante notare che molti capi di Stato dell’America del Sud oggi
sono rappresentanti o membri di queste Chiese.
A prima vista, quindi, questi
movimenti si pongono in opposizione a tutti i diversi sincretismi in cui sono
presenti elementi cristiani. Tuttavia, le indagini condotte dagli etnologi
hanno portato alla luce che spesso essi rappresentano soltanto un luogo di passaggio nella vita dei
credenti. Per la maggior parte dei fedeli, l’approdo all’evangelismo o al
pentecostalismo costituiva un’opzione temporanea, nell’attesa di un’alternativa.
Di conseguenza, anche se
determinate scelte sono piuttosto lontane dal paganesimo, il semplice fatto che
esista la possibilità di una religione “à
la carte” con una serie di opzioni diverse conferisce alla pratica
religiosa contemporanea una dimensione pagana a largo termine.
Il paganesimo, infatti,
richiedeva di adorare gli dei del villaggio, ma non disdegnava di inserire
eventuali altri pantheon. I pagani non facevano guerre di religione…
Ma
facevano altre guerre, vero?
Ah, sì, non erano certo
pacifisti!