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lunedì 31 dicembre 2018

MARIA SS. MADRE DI DIO – 1 Gennaio 2019






Nm 6,22-27; Sal 66 (67); Gal 4,4-7; Lc 2, 16-21



Il salmo responsoriale è un inno di ringraziamento corale per i doni divini e, in particolare, per il frutto della terra, segno dell’amore di Dio. La liturgia del primo giorno dell’anno riprende questo inno nella sua parte più universalistica in cui si parla di una presenza benedicente di Dio che abbraccia tutti i popoli della terra. La nostra vita, che oggi inizia una nuova tappa, è veramente benedetta da Dio nella misura in cui è illuminata dallo splendore del volto di Dio.



In questo primo giorno dell’anno si sovrappongono una serie di temi: l’inizio dell’anno, l’ottava del Natale, la solennità di Maria SS. Madre di Dio e la giornata della pace istituita da Paolo VI nel 1967. Possiamo aggiungere ancora, con il brano evangelico, la circoncisione, in cui “gli fu messo nome Gesù”, che significa “Iahvè salva”; in Luca, è a Maria che viene detto il nome scelto da Dio (1,31), mentre in Matteo viene detto a Giuseppe (Mt 1,21.25). Tutte queste tematiche possono trovare un logico collegamento tra loro nel tema della benedizione. Maria, la benedetta fra tutte le donne, ci ha donato Gesù, frutto benedetto del suo seno, primogenito fra molti fratelli. Infatti, anche noi siamo diventati, per opera dello Spirito, figli ed eredi, e, in questo modo, tutta la nostra vita è nel segno della benedizione divina di cui la pace è frutto prezioso. Le letture bibliche d’oggi riprendono queste tematiche e conferiscono loro motivazioni e contenuti dottrinali.



La prima lettura descrive come i sacerdoti d’Israele davano al popolo la benedizione al termine delle grandi feste liturgiche. Quest’antica benedizione sacerdotale, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale, fa perno sul nome del Signore, richiamato per tre volte (alcuni Padri della Chiesa l’hanno interpretato in senso trinitario), e pone questo nome sui figli d’Israele. “Porre il nome” vuol dire stabilire una relazione con la persona. La benedizione è riconoscimento che ogni bene viene da Dio e dipende da una vita di comunione con lui. Segno manifesto delle benedizioni divine è la pace: Dio benedice il suo popolo e lo conduce alla pace. Il pieno compimento della benedizione si ha in Gesù Cristo, proclamato dall’antifona d’ingresso “Principe della pace”. San Paolo lo illustra a modo suo nella seconda lettura quando afferma che in Cristo abbiamo ricevuto “l’adozione a figli”; non siamo più schiavi, ma figli. Possiamo diventare consapevoli della nostra condizione filiale perché ci è stato donato lo Spirito, che plasma interiormente in ognuno di noi i lineamenti del Cristo, il Figlio primogenito. Questo mistero è stato possibile ed è reso visibile perché, “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”. In questo modo, la maternità di Maria accresce la propria realtà dandosi a vedere quale “madre del Cristo e di tutta la Chiesa” (orazione dopo la comunione). Maria è inoltre esemplare di accoglienza delle benedizioni divine donateci in Cristo: nel brano del vangelo essa appare come colei che serba e medita nell’interiorità del cuore tutti gli eventi che riguardano il Figlio, frutto benedetto del suo seno. Da madre si fa anche prima discepola fin da ora, custodendo nel cuore il mistero.



Col nuovo anno inizia un ulteriore tratto del cammino della nostra vita che siamo invitati a percorrere sotto il segno della benedizione di Dio. L’eucaristia che segue alla proclamazione della Parola al tempo stesso che ci pone in atteggiamento di riconoscenza per i doni ricevuti da Dio, di cui Cristo è il dono più prezioso, ci rassicura che ogni giorno di questo nuovo anno, ogni giorno della nostra vita sarà sempre un dono prezioso della grazia divina. A noi aspetta accoglierlo con gratitudine e renderlo fruttuoso nella vita quotidiana.