Papa Francesco, La forza della vocazione. La vita consacrata oggi. Conversazione con Fernando Prado, EDB 2018. 118 pp.
La
mondanità ti si attacca addosso. Per non soccombere, ci vuole una grande
ascesi, che nasce dall’amore e dalla contemplazione di Gesù. Ci sono religiosi
che, in fondo, non sanno se sono consacrati o laici. Non mi riferiscono ai
segni esterni, al vestire. È una cosa relativa, questa, non dice molto. Ci sono
sacerdoti, e anche vescovi, che vanno in giro con la talare e, tuttavia, vivono
in grande ipocrisia, perché, in fondo, hanno un cuore mondano. Altri chierici
vestono semplicemente, anche senza abito clericale, e hanno un amore molto
grande per Gesù. Tutto è relativo. Credo che il segno, indubbiamente, faccia
bene, ma non mi attacco a quello. Occorre vedere ogni caso. Uno può portare un
abito o un vestito clericale ed essere mondano.
Permettimi
di raccontarti un altro aneddoto. Quel vescovo che mi aveva parlato dei
sacerdoti gay che aveva trovato nella sua diocesi, mi raccontò anche di essere
andato a comprarsi una camicia a Euroclero, dove aveva incontrato un sacerdote
giovane, non avrà avuto 25 anni. Stava guardando alcuni articoli e quelli del negozio
lo stavano servendo. Se li provava. Si
era provato una cappa clericale con due medaglioni di argento e si guardava
allo specchio, per vedere come gli andava… un ragazzo giovane. Il vescovo lo
guardava e non ci poteva credere. Poi si era provato un cappello tipo “saturno”
e il vescovo non riusciva crederci. Ebbene: quel ragazzo, con tutti quei vestiti
clericali addosso, era più mondano di qualsiasi altro sacerdote che ama Gesù
anche se va in maniche di camicia.