Carmine
Matarazzo, Liturgia e secolarizzazione.
La missione della Chiesa nel mondo attuale (Fede e annuncio 106), EDB 2018.
398 pp. (€ 28,00).
Il tema dei rapporti tra liturgia e
secolarizzazione, o crisi del sacro, è trattato nel contesto più ampio della
missione della Chiesa nel mondo attuale. Il taglio del discorso è storico. Si
parte dalla rivoluzione francese fino al pontificato di papa Francesco. È un
lavoro molto documentato. Dopo la Presentazione di Andrea Milano e una lunga
Introduzione, il volume è diviso in tre grandi capitoli e chiuso con un
Bilancio di 18 pagine. I titoli dei capitoli: 1. Agli esordi della
“de-cristianizzazione”. Le “nuove” sfide alla liturgia e all’azione pastorale.
2. Il ruolo della liturgia e la crisi dell’Occidente “cristiano”. 3. La
missione della Chiesa nel mondo attuale e il futuro della liturgia.
La restaurazione della vita monastica
benedettina all’inizio del secolo XIX è andata di pari passo con una
mobilitazione collettiva per la riconquista cristiana della società, svolta
anche attraverso la restaurazione della liturgia romana alla luce del Medioevo.
Protagonista di primo piano è stato l’abate di Solesmes, Prosper Guéranger. Più
avanti, nella prima parte del secolo XX, non pochi fautori del movimento
liturgico incoraggiano una riforma liturgica “radicale” per venire incontro alle
nuove situazioni sociali. In questo contesto, a metà secolo XX, Pio XII con la Mediator Dei segnala gli estremismi e
stigmatizza gli abusi per frenare qualsiasi entusiasmo scorretto. Nei tempi immediatamente
precedenti al Vaticano II e seguenti all’assise ecumenica, rispetto alle
aspettative e agli auspici del secolo XIX, la ri-cristianizzazione della
società, dopo gli eventi della modernità, non è ritenuta praticabile mediante
la restaurazione dello statu quo ante
e nemmeno con un’opera di sacramentalizzazione e di indottrinamento. Alla
secolarizzazione non si risponde rilanciando un modello di cristianità.
Piuttosto il fedele battezzato è chiamato a essere “sale e luce” di questo
tempo storico, perseguendo e testimoniando il Vangelo.
La costituzione Sacrosanctum Concilium intende contribuire a che “i fedeli esprimano
nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura
della vera Chiesa” (SC 2). La riforma della liturgia attuata alla luce della
costituzione è oggi oggettivamente ostacolata da due fattori di opposta natura:
il primo concerne il fenomeno delle libere sperimentazioni, spesso
incontrollate e spontanee; il secondo è caratterizzato dalle posizioni
tradizionaliste di quanti si irrigidiscono sulle posizioni del passato. Vi è
una vera “controriforma”, intentata dai tradizionalisti, che “usano” perfino il
sacrificio eucaristico come mezzo di ricatto. La messa diventa “manifestazione
di dissenso”.