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domenica 15 settembre 2019

UNA INTRODUZIONE ALLA LITURGIA



 

Paolo Tomatis, Vita alla sorgente. Introduzione alla liturgia e ai sacramenti (FCL Orientamenti), Città Nuova Editrice, Roma 2019. 128 pp. (€ 18,00).


 

L’Autore è consapevole della presenza e dell’importanza della dimensione rituale nella proposta cristiana, da cui deriva una serie di domande alle quali il presente volume intende dare una risposta. Per quanto riguarda il metodo, si prende atto dell’impossibilità di distinguere la prassi dalla teoria che legge e interpreta la prassi. In questo contesto, le tre parti dell’opera (I fondamenti, I fondamentali, Le prospettive) si presentano in una successione logica e unitaria.

 

Dopo una prima parte, in cui si parla della liturgia come preghiera della Chiesa, come celebrazione e come celebrazione del Mistero, la seconda parte intende comprendere come il fondamento della fede celebrata si dia nei fondamentali del corpo (gesti e parole), dello spazio e del tempo. Nell’ultima parte, dopo un’analisi della situazione della riforma liturgica, ancora in cammino, l’Autore si sofferma sulla polarità “Mistero e vita”, polarità che appartiene all’essenza intima della liturgia cristiana. In seguito, il volume si chiude allargando lo sguardo e si domanda: “dove va la vita sacramentale della Chiesa?”

 

Ogni pagina di questo volumetto è interessante e merita la nostra attenzione sia per il contenuto chiaro e profondo, sia per lo stile pacato con cui l’Autore si esprime. In ogni modo, credo che la parte più importante per dottrina e per i riflessi sulla prassi pastorale sia quella dedicata alle “Due polarità: il Mistero e la vita” (pp. 105-113). Questa tensione polare, che possiamo intendere anche come quella tra “sacro e profano”, è sovente all’origine di una varietà di attese e di esigenze che non sempre trovano una sintesi soddisfacente nella proposta liturgica delle comunità cristiane. Il sacro cristiano non si presenta anzitutto come l’opposto del profano, ma come la sua profondità. Il culto spirituale non cancella il culto rituale; semmai lo orienta e lo compone in una prospettiva più ampia. La sfida della liturgia, afferma l’Autore, “è quella di tenere in equilibrio la tensione tra la prossimità e la giusta distanza, tra l’incarnazione e la trasfigurazione, facendo dell’ordo liturgico il canone di riferimento che custodisce, nella varietà delle sensibilità e degli stili, un accordo e un’unità complessiva, all’insegna della nobile semplicità, del culto in ‘spirito e verità’” (p. 113).

 

M. Augé