1Salmo. Di Davide, quando era nel deserto di Giuda
2 O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
3 Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
4 Poiché la tua grazia vale più
della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.
5 Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
6 Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
7 Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
8 a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
9 A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
10 Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,
11 saranno dati in potere alla
spada,
diverranno preda di sciacalli.
12 Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.
La Liturgia
delle ore propone i vv. 2-9 del salmo 62 nelle Lodi mattutine della domenica
della prima settimana nonché nelle Lodi delle feste e solennità. Nel libro
liturgico, il sottotitolo al salmo si ispira al
Commento ai Salmi di Cassiodoro (sec. VI): La Chiesa ha sete
del suo Salvatore, bramando di dissetarsi alla fonte d’acqua viva che zampilla
per la vita eterna. Si tratta del salmo mattutino più tradizionale, che
risale alla stessa liturgia giudaica. Questo salmo viene collocato tra le
lamentazioni individuali ed è considerato come uno sviluppo storico e
psicologico del salmo 60: “Ascolta, o Dio, il mio grido...” Il v. 1 individua
il compositore del salmo in Davide e l’originaria struttura del testo è una
riflessione che allude probabilmente alla fuga di Davide nel deserto causata
dalla rivolta di suo figlio Assalonne (cf. 2Sam 15,13-28). È, invece, meno
probabile che si alluda al periodo in cui Davide fuggiva da Saul (cf. 1Sam
23,14-26,25). Le battute imprecatorie dei tre ultimi versetti (stralciati nella
Liturgia delle ore), fanno riferimento ad una realtà contingente e
fosca, delimitata in un determinato episodio storico.
Il nostro
salmo è un vero e proprio canto del desiderio e della ricerca di Dio, che
coinvolge tutto l’essere dell’orante, con particolare attenzione alla sua
dimensione corporea e sensoriale: sete, carne (v. 2), occhi che vedono e
contemplano (v. 3), labbra che lodano (v. 4), mani alzate in preghiera (v.5),
bocca che mangia (v. 6). Fin dalle prime luci dell’alba, il salmista si rivolge
a Dio, la cui presenza per lui è vitale come l’acqua per una “terra deserta,
arida” (v. 2; cf. Sal 142,6). Se al momento Dio sembra essere percepito come assente,
il salmista confessa che ha avuto nel passato un’esperienza ricca e vitale della
presenza di Dio nel santuario, dove ha potuto contemplare la “sua potenza e la
sua gloria” (v. 3). E qui il salmista, continuando il suo colloquio con Dio, afferma: “la
tua grazia vale più della vita” (v. 4), parole che sono una vera e
propria dichiarazione di amore. Dio è il suo bene supremo e perciò lo benedice
e lo loda (vv. 5 e 6). La presenza di Dio lo appaga più di quanto il cibo più
prelibato possa soddisfare la sua fame (v. 6). E se all’inizio ha detto
“all’aurora ti cerco”, ora afferma che nella quiete della notte ricorda e pensa
a lui (v. 7). Dio è stato il suo aiuto e la sua gioia in mezzo alle difficoltà
della vita e si è preso cura di lui come una chioccia protegge e offre riparo
ai suoi piccoli (v. 8). L’espressione “a te si stringe l’anima mia” manifesta l’affidamento
totale al Signore che lo sostiene con la forza della sua destra (v.9). Questa
totale fiducia in Dio lo rende sicuro anche di fronte ai suoi nemici (vv. 10,
11, 12).
Troviamo
nel Salterio altri salmi che esprimono la nostalgia di Dio con intensità ed
immagini uguali o simili. Così, ad esempio, il Sal 41,3: “L’anima mia ha sete
di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto il volto di Dio?”. L’orante
del Sal 56 esordisce con questa supplica: “Pietà di me, pietà di me, o Dio, in
te si rifugia l’anima mia; all’ombra delle tue ali mi rifugio” (v.2). L’imprecazione
contro gli aggressori del Sal 58 termina con queste bellissime parole: “Ma io
canterò la tua forza, esalterò la tua fedeltà al mattino, perché sei stato mia
difesa, mio rifugio nel giorno della mia angoscia” (v. 17). Il motivo centrale
del Sal 61 è espresso nel ritornello in cui l’orante proclama che solo Dio è il
suo riposo, la sua salvezza e la sua incrollabile difesa (vv. 2,3,6,7).
Sulla dimensione
cristiana del Sal 62, poissiamo citare anzitutto Sant’Agostino, il quale afferma:
“Questo salmo si recita nella persona del Signore nostro Gesù Cristo, del corpo
e delle membra [...] Ascoltiamo, dunque, questo salmo e comprendiamo che in
esso parla Cristo” e noi con lui (Esposizioni sui salmi, 62, 2). Incarnandosi,
il Figlio di Dio si è reso interprete presso il Padre di tutti noi. Nessuno ha
desiderato con tanto ardore l’unione intima con Dio come l’essere umano di
Gesù. D’altra parte, nel leggere l’esordio del salmo, dove il salmista paragona
il suo desiderio di Dio alla sete, ricordiamo le parole di Gesù: “Se qualcuno
ha sete, venga a me, e beva” (Gv 7,37). E Nell’Apocalisse, il Gesù ormai
glorioso potrà riaffermare: “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda
gratuitamente l’acqua della vita” (Ap 22.17). Preghiamo quindi il salmo consapevoli
che nel nostro Salvatore si placa e si sazia la nostra sete di Dio (cf. Gv
4,14).
Le Lodi
mattutine della domenica celebrano, in modo particolare, il mistero della
risurrzione del Signore per cui è spuntata in noi l’aurora della salvezza. In
quell’ora, il salmo 62 diventa sulle labbra della comunità orante
un’espressione di amore, di attaccamento e di ardente anelito al Signore
risorto.
Preghiera: Fin dal primo mattino ci rivolgiamo a te,
o Padre, perché sei l’unico nostro sostegno: solo in te trova ristoro la nostra
sete infinita; guida i nostri passi nei momenti bui della vita fino a quando
potremo contemplare il tuo volto nella gloria.
Bibliografia: Spirito Rinaudo, I salmi preghiera di Cristo e della Chiesa,
Elle Di Ci, Torino-Leumann 1973; David M. Turoldo – Gianfranco Ravasi, “Lungo
i fiumi… I Salmi. Traduzione poetica e commento, Edizioni Paoline,
Cinisello Balsamo 1987; Angel Aparicio – José Cristo Rey García, I Salmi
preghiera della comunità. Per celebrare la Liturgia delle Ore, Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1995; Vincenzo Scippa, Salmi, volume 1.
Introduzione e commento, Messaggero, Padova 2002; Ludwig Monti, I salmi: preghiera e vita, Qiqajon,
Comunità di Bose 2018; Temper Longman
III, I salmi. Introduzione e commento,
Edizioni GBU, Chieti 2018.