Nel Missale
Romanum di Pio V le parole sul calice sono le seguenti: “Hic est enim
Calix Sanguinis mei, novi et aeterni testamenti: mysterium fidei: qui pro vobis
et pro multis effundetur in remissionem peccatorum”. Come riconosce J.A.
Jungmann, nella sua classica opera Missarum sollemnia, sul significato dell’espressione
“mysterium fidei” si è ben lungi dal trovarsi d’accordo. Secondo lo
storico M. Righetti, si tratta di una interpolazione tardiva d’origine romana
(altri la credono d’origine gallicana), inserita probabilmente per affermare la
realtà della transustanziazione in forza delle parole consacratorie. Questi due
grandi studiosi, dopo il Vaticano II, formavano parte del Coetus X, incaricato
di riformare l’Ordo Missae, che decise di collocare “mysterium fidei”
(“mistero della fede” nel Messale italiano) dopo le parole consacratorie in
forma di acclamazione pronunciata dal celebrante, cui risponde l’assemblea. V. Raffa
la chiama giustamente “acclamazione pasquale” perché si riferisce al mistero pasquale
nella sua globalità: la morte, la risurrezione di Cristo e la sua ultima venuta
nella gloria. Di questo mistero l’eucaristia è il memoriale attualizzante. Nel Misal
español, la traduzione di “Mysterium fidei” è: “Este es el
Sacramento de nuestra fe”.
Un altro caso simile
lo troviamo nella preghiera dopo la
comunione della messa del giorno nella solennità dell’Epifania del Signore, in
cui l’espressione “mysterium, cuius nos participes esse voluisti” è tradotta
dal Messale italiano: “il mistero di cui ci hai fatto partecipi”, mentre
invece il Misal español traduce: “la
eficacia de este sacramento”. Nei due casi la traduzione spagnola, adoperando
il termine “sacramento” fa riferimento immediato ed esclusivo all’eucaristia,
mentre la versione italiana, adoperando il termine “mistero” del testo latino,
fa riferimento alla globalità del mistero della salvezza attualizzato nel
memoriale
Infatti, nel Nuovo
Testamento, in particolare in san Paolo, il mistero di Dio (Col 2,2) o di
Cristo (Ef 3,4; Col 4,3), nascosto da secoli in Dio (Ef 3,9; Col 1,26), ma
rivelato agli apostoli e ai profeti (Ef 3,5), è l’annuncio della salvezza
universale (Ef 3,4-12; Col 1.24-29) per giudei e pagani (Gal 3,28; Ef 2,11-18).
In altre parole, il mistero è il disegno nascosto di Dio, manifestato mediante
la rivelazione e destinato ad essere attuato.