Il
noto monastero benedettino di Chevetogne, in Belgio, ha stabilito da qualche
anno un collegamento on line “audio” attraverso cui ci si può collegare con la
Liturgia delle ore celebrata dai monaci.
La
presenza fisica alla celebrazione impegna tutti i sensi corporali, ed è quindi
adatta a procurare una esperienza di “presenza totale”. La trasmissione audio,
invece, impegna fisicamente solo l’udito, la memoria e l’intenzionalità.
Infatti, nella partecipazione audio, la partecipazione alla celebrazione riposa
interamente sull’armonia tra tre condizioni: l’ascolto, la coscienza della
simultaneità tra la celebrazione e la sua trasmissione sonora, nonché la
fiducia che l’intenzione che sottende la trasmissione è stabilire un legame reale
di partecipazione e di comunione.
In
ogni modo, la partecipazione audio non è meno “reale” che la partecipazione
vissuta nella presenza fisica sul luogo; anzi, si può affermare che pure essa è
reale anche se in modo diverso. Infatti, la partecipazione audio invita a
privilegiare pienamente l’ascolto, questa porta attraverso cui la Parola
raggiunge l’anima e il cuore per elevarli verso la sorgente da cui sgorga la stessa
Parola. Più che la visione, l’audizione è capace di stabilire nel partecipante
una verticalità, di elevare l’anima. In questo modo c’è una interiorizzazione
graduale della partecipazione sempre più consapevole nonché una comunione
crescente, nella fede e attraverso il suono, fra tutti coloro che sono uniti
nella preghiera.
Vedi,
al riguardo, quanto afferma Thomas Poot, La Liturgie des Heures et “réunion
virtuelle”: l’actuosa participatio rivisitée, in Ecclesia orans (Studi e ricerche/5)
2022, 189-200.