Ogni
epoca ha costruito le chiese e ha disposto i diversi spazi celebrativi secondo
criteri che riflettono una determinata visione teologica dell’Eucaristia. Cito
in seguito due esempi.
Chiesa dei Santi Claudio e Andrea
dei Borgognoni (Roma)
Sul posto di un
piccolo oratorio, costituito da una piccola stanza, distrutto nel 1726, tra il
1728 e il 1731 fu costruita l’attuale chiesa più grande. Dal 1886 è stata
affidata al Padri Sacramentini, che vi tengono la “adorazione solenne”
dell’Eucaristia. Sull’altare maggiore una scultura in bronzo raffigurante il
Globo terrestre fa da trono all’esposizione solenne dell’Eucaristia all’interno
di una enorme raggiera dorata.
Nell’epoca del
barocco, l’altare diventa una specie di pedana, sulla quale poggia o si erge
una struttura chiamata retablo, ancona o pala d’altare. In queste chiese non
emerge l’altare come “centro dell’azione di grazie che si compie con
l’Eucaristia” (Ordinamento generale del Messale Romano 296, cf. 299).
Basilica di San Lorenzo in Lucina
(Roma)
La basilica
sorse nel secolo IV, secondo la tradizione, sulla residenza dell’omonima
matrona romana che avrebbe messo la sua abitazione a disposizione della
comunità cristiana. Della lunga storia di questo tempio, a noi interessa notare
che tra il 1620 e il 1650 circa, le antiche navate laterali sono state
trasformate in tante cappelle cedute in juspatronato ad illustri famiglie. La
moltiplicazione di cappelle con i loro altari toglie importanza all’altare
centrale che è chiamato altare “maggiore”. Idealmente, in ogni chiesa ci
dovrebbe essere un solo altare “che significhi alla comunità dei fedeli l’unico
Cristo e l’unica Eucaristia della Chiesa” (Ordinamento generale del Messale
Romano 303).
Cappella di san Carlo Borromeo