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domenica 13 novembre 2022

L’ARTE NELLA LITURGIA

 



 

 

L’arte nella liturgia. “Arte” e “liturgia” sono due parole che, nella celebrazione cultuale, costituiscono un’unica realtà. Quindi più che parlare dell’arte nella liturgia, si dovrebbe parlare della liturgia come un’opera d’arte. E quando parliamo di liturgia parliamo dell’“opera di Dio” (opus Dei) celebrata dal suo popolo. La liturgia è quindi anzitutto un’opera compiuta da Dio. Perciò Benedetto XVI ha potuto affermare che “la bellezza non è un fattore decorativo dell’azione liturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua rivelazione” (Benedetto XVI, Sacramentum caritatis 35).  Ma la liturgia è opera di Dio in favore del suo popolo, il quale “risponde a Dio con il canto e la preghiera” (Costituzione Sacrosanctum Concilium 33). Possiamo affermare che l’arte, che è bellezza, comporta armonia. In musica, armonia indica accordo di voci e di suoni. Nella celebrazione liturgica la prima armonia è quella che si stabilisce tra l’azione di Dio e la risposta dell’assemblea celebrante. La superficialità, e talvolta perfino la banalità, addirittura la negligenza di alcune celebrazioni liturgiche distruggono questa armonia e conseguentemente minimizzano la funzione principale della liturgia: introdurci con tutto il nostro essere in un mistero che ci supera totalmente.    

Luogo proprio di riunione del popolo di Dio per le celebrazioni liturgiche, in particolare per l’Eucaristia, è l’edificio chiesa. Nella costruzione e adeguamento delle chiese, i principi artistici devono essere salvaguardati, ma vanno salvaguardate anche le esigenze del mistero in esse celebrato. Anticamente il luogo di culto era chiamato “domus ecclesiae”, cioè casa della chiesa o dell’assemblea comunitaria. Questa casa, quindi, deve costruirsi e organizzarsi in modo che rispecchi il mistero della chiesa che ivi celebra. Naturalmente, la chiesa è anche la casa del Signore: “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20), ha detto Gesù. La chiesa, quindi, non dovrebbe essere un’aula di scuola, né una sala di spettacolo, né un luogo per assemblee sindacali, né uno spazio polivalente. La chiesa è il luogo in cui la comunità cristiana si raduna per celebrare i misteri della sua fede. Ciò che importa quindi è che questo luogo esprima una relazione dinamica dei vari punti focali della celebrazione, incarnata in elementi diversi e in una loro armonizzazione coerente.

Ecco in brevissima sintesi le caratteristiche armoniche che dovrebbero avere questi diversi elementi nello spazio della celebrazione, che non è un semplice contenitore, ma un valore simbolico e iniziatico, cioè dice la fede della Chiesa e la comunica.